Tony Blinken è il nuovo Segretario di Stato americano. Nella sua prima giornata di lavoro ha già avuto un confronto con Canada, Messico, Giappone e Corea del Sud
Tony Blinken è il nuovo Segretario di Stato americano. Nella sua prima giornata di lavoro ha già avuto un confronto con Canada, Messico, Giappone e Corea del Sud
Inizia l’era di Antony Blinken alla Segreteria di Stato degli Stati Uniti. L’esponente della nuova amministrazione a guida Joe Biden è il 71° Segretario di Stato nella storia del Paese e sostituisce l’uscente Mike Pompeo, figura di rilievo del Governo di Donald Trump. Se negli ultimi 5 anni il refrain è stato lo scontro con la Cina, non è detto che con il nuovo corso democratico questo approccio possa repentinamente modificarsi.
Probabilmente, non verranno utilizzati da Blinken gli stessi toni del suo predecessore, ma durante il processo di selezione e le audizioni in Senato, che ha confermato la sua nomina nei giorni scorsi, il nuovo Segretario di Stato ha specificato che Trump ha avuto ragione nell’essere duro con la Cina ma “il principio di fondo era quello giusto e penso che sia utile per la nostra politica estera”.
Le prime chiamate con Canada e Messico
In attesa che l’amministrazione Biden prenda del tutto coscienza delle azioni da mettere in atto, anche in considerazione del lavoro svolto dal precedente esecutivo, i primi contatti del nuovo Secretary of State sono avvenuti proprio con i vicini degli Stati Uniti, Canada e Messico, Paesi cruciali dal punto di vista della sicurezza e dell’economia statunitense.
La telefonata con il Ministro degli Esteri canadese Marc Garneau è stata occasione per sottolineare la forte partnership ad ampio spettro tra le due nazioni. Evidenziata la volontà di rafforzare la cooperazione sul cambiamento climatico e nella lotta al Covid-19, così come la necessità di maggiore coinvolgimento nelle relazioni nord-americane. Blinken ha scritto che il Canada “è uno dei nostri alleati più vicini: sarà positivo lavorare insieme per gli interessi comuni e per confrontarci sulle sfide che ci attendono”.
Rimarcata dal Paese di Justin Trudeau la soddisfazione per il rinnovato impegno statunitense verso le istituzioni multilaterali, in particolare per l’Organizzazione mondiale della sanità e per gli accordi di Parigi. Ma la recente decisione di cancellare la pipelineKeystone XL è stata mal digerita da Ottawa: sia Garneau che l’Ambasciatrice a Washington Kirsten Hillman si sono detti delusi per la scelta della nuova amministrazione democratica. Più duro è stato il premier dello Stato dell’Alberta, Jason Kenney, che è arrivato a dire che la scelta è una violazione di quanto previsto dall’accordo commerciale Usa-Canada-Messico.
Con Marcelo Ebrard, Ministro degli Esteri messicano, Blinken ha discusso principalmente di immigrazione e di integrazione delle due economie. Focus importante sulla gestione umana dei migranti, in un linguaggio espresso dalla Segreteria di Stato che difficilmente sarebbe potuto trovarsi con la precedente amministrazione Trump.
La telefonata ha toccato anche i temi del coronavirus e della necessità di dar protezione alle popolazioni dei due Stati, ricordando la partnership bilaterale tra Washington e Città del Messico che vanta quasi 200 anni. “La conversazione con Antony Blinken è stata cordiale e produttiva. Abbiamo già iniziato il lavoro per implementare nel migliore nei modi la relazione tra le nostre due grandi nazioni”, ha scritto il Ministro degli Esteri messicano.
Giappone e Corea del Sud al top dell’agenda
Le prime due chiamate fuori dal continente americano Antony Blinken le ha riservate a Giappone e Corea del Sud. La call con il Ministro degli Esteri di Tokyo è stata la seconda dopo quella con il canadese Garneau, come ricordato dallo stesso Toshimitsu Motegi. “È la dimostrazione del valore che l’amministrazione Biden e il Segretario di Stato ripongono all’alleanza tra Giappone e Stati Uniti e del loro impegno verso la regione indo-pacifica”.
Sul piano strategico, la presenza statunitense nel Paese del Primo Ministro Yoshihide Suga è fondamentale nell’ampio contesto del contenimento cinese. Tokyo si è sentita fin da subito rassicurata dalla nuova amministrazione a guida democratica, visto che sia il neo Segretario di Stato che quello alla Difesa, Lloyd Austin, hanno garantito l’appoggio di Washington sulla questione delle Isole Senkaku, rivendicate da Pechino che le chiama Diaoyu. In particolare, si apprende dal Governo giapponese che la posizione Usa rispetto all’articolo 5 del trattato sulla sicurezza tra i due alleati — che prevede l’impegno statunitense alla difesa dei territori del Giappone se questi fossero attaccati — non è cambiata.
Significativa anche la telefonata tra Blinken e il suo omologo sudcoreano Kang Kyung-wha: anche in questo caso, riaffermata la forza e l’importanza dell’alleanza tra le due nazioni, cardine per la pace, la sicurezza e la prosperità “per una libera e aperta regione dell’Indo-pacifico”, come si legge nella nota del Dipartimento di Stato. Ancora, dalla parte statunitense enfasi sulla cooperazione trilaterale insieme a Tokyo e Seul, così come la necessità di una denuclearizzata Corea del Nord.
Inizia l’era di Antony Blinken alla Segreteria di Stato degli Stati Uniti. L’esponente della nuova amministrazione a guida Joe Biden è il 71° Segretario di Stato nella storia del Paese e sostituisce l’uscente Mike Pompeo, figura di rilievo del Governo di Donald Trump. Se negli ultimi 5 anni il refrain è stato lo scontro con la Cina, non è detto che con il nuovo corso democratico questo approccio possa repentinamente modificarsi.
Probabilmente, non verranno utilizzati da Blinken gli stessi toni del suo predecessore, ma durante il processo di selezione e le audizioni in Senato, che ha confermato la sua nomina nei giorni scorsi, il nuovo Segretario di Stato ha specificato che Trump ha avuto ragione nell’essere duro con la Cina ma “il principio di fondo era quello giusto e penso che sia utile per la nostra politica estera”.
Le prime chiamate con Canada e Messico
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