Al Primo Ministro Fumio Kishida e ad altre 62 persone è stato impedito l’ingresso nella Federazione russa. Ieri il Premier giapponese in visita a Roma da Mario Draghi: impegno per la tregua. Biden a Tokyo a fine mese
Il Giappone di Fumio Kishida sempre più attivo sul fronte geopolitico, tanto che per le dichiarazioni del Governo e dei sui esponenti sulla guerra in Ucraina e, ancor di più, per le sanzioni imposte alla Russia, Mosca reagisce impedendo l’ingresso nel Paese al Primo Ministro e ad altre 62 persone tra Ministri, organizzazioni e professori universitari. Diventa così sempre più acceso lo scontro tra le due nazioni, dopo che la Federazione aveva deciso a fine marzo di bloccare le trattative per l’accordo di pace e fermato la possibilità, per i cittadini giapponesi, di recarsi alle Isole Curili del Sud senza necessità di visto.
“Il Giappone ha avviato una campagna governativa anti-russa senza precedenti con una retorica inaccettabile”, fa sapere il Ministero degli Esteri moscovita. Insieme al Primo Ministro Kishida, impediti i viaggi in Russia anche al Ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi, al Ministro della Difesa Nobuo Kishi e al Capo della Segreteria di Gabinetto Hirokazu Matsuno. L’invasione russa in Ucraina modifica sempre più lo stato delle relazioni di numerosi Paesi con Mosca, ma la presa di posizione di Tokyo è da annoverare tra quelle particolarmente audaci visto il contesto geografico nel quale il Giappone si trova.
I timori per le scelte da compiere erano, infatti, legati alla vicinanza sia con la Russia che con la Cina. Dopo un iniziale tentennamento a livello parlamentare, la portata dell’evento ha richiesto una decisione chiara, con Tokyo unita al resto del mondo occidentale e altri Paesi, comprese numerose realtà dell’Asia-Pacifico, nella ferma condanna all’invasione e la decisione di imporre sanzioni contro Mosca. Il tour nel Sud-est asiatico e in Europa del Primo Ministro Kishida è utile per discutere sia di guerra in Ucraina che di free and open Indo-Pacifico, con riferimento alle esplorazioni marittime — e alle pretese territoriali — di Pechino.
Temi discussi con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, che nella giornata di ieri ha ospitato a Palazzo Chigi il Pm giapponese, ringraziandolo per la decisione di Tokyo di invio di navi cariche di Gnl verso l’Ue. E sull’Indo-Pacifico “l’Italia, l’Unione europea e il Giappone condividono l’importanza della stabilità e della sicurezza. Con il Primo Ministro Kishida — ha detto Draghi — abbiamo condiviso la preoccupazione per i test missilistici del regime nordcoreano. Dobbiamo continuare a mostrarci uniti e risoluti a difesa dell’ordine internazionale basato sulle regole, anche in riferimento ai Mari Cinesi e nello Stretto”.
Unità d’intenti anche sulla crisi nell’Europa dell’est. “Il Giappone e l’Italia si trovano unite nell’attuare sanzioni di una severità senza precedenti alla Russia e nel rafforzare gli aiuti all’Ucraina”, ha commentato Kishida, che a fine mese ospiterà a Tokyo Joe Biden. L’annuncio è arrivato direttamente dalla Casa Bianca. Jake Sullivan, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha incontrato nei giorni scorsi il suo omologo giapponese Akiba Takeo e ringraziato il Giappone per “la dura risposta contro la brutale e ingiustificata invasione russa, con sanzioni finanziarie, controllo sull’export, assistenza umanitaria e militare all’Ucraina”.
Per gli Stati Uniti, la visita di Biden — che si recherà anche in Corea del Sud — sarà un forte segnale alla regione, non solo all’Indo-Pacifico. Ma è proprio in quell’area di mondo che si manifesta maggiormente l’interesse di Washington, attivissima nei contesti Quad e Aukus per il contenimento cinese con i vari partner asiatici.