Il Presidente Díaz-Canel parla di “provocazioni di gruppi antirivoluzionari assoldati dagli Stati Uniti” per destabilizzare le istituzioni cubane
Per la prima volta dagli anni ’90 durante il ribattezzato periodo speciale, a Cuba si registrano numerose proteste anti-governative in diverse città dell’isola, con i manifestanti che lamentano condizioni di vita degradanti sia per quanto riguarda l’approvvigionamento di cibo che sul fronte delle libertà d’espressione. La pandemia da una parte e le pesanti sanzioni imposte dagli Stati Uniti dall’altra non agevolano il lavoro della presidenza di Miguel Díaz-Canel, che accusa Washington di aver organizzato le manifestazioni per destabilizzare le istituzioni cubane.
Sui social circolano i video delle persone riunitesi nelle piazze e davanti ad alcuni luoghi delle istituzioni del Paese come il Capitolio Nacional de La Habana che richiedono maggiore libertà e slogan contro il Partito comunista. Dopo la divulgazione delle immagini su Twitter, le autorità hanno ristretto l’accesso a Internet e reagito in alcuni casi con violenza nei confronti della gente scesa in piazza.
Con la pandemia ancora in corso, Cuba nei giorni scorsi ha registrato 7mila contagi da coronavirus, nonostante sia in possesso di più vaccini sviluppati completamente sull’isola, come il Soberana 2 e il Soberana Plus. Proprio di recente, la holding biotecnologica governativa BioCubaFarma ha annunciato di aver messo a punto un siero efficace al 91.2%
Ancora una volta, Cuba mostra due facce della stessa medaglia: un sistema sanitario universale capace di produrre un antidoto contro il Covid-19 supportato dalla ricerca biotecnologica e, al contempo, una scarsa gestione delle libertà civili e politiche. Díaz-Canel ha parlato di “provocazioni di gruppi antirivoluzionari assoldati dagli Stati Uniti”, che tramite la Casa Bianca chiedono che il Governo ascolti le istanze dei manifestanti.
La presidenza democratica non ha ancora preso in mano concretamente il dossier cubano, lasciando invariate le sanzioni che pesano gravemente sull’isola, col rischio di spingere L’Avana ancora di più verso la Russia e la Cina. Ma la posizione di Biden è complicata: in quanto Presidente al primo mandato, un’azione d’apertura verso Cuba sarebbe difficile da far digerire ad ampie fette dell’elettorato, specie gli esuli in aperto contrasto con le autorità dell’isola.
L’articolo è stato citato durante la puntata di Rai Radio 3 “Tutta la città ne parla” su Cuba. Ascolta l’intera puntata o dal minuto 38.
Il Presidente Díaz-Canel parla di “provocazioni di gruppi antirivoluzionari assoldati dagli Stati Uniti” per destabilizzare le istituzioni cubane