Il 13 settembre 1993 la stretta di mano tra Rabin e Arafat diede una speranza di pace al Medioriente. Ma di quel gesto simbolico non è rimasto nulla: i palestinesi non hanno ancora uno Stato e proseguono gli attentati, i soprusi e gli attacchi militari
Si punta a un allargamento degli Accordi di Abramo anche all’Arabia Saudita, numerose visite di funzionari di alto livello Usa a Riad. In ballo c’è il nucleare saudita, la cooperazione difensiva in chiave anti-iraniana, la questione palestinese, e la rivalità Usa con la Cina.
Sono diventati quasi quotidiani i casi di intolleranza e violenza nei confronti dei cristiani da parte degli ebrei. “Condanno fermamente la violenza contro i luoghi santi della fede cristiana. Ciò include sputi e profanazioni di tombe e chiese” ha dichiarato il presidente israeliano Herzog.
Prima approvazione della riforma della giustizia, che interessa principalmente l’istituto della Corte Suprema israeliana, unico contraltare al potere dell’esecutivo e del Parlamento. Secondo gli oppositori, la riforma dà troppo potere al governo e minaccia la democrazia in Israele.
In Cisgiordania, per la prima volta da vent’anni, nei giorni scorsi una operazione di terra di Israele per oltre 40 ore ha battagliato con i miliziani palestinesi, ben armati, nel campo rifugiati di Jenim.
Non si ferma l’ondata di violenze nelle città arabe nel nord di Israele. Come un vero bollettino di guerra, quotidianamente i media riportano uccisioni, faide e abusi contro le donne nelle città a maggioranza araba.
Prima approvazione di Israele allo sviluppo di un bacino di gas davanti alle coste della Striscia di Gaza. Secondo alcuni analisti, il progetto potrebbe dare respiro all’economia palestinese, allentando nel tempo le tensioni tra Israele e Palestina
Netanyahu e MBS hanno avuto almeno due colloqui telefonici nelle scorse settimane. Ottimismo da parte israeliana sulla normalizzazione dei rapporti. Frenano i sauditi, ribadendo che la questione palestinese è centrale per i paesi arabi
Per la prima volta all’Onu è stata commemorata la Nakba, lo sfollamento di massa dei Palestinesi dalle loro case settantacinque anni fa, ricordato ogni 15 maggio dalla popolazione palestinese come “il giorno della catastrofe”. Oltre agli Stati Uniti sono stati quarantacinque i paesi che hanno deciso di non aderire all’evento organizzato dall’ONU
Netanyahu lancia l’operazione militare “Scudo e Freccia” contro la striscia di Gaza e fa “pace” con l’alleato di governo Ben Gvir, che aveva boicottato il Parlamento per protesta alla “risposta debole” ai lanci di razzi da Gaza per la morte di Khader Adnan