L’intelligence americana è convinta che Pyongyang condurrà a breve un nuovo test sotterraneo di un’arma nucleare. Intanto, a fine maggio è prevista la visita di Joe Biden alla Zona demilitarizzata
La portavoce della Casa Bianca ha fatto sapere che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden potrebbe recarsi alla Zona demilitarizzata, il luogo che divide la penisola coreana sul 38° parallelo dopo la guerra del 1950-1953, durante il suo viaggio in Corea del Sud e in Giappone previsto tra il 20 e il 24 maggio.
Ritorno alla “pazienza strategica”
Biden ci è già stato, alla Zona demilitarizzata, prima di diventare Presidente, così come diversi suoi predecessori. Donald Trump è stato però il primo a riunirsi lì con un leader nordcoreano: con Kim Jong-un, nel giugno 2019. L’incontro avrebbe dovuto favorire la distensione tra Washington e Pyongyang ma, non avendo portato a risultati concreti, si rivelò essere di fatto una photo-op.
L’approccio dell’amministrazione Biden al regime di Kim è finora molto diverso da quello di Trump, che rispondeva ai test missilistici nordcoreani in maniera piuttosto brusca (si riferiva al leader con l’espressione rocket man, “uomo razzo”, tra le altre cose). Dall’inizio dell’anno Pyongyang ha effettuato ben quindici lanci di missili: nel 2021, per fare un paragone, ce ne sono stati otto e quattro nel 2020. Eppure la reazione statunitense è stata discreta, con comunicati di condanna e poco più: un probabile segnale di ritorno alla cosiddetta “pazienza strategica”, la politica sulla Corea del Nord elaborata dall’ex Presidente Barack Obama che – semplificando – consisteva nell’ignorare le “provocazioni” del leader supremo.
A breve però Biden incontrerà il nuovo Presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol: è un conservatore che promette un approccio diverso e duro alla Corea del Nord, accantonando la politica di avvicinamento (“Sunshine Policy”) del predecessore Moon Jae-in. Yoon ha detto anche di voler stringere i legami tra Seul e Washington e potrebbe perfino rafforzare le relazioni con Tokyo, in crisi da anni per motivi che affondano nel passato della dominazione coloniale giapponese.
Un nuovo test nucleare?
Intanto, l’intelligence degli Stati Uniti è convinta che la Corea del Nord, dopo aver ripreso i lanci di missili balistici intercontinentali, condurrà entro fine mese un test sotterraneo – il settimo in tutto, e il primo dal settembre 2017 – di un’arma nucleare. Da Seul confermano. I funzionari americani e sudcoreani ripetono infatti da settimane che ci sono segnali di lavori in corso a Punggye-ri: si trova a nord della capitale ed è l’unico sito per i test nucleari in Corea del Nord di cui si è a conoscenza.
L’occasione per l’esperimento potrebbe essere proprio l’incontro tra Biden e Yoon. Pyongyang, infatti, stava preparando un test nucleare anche durante la visita di Obama in Corea del sud nel 2014; nel 2016 ne effettuò uno poco dopo la conclusione di un vertice asiatico con il Presidente statunitense.
L’intelligence americana è convinta che Pyongyang condurrà a breve un nuovo test sotterraneo di un’arma nucleare. Intanto, a fine maggio è prevista la visita di Joe Biden alla Zona demilitarizzata
La portavoce della Casa Bianca ha fatto sapere che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden potrebbe recarsi alla Zona demilitarizzata, il luogo che divide la penisola coreana sul 38° parallelo dopo la guerra del 1950-1953, durante il suo viaggio in Corea del Sud e in Giappone previsto tra il 20 e il 24 maggio.