Trovato un accordo politico sulla tassazione minima globale voluta da Biden, ma restano le incertezze per pandemia e cambiamento climatico
VENEZIA – L’Ocse e il G7 in Cornovaglia hanno aperto la strada alla global minimum tax sui giganti transnazionali. Il Presidente americano Joe Biden, che si era fatto promotore della battaglia contro l’elusione fiscale delle multinazionali, è riuscito alla fine a ottenere anche il disco verde di Cina e India. Ma il testimone è ora nelle mani del Ministro dell’Economia Daniele Franco, Presidente del G20 dei Ministri finanziari. Dalla sala “squadratori” dell’Arsenale di Venezia Franco imprime in queste ore la spinta finale all’accordo politico per tassare equamente i colossi transnazionali, impedire shopping fiscali, ridurre le attuali diseguaglianze e allentare la pressione fiscale sul mondo del lavoro.
Venezia sarà dunque stato di un accordo politico cui seguirà un lavoro tecnico fino a ottobre, in tempo per essere approvato dal G20 dei capi di Stato e di Governo che prevederà di andare a regime entro il 2023, cancellando progressivamente le web tax nazionali. La bozza del comunicato finale di Venezia al riguardo è già abbastanza chiara: “Appoggiamo – dicono i Ministri finanziari – le principali componenti del sistema a due pilastri sulla riallocazione dei profitti delle multinazionali e un’effettiva tassa minima globale come prevista nell’accordo a livello Ocse”. Il documento ricalca quello approvato dalla drafting session dei vice capi delegazione G20, i cui lavori sono terminati lunedì, ed è ora all’esame dei Ministri e dei Governatori. Già aprendo i lavori dell’High-Level Tax Symposium al G20, il Ministro Franco rileva che “quello della tassazione è un tema cruciale per il futuro” e impone una forte “attenzione”, dalla fiscalità per le multinazionali a una aliquota minima globale, senza dimenticare il “cambiamento climatico che è al centro dell’agenda” del G20 che punta su “persone, pianeta e prosperità”.
Verso una “green economy”
Franco ha invitato tutti ad “agire” contro la “grande minaccia” rappresentata dal cambiamento climatico, “modificando le nostre abitudini”. Franco si dice “fiducioso che questa discussione aprirà la strada a un dialogo strutturale”. Sulla tassazione minima globale alle multinazionali il Ministro dell’Economia tedesco, Olaf Scholz, chiarisce: “Sono molto felice che ne abbiamo parlato. Dopo la lotta al Covid – spiega – abbiamo accumulato molto debito per combattere la crisi sanitaria, e contro questa crisi finanziaria è necessario che facciamo questo passo in avanti”.
Quanto all’impegno sul cambiamento climatico Franco richiama le difficoltà della scelta. Dopo anni di appelli e manifestazioni – tra cui quelle dei Fridays For Future – i protagonisti dell’economia globale sembrano aver trovato una posizione comune a Venezia. Il dato certo è che ignorare le conseguenze del cambiamento climatico non è più possibile. La “posta in gioco è molto alta: dobbiamo identificare le aree di convergenza”, osserva Franco. Anche se “la neutralità carbonica è un obiettivo ampiamente condiviso, avremo bisogno di strategie di mitigazione e adattamento, del supporto delle politiche fiscali. Non sarà facile da un punto di vista economico e fiscale. Sarà costoso e difficile, soprattutto per alcuni gruppi, aziende e comunità, ma non abbiamo scelta”.
Gli fa eco il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni secondo il quale “il momento per una svolta sembra essere giunto”. Per una tassazione a favore della green economy “ora o mai più”, avverte Gentiloni.
E il Ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, dopo aver ricordato che “il clima è la questione principale, ma costa”, ammette che “sul clima non siamo all’altezza del compito, abbiamo bisogno di modelli economici che ci permettano di affrontare il cambiamento climatico”. I Paesi del G20 hanno infatti una responsabilità sociale in quanto rappresentanti “dell’80% delle emissioni di gas serra”, prosegue Le Maire. “Se vogliamo essere credibili – dice – dobbiamo impegnarci per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050”. Per questo la Francia propone un global floor sul carbon pricing: “Un tetto globale: in questo modo tutti gli Stati membri potrebbero impegnarsi nel carbonio” spiega Le Maire.
E per gli Stati Uniti la segretaria al Tesoro Janet Yellen propone incentivi alla decarbonizzazione. “I Paesi – ricorda – dovranno creare degli incentivi dal punto di vista della decarbonizzazione, sussidi e incentivi pubblici e ovviamente anche politiche per intervenire e dare al settore pubblico e privato una chiarezza di incentivi e risorse per ridurre le emissioni”. Secondo Yellen il G20 “può fornire una piattaforma per consentire di lavorare insieme e evitare ricadute negative dal punto di vista internazionale”. Sempre da Washington anche la direttrice del Fmi, Christalina Georgieva, dice che per accelerare sul clima serve “un segnale potente sul fronte dei prezzi” che porterà a raggiungere i “75 dollari a tonnellata” per il carbonio “entro il 2030”, contro gli attuali 3 dollari.
La sfida del Covid-19
Quanto alla pandemia, la sfida del Covid-19 non è ancora vinta e i Paesi del G20 ne sono pienamente consapevoli. Dal G20 arriva un piano d’azione per rispondere a future eventuali crisi pandemiche. L’High Level Independent Panel (Hlip), panel indipendente di esperti per il finanziamento dei beni comuni globali, per la risposta alle crisi pandemiche, in un report propone una serie di misure per contrastare future crisi. Tra le soluzioni “cruciali e attuabili” un massiccio programma di investimenti da 15 miliardi di dollari annui per un totale di 75 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni.
La recessione, dice il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, spinge “l’economia globale verso territori incerti. Credo che Governi e banche centrali possano fare molto per preparare le economie del futuro rendendo la crescita più forte, più inclusiva e sostenibile e spingendola con un mix di strumenti”. Il Ministro Franco, pur ricordando che per l’Italia “la crescita quest’anno sarà almeno del 5%”, ribadisce che “dobbiamo considerare che la nostra sfida principale rimane la crescita strutturale”.
Franco si attende “che questo shock economico” causato dal Covid “sarà in grado di far superare le debolezze strutturali e spingere l’economia in una traiettoria di crescita. Ma il Pnrr non è una panacea per le debolezze di lunga data del Paese. E deve essere accompagnato da una combinazione ambiziosa di riforme”. Per questo le istituzioni non possono farsi trovare impreparate.
Trovato un accordo politico sulla tassazione minima globale voluta da Biden, ma restano le incertezze per pandemia e cambiamento climatico