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La Siria non è “una” come dice Assad, rieletto con il 95% dei voti


La vittoria alle elezioni è servita a Bashar al-Assad per mostrare al mondo quanto il Paese è unito e quanto le sue istituzioni funzionano bene. Ma la realtà è diversa...

In Siria il Presidente Bashar al-Assad ha vinto le elezioni del 26 maggio con il 95,1% delle preferenze, ottenendo un nuovo mandato da sette anni, il quarto. È al potere dal 2000.

L’esito del voto era in realtà scontato e la (larghissima) vittoria di Assad non è mai stata in discussione. Tutto il processo elettorale può essere infatti paragonato a una grande recita, “legittimata” dalla presenza di candidati dell’opposizione del tutto irrilevanti – l’opposizione vera è all’estero, come gran parte della popolazione siriana – e organizzata dal regime per due motivi: per autocelebrarsi, innanzitutto; e poi per mostrare ai cittadini e al resto del mondo che la Siria è tornata alla normalità dopo dieci anni di guerra e che le sue istituzioni “funzionano” regolarmente.

La situazione in Siria a dieci anni dall’inizio della guerra

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