Hamas, con il controllo di Gaza, rappresenta uno stato dentro lo stato palestinese. Ha un suo parlamento, un suo apparato amministrativo e politico. Abu Mazen non convoca elezioni, sicuro di perderle. Eppure resta l’unico interlocutore internazionale per la Palestina.
Gli Usa hanno criticato l’alleato israeliano quando ha detto che “Israele manterrà la responsabilità della sicurezza a Gaza per un tempo indefinito”. L’idea internazionale sarebbe portare Gaza sotto l’ombrello dell’Autorità Nazionale palestinese che però ha perso il controllo della Striscia, dove di fatto c’è un altro “stato palestinese” oltre a quello cisgiordano.
Gli Stati europei si sono posizionati in maniera quasi unanime al fianco di Israele, con la sola Spagna che ha criticato apertamente l’oppressione portata avanti dallo stato ebraico verso il popolo palestinese e le violazioni del diritto internazionale.
In diverse città palestinesi sono stati festeggiati gli attacchi da Gaza, Hezbollah a nord ha sparato colpi di mortaio. Il Presidente iraniano Raisi si è congratulato con Hamas. Il Presidente israeliano Herzog ha richiamato all’unità nazionale, promettendo che Hamas, guidata dall’Iran, non vincerà
Il 13 settembre 1993 la stretta di mano tra Rabin e Arafat diede una speranza di pace al Medioriente. Ma di quel gesto simbolico non è rimasto nulla: i palestinesi non hanno ancora uno Stato e proseguono gli attentati, i soprusi e gli attacchi militari
Circa 200.000 Palestinesi, discendenti di coloro che fuggirono da Israele durante la guerra del 1948, vivono in Libano come rifugiati. Condizioni invivibili e faide interne rendono questi 12 campi una scena di violenza regolare tra fazioni rivali che si contendono il potere.
In Cisgiordania, per la prima volta da vent’anni, nei giorni scorsi una operazione di terra di Israele per oltre 40 ore ha battagliato con i miliziani palestinesi, ben armati, nel campo rifugiati di Jenim.
Prima approvazione di Israele allo sviluppo di un bacino di gas davanti alle coste della Striscia di Gaza. Secondo alcuni analisti, il progetto potrebbe dare respiro all’economia palestinese, allentando nel tempo le tensioni tra Israele e Palestina
La Cina si sta proiettando con forza in Medio Oriente: in concomitanza di una parziale ritirata degli Usa, dimostra l’ambizione di potersi sostituire a Washington come “potenza responsabile” e “garante di stabilità” anche tra Israele e Palestina
Per la prima volta all’Onu è stata commemorata la Nakba, lo sfollamento di massa dei Palestinesi dalle loro case settantacinque anni fa, ricordato ogni 15 maggio dalla popolazione palestinese come “il giorno della catastrofe”. Oltre agli Stati Uniti sono stati quarantacinque i paesi che hanno deciso di non aderire all’evento organizzato dall’ONU