L’ex presidente invoca la rivolta e sfida l’America: si rischia una nuova Capitol Hill. E i Repubblicani lo sostengono
Si discute da giorni sulle parole dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump circa un suo possibile arresto relativo al caso dell’attrice porno Stormy Daniels, che secondo l’accusa sarebbe stata pagata 130 mila dollari per negare la relazione col leader repubblicano. Una vicenda grottesca tornata alla ribalta per via dell’inchiesta in corso portata avanti da Alvin Bragg, Procuratore Distrettuale di Manhattan, e che rischia di avere un impatto profondo sulla politica statunitense e sulla tenuta democratica del Paese.
Dopo gli eventi di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, c’è apprensione che si ripeta lo scenario già visto al Campidoglio, specie per via delle parole di Trump, che ha scritto: “Protestate, riprendetevi la nazione”. E infatti sono in corso meeting tra le più importanti agenzie di sicurezza, stavolta concentrate su New York, per evitare che i manifestanti possano sfruttare le stesse modalità viste a Washington. Sono in stretto contatto la polizia della Grande Mela e l’FBI, che stanno vagliando minacce già arrivate da gruppi quali QAnon e Proud Boys.
Il profilo della vicenda è evidentemente legato alla sicurezza, ma al contempo assume un tratto prettamente politico di forte interesse. Ci si aspettavano maggiori prese di distanza dal leader repubblicano che, invece, sembra incassare l’appoggio e la vicinanza di numerosi attori principali del Grand Old Party. Un dato significativo che dimostra quanto il partito sia ancora fortemente saldo nelle mani di Trump nonostante le difficoltà notate nel corso delle ultime elezioni di metà mandato, e che pone i Repubblicani sulla sponda sempre più destra del panorama ideologico Usa.
L’ex Vice Presidente Mike Pence, che ha giocato un ruolo chiave nella condanna alle proteste del 6 gennaio 2021, ha parlato di “persecuzione politica”. Kevin McCarthy, Speaker della Camera, ha definito l’azione del Procuratore Distrettuale “un oltraggioso abuso di potere”. Marjorie Taylor Greene, Rappresentante della Georgia al Congresso, su posizioni cospirazioniste e di estrema destra, ha detto che “non c’è niente di male nell’invocare proteste. Gli americani hanno il diritto di assembramento e di protestare”.
Bragg cerca di non farsi intimidire dalla portata nazionale dell’eventuale accusa contro Trump. “Non accetteremo minacce contro lo stato di diritto a New York. Qualunque pericolo contro i nostri uffici sarà gestito dalla pubblica sicurezza e saranno tutelati tutti i 1600 lavoratori”. Se un’accusa formale verrà rivolta contro l’ex Presidente, sarà per gestione illegale di fondi per la campagna elettorale del 2016, ovvero i 130 mila dollari che secondo il Procuratore Distrettuale sarebbero stati pagati a Daniels. La politica Usa dovrà affrontare un macigno che rischia di sconvolgere le istituzioni, col Partito Repubblicano alla deriva e spinto dagli estremismi interni ad un futuro sempre più a destra.