Dal vertice europeo di Atene Mario Draghi accelera sulle politiche contro il cambiamento climatico attraverso un’intesa Ue/Usa, e Biden, in un vertice sul clima negli Usa, propone un accordo con la Ue per tagliare le emissioni di metano.E’ vero: il presidente del Consiglio Mario Draghi non volerà a New York la settimana prossima per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (c’è chi dice perché gli sarebbe stato negato l’onore di un key-note speech come presidente del G20). Ed è anche vero che il presidente americano Joe Biden non ha citato pubblicamente l’Italia tra i Paesi europei che si sono maggiormente impegnati con le loro truppe nella missione internazionale in Afghanistan. Ma c’è da dire che il clima dei rapporti Roma-Washington resta disteso. Ed anzi potrebbe migliorare se, come pare, Italia e Stati Uniti lavoreranno nei prossimi mesi su un dossier di comune interesse come quello dei cambiamenti climatici. Il presidente Usa Biden in un vertice sul clima ieri ha proposto di lavorare con la Ue per impegnarsi a tagliare di quasi un terzo le emissioni di metano entro il 2030. E’ il “Global Methane Pledge” che incontra subito l’approvazione del premier italiano Mario Draghi perché lo ritiene perfettamente in linea con le conclusioni del G20 ambiente che si è tenuto poche settimane fa a Napoli. “Dobbiamo – osserva Draghi – Ue e Usa raggiungere un’intesa comune sulla necessità di ridurre in modo significativo tutte le emissioni di gas a effetto serra, compreso il metano, nel prossimo decennio”. Del resto, dagli incendi di questa estate agli aumenti delle bollette, i cambiamenti climatici non sono più argomento per convegni accademici ma stanno cambiando radicalmente la nostra vita.
Sempre ieri, ad Atene, il vertice dei sette capi di Stato e di Governo dei Paesi europei del Mediterraneo (da quest’anno allargato anche a Croazia e Slovenia) ha insistito sugli obiettivi fissati a Parigi e sollecitato una più stretta integrazione tra le politiche ambientali dei vari Paesi europei e un’ulteriore cooperazione nell’ambito del meccanismo Ue di risposta ai disastri. Dossier che l’Italia sta gestendo nella copresidenza con il Regno Unito della Cop 26 e nella presidenza del G20. Un pre-Cop26 è previsto già a fine mese a Milano con l’incontro ad alto livello delle Nazioni Unite dal 30 settembre al 2 ottobre preceduto dall’evento dedicato ai giovani “Youth4Climate: Driving Ambition”.
Al vertice di Atene, Draghi spiega come “occorra considerare che una transizione così grande e rapida comporti costi sociali ed economici immensi; qui abbiamo una scelta, un programma che non è facile da conciliare. Da un lato siamo determinati a percorrere l’obiettivo della transizione ecologica con il massimo impegno, la massima determinazione; dall’altro siamo determinati a proteggere soprattutto i più deboli dai costi sociali che potrebbero essere – come stiamo vedendo ora dalle bollette – davvero significativi”. Insomma, “Dobbiamo sederci insieme e ragionare molto attentamente a livello europeo. Nessuno di noi è disposto ad aumentare il costo sociale di questa transizione, ma allo stesso tempo nessuno di noi è disposto a ignorare le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici”.
Nel processo di transizione ecologica in atto, aggiunge Draghi, “bisogna anche chiedersi se il debito che accumuleremo sarà sostenibile: è chiaro che in tutto questo un ruolo chiave e fondamentale sarà dell’Unione europea e della Commissione. I Paesi all’interno dell’Europa in questo viaggio nella lotta al cambiamento climatico sono in una posizione diversa: quelli del Nord dipendono meno da certi idrocarburi”. Draghi riconosce il ruolo “straordinario” della Ue nell’acquisto dei vaccini, ruolo che può funzionare ora anche per il coordinamento sul clima.
Ma, insieme agli altri leader europei e alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen Draghi solleva anche la questione della difesa europea. ”Gli eventi di questi ultimi mesi – dice – stanno portando a un profondo riesame delle nostre relazioni internazionali, occorre rafforzare la sovranità europea e uno di questi aspetti è la difesa europea, è iniziata una riflessione esplicita su aspetti organizzativi, siamo solo all’inizio ma sono certo che questa riflessione ci terrà occupati per gli anni a venire”. Il vertice di Atene affronta anche la situazione sicurezza nella sponda Sud del Mediterraneo, regioni a forte instabilità che richiedono gli sforzi congiunti di tutti i Paesi europei del Mediterraneo. Difficile che non si sia parlato anche delle ambizioni egemoniche della Turchia nel Mediterraneo orientale e del suo ruolo per la stabilità della regione e per il futuro dell’Afghanistan. Temi questi ultimi sui quali forse il rapporto tra Ue e Usa resta ancora un po’ in bilico.
Sempre ieri, ad Atene, il vertice dei sette capi di Stato e di Governo dei Paesi europei del Mediterraneo (da quest’anno allargato anche a Croazia e Slovenia) ha insistito sugli obiettivi fissati a Parigi e sollecitato una più stretta integrazione tra le politiche ambientali dei vari Paesi europei e un’ulteriore cooperazione nell’ambito del meccanismo Ue di risposta ai disastri. Dossier che l’Italia sta gestendo nella copresidenza con il Regno Unito della Cop 26 e nella presidenza del G20. Un pre-Cop26 è previsto già a fine mese a Milano con l’incontro ad alto livello delle Nazioni Unite dal 30 settembre al 2 ottobre preceduto dall’evento dedicato ai giovani “Youth4Climate: Driving Ambition”.
Al vertice di Atene, Draghi spiega come “occorra considerare che una transizione così grande e rapida comporti costi sociali ed economici immensi; qui abbiamo una scelta, un programma che non è facile da conciliare. Da un lato siamo determinati a percorrere l’obiettivo della transizione ecologica con il massimo impegno, la massima determinazione; dall’altro siamo determinati a proteggere soprattutto i più deboli dai costi sociali che potrebbero essere – come stiamo vedendo ora dalle bollette – davvero significativi”. Insomma, “Dobbiamo sederci insieme e ragionare molto attentamente a livello europeo. Nessuno di noi è disposto ad aumentare il costo sociale di questa transizione, ma allo stesso tempo nessuno di noi è disposto a ignorare le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici”.