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Sudafrica: l’Urss e i movimenti di liberazione


I legami storici tra Mosca e Pretoria risalgono al sostegno sovietico nella lotta contro l’apartheid e più volte il Sudafrica si è schierato a favore della Russia contro posizioni occidentali

Dopo il 24 febbraio, data d’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, tutti i media sudafricani hanno criticato aspramente l’operato di Mosca, mentre l’ambasciatore ucraino in Sudafrica, Liubov Abravitova, per diversi giorni è apparsa costantemente sugli schermi dei principali canali di informazione del Paese. Secondo quanto riportato sul sito del think tank moscovita Strategic Culture Foundation, tale orientamento sarebbe stato dettato dal fatto che i media sudafricani sono allineati al mainstream occidentale e in gran parte controllati dalle grandi imprese, di conseguenza non possono esprimere i veri sentimenti della popolazione locale.

In effetti, la posizione ufficiale di Pretoria non è mai stata al fianco di Kiev. Come del resto, quella di molti Paesi del continente africano, che in occasione dei voti espressi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite su tre risoluzioni di condanna nei confronti della Russia, si sono astenuti oppure non hanno partecipato al voto per varie ragioni politiche. In tutti e tre i casi, il Sudafrica si è astenuto rifiutandosi di condannare le azioni della Russia. Inoltre, un mese dopo l’inizio delle operazioni militari, ha presentato al Segretariato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione sulla situazione umanitaria in Ucraina.

La bozza di Pretoria

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