Giappone, India e Indonesia insieme per il contenimento della Cina. Prosegue lo scontro tra Macron e il premier australiano Scott Morrison
La Francia, ancora scottata dal tradimento dell’Australia dopo la cancellazione del contratto per la fornitura dei sottomarini, guarda avanti e intesse maglie diplomatiche con Giappone, India e Indonesia per la sicurezza dell’Indo-Pacifico. A rivelarlo lo stesso Emmanuel Macron e alti funzionari del Quai d’Orsay, il Ministero degli Esteri di Parigi, che nelle prossime settimane dovranno raccogliere quanto seminato nel corso degli incontri al G20 e in altri side-events ricchi di contenuti e progettualità future.
L’incontro 2+2 col Giappone
Già prima del summit di Roma Philippe Errera, direttore generale per gli affari politici e la sicurezza del dicastero agli esteri francese, in visita a Tokyo a metà ottobre riaffermò quanto Parigi abbia ritenuto offensiva la mossa di Canberra, chiarita solo parzialmente con l’altro protagonista della vicenda, gli Stati Uniti. Per Errera non solo è stato uno “shock” quanto avvenuto, ma ha messo in discussione “i fondamenti della partnership con Usa e Australia”.
In visita in Giappone, Errera, insieme ad Alice Guitton, direttore generale per le relazioni internazionali e la strategia al Ministero delle Forze Armate, ha interloquito con gli esponenti nipponici per la preparazione di un meeting 2+2 a livello ministeriale entro la fine dell’anno. Quello con Tokyo sembra essere solo uno dei tasselli di una infrastruttura più grande, una visione che vede Parigi muoversi tra numerose capitali interessate al contenimento cinese nell’area dell’Indo-Pacifico e che rispondono a Nuova Delhi e Jakarta.
Si rafforza l’asse con India e Indonesia
A Roma, l’incontro tra Macron e il Primo Ministro Narendra Modi è stato decisivo per l’apertura di quello definito dall’Eliseo “dialogo strategico”, un approfondimento di quando delineato nel 2018, che inizierà molto presto con un meeting a Parigi utile a scrivere un’agenda comune. Per la Francia, l’India “è il principale partner nell’Indo-Pacifico”, un rapporto da basare su “fiducia, indipendenza e unità”, parole che non possono che essere inquadrate nel riferimento al caso australiano, ferita ancora aperta.
E anche l’Indonesia, visti i sommovimenti diplomatici degli ultimi giorni, fa parte della progettualità francese per la sicurezza dell’Indo-Pacifico. Con Joko Widodo, nella capitale italiana è avvenuto un faccia a faccia tra i due leader: per i francesi “c’è una comune volontà di approfondire la strategia” con Jakarta in quell’area di mondo. Stiamo assistendo all’intelaiatura di una visione più grande? Solo l’impegno alla realizzazione di ulteriori passi in avanti potrà dare nuovi spunti, dove il coordinamento sarà fondamentale per un efficace contenimento della Cina voluto da più parti.
La querelle Macron-Morrison
Il caso australiano brucia ancora: è in corso un botta e risposta tra Macron e Scott Morrison che, quotidianamente, raggiunge picchi più alti. Il Primo Ministro dell’Australia ha detto che “gli insulti sono rivolti a tutta l’Australia, non solo verso di me. Io ho le spalle grosse, posso andare oltre”. Per Macron, l’Australia è diventata a tutti gli effetti una nazione alla quale non si può accordare fiducia, ancor di più dopo la diffusione di un messaggio del Presidente francese rivolto al premier australiano, nel quale scriveva, due giorni prima l’annuncio del contratto con gli Usa: “Devo aspettarmi notizie buone o cattive sulle nostre comuni ambizioni per i sottomarini?”.
Già prima del summit di Roma Philippe Errera, direttore generale per gli affari politici e la sicurezza del dicastero agli esteri francese, in visita a Tokyo a metà ottobre riaffermò quanto Parigi abbia ritenuto offensiva la mossa di Canberra, chiarita solo parzialmente con l’altro protagonista della vicenda, gli Stati Uniti. Per Errera non solo è stato uno “shock” quanto avvenuto, ma ha messo in discussione “i fondamenti della partnership con Usa e Australia”.