Durissima sentenza della Corte Costituzionale: il movimento, protagonista delle manifestazioni contro il Governo pro Europa di Maia Sandu, accusato del non rispetto dello stato di diritto e dell’integrità territoriale del Paese
Arriva una storica sentenza in Moldavia, dove il partito filorusso di Ilan Shor, formalmente leader del movimento politico ora in esilio in Israele, è stato dichiarato fuorilegge dalla Corte Costituzionale del Paese. Shor Party è stato protagonista negli ultimi mesi delle manifestazioni contro il Governo di Maia Sandu, accusata di essere troppo accondiscendente verso i leader occidentali e presa di mira per l’aumento dei costi dell’energia. Secondo l’opposizione, problemi dovuti all’incapacità di trattare adeguatamente con Mosca, e per aver paventato la fine della neutralità della Moldavia, aprendo a Nato e Unione Europea.
Proprio la Presidente Sandu si felicita per la decisione della Corte, ritenendo che quello di Shor è “un partito politico fondato sulla corruzione e per la corruzione, un pericolo per l’ordine costituzionale e per la sicurezza dello Stato”. Sandu ha accusato il movimento del leader politico in esilio di aver tentato la destabilizzazione della Moldavia con l’obiettivo di indebolire le potenzialità d’ingresso nell’Ue di Chisinau. Ma la sentenza apre nuovi e allarmanti sviluppi per il Paese, rischiando di incancrenire ulteriormente la situazione.
Come ricordato da Vladimir Socor della Jamestown Foundation, “la base sociale del Shor Party è più larga della rappresentanza politica in Parlamento”: Shor, proprietario di una rete di negozi d’alimentari e farmacie a basso costo e finanziatore di progetti filantropici, ha allargato i consensi non solo tra i cittadini di etnia russa ma anche tra gli stessi moldavi. Marina Tauber, vice di Shor e fisicamente responsabile delle attività del partito nel Paese, sostiene che siano 10 mila i membri del movimento, che controlla 100 consigli comunali in Moldavia. “Le autorità non possono zittirci, continueremo a combattere per migliorare le vite dei moldavi”, ha detto Tauber commentando la sentenza.
La stretta nei confronti di Ilan Shor e del suo impero imprenditoriale è arrivata già lo scorso aprile, quando un tribunale lo condannò in contumacia a 15 anni di carcere a causa di uno scandalo di riciclaggio pari a 1 miliardo di dollari. Inoltre, l’Unione Europea ha imposto sanzioni sul leader filorusso, insieme agli Stati Uniti. Intervenuto al canale televisivo Rossiya-24, Shor ha parlato di “schiaffo ai moldavi che hanno votato per il partito. Seguiremo tutte le procedure di carattere legale per contrastare questa decisione, troveremo una formula sulla quale basarci per vincere la maggioranza parlamentare alle prossime elezioni”. Con la sentenza sullo Shor Party, i deputati ora in Parlamento saranno considerati indipendenti e non potranno legarsi a nessun altro partito politico.
Diventa così sempre più incandescente il clima politico in Moldavia. Le manifestazioni contro la Presidente Sandu, contemporaneamente all’invasione russa in Ucraina e all’avvicinamento di Chisinau a Bruxelles, hanno causato un vero e proprio tsunami interno, le cui ripercussioni non sono ancora ben definite. Di certo, ci sono le accuse contro Mosca di destabilizzazione: a febbraio, Sandu ha esplicitamente annunciato la scoperta da parte dei servizi segreti di un piano moscovita che avrebbe coinvolto cittadini russi, montenegrini, bielorussi e serbi, che prevedeva il loro ingresso nel Paese per tentare di alimentare le proteste con lo scopo di “cambiare il legittimo Governo con uno controllato illegalmente dalla Federazione Russa”.
Parole pesantissime rivolte direttamente al Cremlino, i cui tentativi “per portare violenza in Moldavia — spiegò Sandu — non funzioneranno. Il nostro principale obiettivo è la sicurezza dei cittadini e dello Stato. Il nostro obiettivo è la pace e l’ordine pubblico nel Paese”. Più recentemente, Moldavia e Ucraina hanno fatto scudo comune nel rimandare al mittente la disinformazione russa sui presunti piani militari dell’Ucraina per invadere la Transnistria, progetti di espansione di Kiev smentiti direttamente dai servizi segreti moldavi. Nelle scorse settimane Chisinau ha ospitato il secondo summit della comunità politica europea, forum ideato dal Presidente francese Emmanuel Macron nel 2022, con l’obiettivo di ravvivare le discussioni sul futuro dell’Unione Europea e sull’apertura dei negoziati proprio con Moldavia e Ucraina.
Proprio la Presidente Sandu si felicita per la decisione della Corte, ritenendo che quello di Shor è “un partito politico fondato sulla corruzione e per la corruzione, un pericolo per l’ordine costituzionale e per la sicurezza dello Stato”. Sandu ha accusato il movimento del leader politico in esilio di aver tentato la destabilizzazione della Moldavia con l’obiettivo di indebolire le potenzialità d’ingresso nell’Ue di Chisinau. Ma la sentenza apre nuovi e allarmanti sviluppi per il Paese, rischiando di incancrenire ulteriormente la situazione.