Il ciclone ha colpito due volte l’Africa sud-orientale con la più alta quantità di energia mai registrata. Secondo gli esperti la durata e la maggiore intensità del fenomeno sono gli effetti del cambiamento climatico
Mentre le precipitazioni sono terminate e sembrano aver lasciato spazio al bel tempo, il Presidente del Malawi Lazarus Chakwera ha lanciato una richiesta d’aiuto internazionale per i danni subiti dal Paese a causa del ciclone Freddy, che ha colpito in queste settimane l’Africa sud-orientale. “Il Malawi è in uno stato disastroso. Quello che il ciclone ha fatto, è stato metterci in ginocchio mentre stavamo cercando di ricostruire, a causa di tragedie passate”.
L’evento meteorologico aveva infatti già colpito il Paese nelle scorse settimane. Dopo essersi formato a Nord dell’Australia, il ciclone aveva attraversato l’Oceano Indiano, per poi colpire Madagascar, Mozambico e appunto il Malawi a fine febbraio. Invece di esaurirsi, si era poi spostato sopra l’Oceano, caricandosi di nuove energie, e negli scorsi giorni è tornato a devastare il Paese, con forza ancora maggiore. Al momento, nel solo Malawi si contano 225 morti, oltre a centinaia di feriti e decine di migliaia di persone costrette ad abbandonare le proprie case. Ma anche gli stati vicini devono fare i conti con le conseguenze dell’evento: in Mozambico, circa 800 persone hanno estremo bisogno di cibo, dopo che la tempesta ha tagliato tutte le vie di comunicazione e le ha isolate completamente dalle aree circostanti.
La Ministra della salute, Khumbize Kandodo Chiponda, ha affermato ai microfoni della BBC che questa è stata la peggior catastrofe naturale vissuta dal Paese in tempi recenti. “Il ciclone Freddy ci ha colpiti dove non ci aspettavamo. Come stato, siamo storicamente abituati ad essere interessati da cicloni tropicali, ma questo è stato completamente diverso”. La politica ha anche spiegato quanto i soccorsi siano difficili, per il fatto che l’acqua ha distrutto strade e ponti e che alcune aree, dove si sa che ci sono persone che hanno bisogno di aiuto, al momento non sono raggiungibili.
Il disastro naturale si inserisce poi in un contesto estremamente fragile. Il Malawi è uno stato piccolo ed estremamente povero, che si posiziona al 169° posto su 191 stati per indice di sviluppo umano. Da un anno, inoltre, il Paese è colpito dalla peggiore epidemia di colera mai registrata, con oltre 40mila casi e 1300 morti a causa della malattia. Il colera si diffonde a causa delle scarse condizioni igieniche e del consumo di acqua contaminata. Esiste perciò il timore che il ciclone porti ad un ulteriore peggioramento della situazione sanitaria.
Così come la Ministra, gli esperti sembrano concordi nell’affermare che il ciclone Freddy è stato un evento meteorologico senza precedenti. La NASA ha infatti dichiarato che si è trattato della tempesta con la più alta quantità di energia mai registrata. E anche la durata rappresenta un record: prima di essere declassificato a tempesta tropicale moderata domenica 12 marzo, il ciclone si era protratto per 35 giorni, durante i quali aveva percorso oltre 10mila chilometri. Addirittura, Le Monde sottolinea come non sia da escludere che questo possa tornare una terza volta sul continente africano, sebbene l’ipotesi sia considerata improbabile.
Sempre sulla testata francese, il direttore di Météo France per l’Oceano Indiano Emmanuel Cloppet spiega come quanto accaduto potrebbe essere l’anticipazione di quanto succederà di qui a breve, a causa del cambiamento climatico. “Non sappiamo se ci saranno più cicloni in futuro, ma c’è un forte consenso sul fatto che saranno più intensi, se non molto intensi, a causa degli effetti combinati dell’aumento delle temperature dell’acqua e dell’aria e dell’espansione delle zone climatiche tropicali”.