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Sogno cinese

Quanto è pericolosa l’ascesa della Cina?

C’è un grande dibattito, da sempre, tra i cosiddetti “panda huggers” e i più scettici rispetto alla crescita cinese. Negli ultimi tempi alcuni studiosi della Cina, per lo più americani, hanno cominciato un dibattito circa l’approccio tenuto in questi anni dagli esperti, nei confronti della crescita cinese. Tra errori e ammissioni, alcuni ritengono di aver sbagliato tutto.

La Cina nella sua era delle ambizioni

Spesso ci si chiede se la Cina, entrata nella sua «era dell’ambizione», potrà svilupparsi in modo pacifico, senza entrare in contrasto con altri paesi nella sua area di influenza e più in generale nel mondo intero. Se lo chiede anche uno dei più importanti – e brillanti – corrispondenti stranieri in Cina, Evan Osnos, del New Yorker. Osnos ha scritto sul gigante cinese da Pechino, dal 2005 al 2014, con uno stile inconfondibile, fatto di precisione, grande conoscenza del paese e possibilità di dipanare racconti sufficientemente lunghi, in termini di parole, per spiegare fenomeni complessi.

La rivoluzione del calcio di Xi Jinping

Durante gli anni trascorsi in Cina ho lavorato anche come allenatore di calcio, in una scuola cinese. La domanda che mi facevano i genitori quando portavano i loro figli al campo di allenamento era: “Potrà diventare un nuovo Messi?”. La domanda che mi facevano amici italiani sul calcio cinese era: “Come è possibile che una nazione di un miliardo di persone non riesca a produrre undici buoni calciatori?”. Ci sono questioni legate alla cultura, agli investimenti e alla necessità di programmare.

La Cina è preoccupata per i propri investimenti esteri

Scrive il Financial Times: «Un voto per porre fine all’austerità in Grecia. Il crollo dei prezzi del petrolio crea un buco nelle finanze del Messico. I risultati shock delle elezioni in Sri Lanka». I nodi cinesi all’estero, scrive il quotidiano finanziario, vengono al pettine. Già, perché mentre aumentano gli investimenti cinesi all’estero, aumentano le problematiche politiche. «Non siamo abituati a queste complessità, ci manca l’esperienza» fanno sapere da Pechino. La politica mondiale in escandescenza tra ribellione all’austerity e guerre per procura, comincia dunque a infastidire il capitale cinese? Intanto Li Keqiang ha invitato Tsipras in Cina.

La Cina, Charlie Hebdo e la libertà di espressione

I commenti dei media cinesi riguardo i fatti avvenuti in Francia, sono interessanti per due ordini di motivi: innanzitutto perché la Cina è un paese in cui non vige la completa libertà di stampa, i media sono fortemente controllati dagli apparati del Partito (presenti in ogni redazione) e negli ultimi tempi – da quando Xi Jinping è al potere – il controllo sui contenuti, se possibile, si è fatto ancora più forte. In secondo luogo la Cina ha un problema interno legato all’estremismo religioso islamico, poiché nella regione nord occidentale del Xinjiang, la (ex) maggioranza musulmana costituisce da sempre una spina nel fianco della sovranità e territorialità di Pechino.

La stretta ideologica di Xi

Negli ultimi tempi Xi Jinping, oltre alla campagna anti corruzione, sembra aver concentrato le proprie attenzioni anche sul mondo dei media, delle università e della cultura in generale, alla ricerca di una sorta di unità ideologica su cui puntellare la propria leadership.

I cinesi condannano a Natale

Lo scrittore Giorgio Scerbanenco intitolò uno dei suoi romanzi più famosi, «I milanesi ammazzano al sabato». Perché, si è detto, il resto della settimana i milanesi, sarebbero troppo impegnati a lavorare, per potersi permettere lo sfizio di commettere un omicidio. Analogamente, negli ultimi anni, i cinesi tendono a processare e condannare (in un lasso di tempo piuttosto breve) proprio a Natale.

Il nuovo ordine asiatico

Zheng He è un eunuco cinese, di religione musulmana che, circa 600 anni fa, venne messo a capo della flotta marittima cinese, dall’allora imperatore – della dinastia dei Ming – Zhu Di. Le sue imprese sono considerate mitiche (si dice che abbia addirittura scoperto l’Australia e la Nuova Zelanda) e rimandano ad una grandezza navale cinese che non venne mai più replicata.  

Cina: Abe con ghiaccio, Russia e Corea del Sud

Le foto parlano più di qualsiasi altra cosa. Due capi di Stato che a stento nascondono l’imbarazzo, quando non un vero e proprio fastidio, nel momento di stringersi la mano. E dire che non si erano mai incontrati. L’appuntamento di lunedìi, infatti, tra il presidente cinese Xi Jinping e il premier giapponese Shinzo Abe, è il primo tra i due, dopo la propria ascesa al potere nei rispettivi Paesi.

Obama “insipido” e l’incontro con Xi Jinping

Tra una settimana Obama e Xi Jinping si incontreranno, nel tentativo, secondo i media cinesi, di ripristinare delle relazioni amichevoli. Sul nuovo vertice, pesano però le recenti elezioni midterm americane che hanno pesantemente sconfitto l’attuale presidente americano. Nel frattempo la stampa cinese ha definito Obama, “insipido”. 

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