Il 13 settembre 1993 la stretta di mano tra Rabin e Arafat diede una speranza di pace al Medioriente. Ma di quel gesto simbolico non è rimasto nulla: i palestinesi non hanno ancora uno Stato e proseguono gli attentati, i soprusi e gli attacchi militari
La Repubblica Islamica potrà utilizzare i soldi finora congelati solo per scopi umanitari, secondo l’accordo. Forte reazione dei Repubblicani, con polemiche anche legate alla data dell’annuncio, 11 settembre
A margine dei lavori del G20, potrebbe arrivare la firma del Memorandum of Understanding tra i Paesi: per la Casa Bianca un modo per bilanciare le mire della Cina in Medio Oriente ma anche per avvicinare Israele a Riad
La nuova politica regionale di Riad – mediata dalla Cina – ha spinto anche Emirati e Qatar a riallacciare i rapporti tra loro. Inoltre, Riad gestisce i due luoghi islamici più importanti, Mecca e Medina. Ogni cambiamento che avviene qui influenza il mondo islamico in generale
Ieri l’ambasciatore dell’Arabia Saudita è arrivato in Iran mentre il suo omologo iraniano è atterrato a Riad per la riapertura della rispettive sedi diplomatiche, chiuse nel 2016 in seguito all’esecuzione nel regno arabo del religioso sciita, Nimr Al Nimr.
Due settimane di proteste nel sud della Siria, sempre più manifestanti chiedono la rimozione del presidente Bashar al-Assad. Si calcola che il 90% dei Siriani viva sotto la soglia di povertà.
Si punta a un allargamento degli Accordi di Abramo anche all’Arabia Saudita, numerose visite di funzionari di alto livello Usa a Riad. In ballo c’è il nucleare saudita, la cooperazione difensiva in chiave anti-iraniana, la questione palestinese, e la rivalità Usa con la Cina.
A Gedda il meeting per la pace in Ucraina: Pechino, apprezzata dall’Ue, spinge per un nuovo round negoziale. Può la Cina mediare tra Israele e Arabia Saudita?
Circa 200.000 Palestinesi, discendenti di coloro che fuggirono da Israele durante la guerra del 1948, vivono in Libano come rifugiati. Condizioni invivibili e faide interne rendono questi 12 campi una scena di violenza regolare tra fazioni rivali che si contendono il potere.
L’Arabia Saudita, come la Cina una decina di anni fa, utilizza il calcio e l’organizzazione dei grandi eventi come soft power, per far dimenticare le violazioni dei diritti civili e ripulire l’immagine internazionale del Paese.