Le immagini satellitari continuano a rilevare attività militari tra la Bielorussia, la Crimea e nelle vicinanze della frontiera russo-ucraina. Biden si dice convinto del fatto che Putin abbia “preso la decisione” di invadere l’Ucraina
Un giorno dopo aver ordinato l’evacuazione di donne, bambini e anziani, motivata dal presunto rischio di un attacco da Kiev, ieri i capi delle autoproclamate repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale, Doneck e Lugansk, hanno dichiarato la mobilitazione di tutti gli uomini in grado di combattere. I due leader, Denis Pushilin per Doneck e Leonid Pasechnik per Lugansk, sono entrambi filorussi e membri di Russia unita, il partito di Vladimir Putin.
Mosca accoglierà i “rifugiati del Donbass”
Proprio Putin, venerdì, ha ordinato alle autorità di Mosca di accogliere i “rifugiati del Donbass” – questo il termine utilizzato dal Cremlino, dal nome della regione nell’Ucraina dell’est – e di fornire a ciascuno di loro una somma di 10mila rubli, pari a circa 115 euro.
La Russia è già molto presente a Doneck e Lugansk: oltre ad aver armato e finanziato i ribelli nella loro guerra contro l’esercito nazionale, ha fornito passaporti a una parte degli abitanti ed elaborato piani di sviluppo economico per questi territori. Putin ha sfruttato la presenza di una popolazione russofona nel Donbass per giustificare i suoi interessi nella regione. Recentemente ha parlato di un “genocidio” in corso nell’area da parte di Kiev nei confronti dei parlanti russo: un’accusa infondata ma che potrebbe venire sfruttata come pretesto per un’invasione mascherata da missione di pace.
Le parole di Biden e la falsa narrativa di Putin
Sempre venerdì, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto “convinto” del fatto che Putin abbia “preso la decisione” di invadere l’Ucraina. L’attacco, sostiene, potrebbe avvenire a breve (“la prossima settimana, nei prossimi giorni”) e potrebbe non limitarsi al Donbass ma puntare a Kiev, la capitale.
È impossibile conoscere le esatte intenzioni di Putin. Da giorni, però, Washington ripete che Mosca sta costruendo una falsa narrativa sull’Ucraina orientale per giustificare un intervento armato. Gli ultimi sviluppi sembrerebbero confermare la ricostruzione americana: i colpi di artiglieria più intensi del solito, le dichiarazioni dei separatisti, la disinformazione (sono circolati dei video in cui si annuncia “l’evacuazione immediata” di Doneck e Lugansk, ma erano stati creati due giorni prima; in altri si parla di un attacco chimico da parte di Kiev, in realtà inesistente).
L’Ucraina stessa ha accusato la Russia di stare portando avanti una messinscena nel Donbass con l’obiettivo di provocare le forze governative e indurle allo scontro, ma ha precisato di non voler cadere nella trappola. Ciononostante, a differenza degli Stati Uniti, Kiev continua a non ritenere probabile un’invasione su larga scala.
Nuovi movimenti militari
Mosca sostiene di stare ritirando le sue truppe dal confine con l’Ucraina. Ma le ultime rilevazioni satellitari di Maxar mostrano al contrario un rafforzamento della presenza militare tra la Russia occidentale (a 16 chilometri dalla frontiera ucraina), la Bielorussia e la Crimea: nuovi elicotteri d’attacco, carrarmati, droni, equipaggiamenti vari; gli Stati Uniti dicono che i soldati sono stati portati da 100mila a 170-190mila.
Per rafforzare il fianco orientale della Nato, venerdì gli Stati Uniti hanno annunciato la vendita alla Polonia – alleato importante, che ha già ricevuto truppe – di duecentocinquanta carri Abrams. Lo stesso giorno l’Estonia ha inviato all’Ucraina missili anticarro Javelin di fabbricazione americana.
Nonostante la tensione altissima, la guerra non è inevitabile. Innanzitutto perché i tentativi diplomatici non si sono mai interrotti e anzi proseguono. E poi perché la Russia, nonostante la strategia di ricostruzione di una sfera d’influenza nello spazio ex-sovietico, vuole nell’immediato un accordo sulla sicurezza dei propri confini con gli Stati Uniti, a capo di quella Nato percepita come una minaccia. Washington, d’altra parte, è aperta a un qualche compromesso con Mosca che favorisca il ritorno allo status quo pre-crisi in modo da potersi concentrare meglio sui propri interessi geopolitici, che non sono in Europa orientale ma nell’Asia-Pacifico.
Le immagini satellitari continuano a rilevare attività militari tra la Bielorussia, la Crimea e nelle vicinanze della frontiera russo-ucraina. Biden si dice convinto del fatto che Putin abbia “preso la decisione” di invadere l’Ucraina
Un giorno dopo aver ordinato l’evacuazione di donne, bambini e anziani, motivata dal presunto rischio di un attacco da Kiev, ieri i capi delle autoproclamate repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale, Doneck e Lugansk, hanno dichiarato la mobilitazione di tutti gli uomini in grado di combattere. I due leader, Denis Pushilin per Doneck e Leonid Pasechnik per Lugansk, sono entrambi filorussi e membri di Russia unita, il partito di Vladimir Putin.