L’amministrazione Trump preannuncia misure di forte impatto contro Caracas. E avverte le compagnie petrolifere che fanno affari nel Paese
Gli Stati Uniti hanno mandato un avvertimento alle compagnie petrolifere, anche americane, che operano in Venezuela. Un alto funzionario dell’amministrazione Trump, rimasto anonimo, ha nominato espressamente Rosneft (russa), Reliance (indiana), Repsol (spagnola) e Chevron (statunitense) e le ha invitate alla cautela relativamente ai loro affari in Venezuela, che potrebbero favorire il Governo del Presidente Nicolás Maduro, considerato illegittimo da Washington. Lo stesso funzionario ha poi aggiunto che saranno annunciate “misure di forte impatto” entro 30 giorni.
La durezza della dichiarazione è stata accolta con una certa sorpresa dai dirigenti delle compagnie. Questo perché gli Stati Uniti sembravano aver accantonato la “massima pressione” contro Maduro per concentrarsi su altri dossier strategici ritenuti più urgenti (come Cina e Iran).
Durante il discorso sullo stato dell’Unione, martedì, Donald Trump ha definito Maduro un “tiranno” e ha lodato invece Juan Guaidó, il leader dell’opposizione venezuelana, presente in aula. Mercoledì i due si sono anche riuniti alla Casa Bianca. Tuttavia, la realtà è che la ribellione di Guaidó – autoproclamatosi Presidente ad interim nel gennaio 2019 con il sostegno internazionale – ha perso slancio, mentre al contrario Maduro resta saldamente al potere grazie all’appoggio dei militari. L’amministrazione Trump, che sperava in un rapido rovesciamento del regime chavista e che non ha intenzione di impegnarsi a lungo, ha quindi perso gradualmente interesse per le vicende venezuelane.
Ecco perché le compagnie energetiche non si aspettavano la dichiarazione del funzionario della Casa Bianca. Dopo aver proibito alle aziende americane di importare greggio venezuelano (il 28 gennaio 2019) e dopo aver imposto altre sanzioni economiche contro Caracas ad agosto, l’amministrazione Trump non aveva dato seguito alla minaccia di estendere le sanzioni a tutte le aziende che collaborano con la compagnia petrolifera statale venezuelana, la Pdvsa. Anche l’italiana Eni, peraltro, vi intrattiene rapporti commerciali.
L’economia venezuelana è ancora immersa in una crisi gravissima, ma sta mostrando i primi (deboli) segni di recupero grazie a una parziale deregolamentazione. Il petrolio è una fonte di entrate fondamentale per Caracas, ma il settore è al collasso anche a causa delle sanzioni americane. Per questo, il Governo di Maduro sta valutando un’apertura ai privati: ci sarebbero trattative in corso con Eni, Repsol e Rosneft.
Nel 2019 la compagnia russa Rosneft è stata la prima importatrice di greggio dalla Pdvsa. Proprio oggi il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sarà in Venezuela per ribadire il sostegno di Mosca a Maduro. La visita rientra in un più ampio tour in America Latina – toccate anche Cuba e Messico – in risposta ai recenti viaggi del Segretario di Stato americano Mike Pompeo in Asia Centrale, una regione che la Russia considera il suo “cortile di casa”.
@marcodellaguzzo
L’amministrazione Trump preannuncia misure di forte impatto contro Caracas. E avverte le compagnie petrolifere che fanno affari nel Paese