Nella prima riunione del G7 Draghi ha già ricevuto dimostrazioni di stima e affetto. Da qui, l’incarico al G20 per coordinare l'azione globale sui vaccini
Nella prima riunione del G7 Draghi ha già ricevuto dimostrazioni di stima e affetto. Da qui, l’incarico al G20 per coordinare l’azione globale sui vaccini
Sarà il G20 presieduto da Mario Draghi a curare già nei prossimi giorni i seguiti del vertice G7 di venerdì pomeriggio che ha definito l’immunizzazione estesa contro la pandemia come “bene globale collettivo”. Sono in corso contatti per definire in telefonate o videoconferenze i dettagli della futura azione globale sui vaccini anti Covid con il segretario delle Nazioni Unite, António Guterres, e con il premier inglese, Boris Johnson, Presidente di turno del G7.
Più nel dettaglio, l’Italia – in quanto Presidente di turno del G20 e organizzatore del Global Health Summit del 21 maggio a Roma (oltre 40 i Paesi invitati) – avrà il compito di creare un gruppo di lavoro di alto livello per indentificare i problemi industriali e commerciali nel reperimento delle dosi e della loro distribuzione. C’è grande fiducia da parte di tutti i leader del G7 sul fatto che Draghi, per la sua storia personale e la sua autorevolezza, sia la persona giusta per un compito così gravoso.
Venerdì, nella prima riunione dei capi di Stato e di Governo del G7, Draghi ha ricevuto molte dimostrazioni di stima, apprezzamento ma anche di grande affetto – e non solo – dal Presidente americano Joe Biden, dagli europei Merkel e Macron e, inaspettatamente, anche dal premier canadese Justin Trudeau. Nel giro di tavolo del vertice, Draghi ha parlato per secondo in base al rigido ordine alfabetico dopo il Presidente americano Biden (anche lui new entry nel G7, insieme a Draghi e al premier giapponese Yoshihide Suga). Con lo stesso Biden si sono salutati con affetto e durante la videoconferenza si sono spesso scambiati segni di assenso e condivisione su alcuni interventi (anche mostrando il pollice alzato).
Nella sua introduzione, il premier inglese ha tenuto a ricordare che lui e Draghi portano sulle loro spalle in questo momento una grande responsabilità condivisa sugli strumenti per affrontare la pandemia, come Presidenti di turno del G7 e del G20, e che lavoreranno insieme spalla a spalla. Secondo Johnson, le principali potenze mondiali devono “far sì che il mondo intero sia vaccinato”, oltre ad assicurare che tutti i Paesi procedano insieme. “Non abbiamo interesse a vaccinare solo le nostre popolazioni; – ha precisato il premier inglese – dobbiamo assicurare che il mondo intero sia vaccinato poiché si tratta di una pandemia globale e non serve a niente che un Paese avanzi da solo. Non ne usciremo se non avanzeremo insieme verso un’immunizzazione generale della popolazione mondiale”.
Le risorse finanziarie ci sono. Ora il problema è l’interlocuzione con Big Pharma per tradurre rapidamente nei fatti la volontà dei sette Grandi. I leader del G7 affermano che “oggi, con l’aumento del nostro impegno finanziario di oltre quattro miliardi di dollari a ACT-A e Covax, l’appoggio collettivo del G7 è di sette miliardi di mezzo di dollari”. “Il Covid 19 – si legge nel comunicato finale del G7 – ha mostrato che il mondo ha bisogno di difese più forti contro i futuri rischi alla sicurezza della salute globale. Lavoreremo con l’Oms, il G20 e altri, soprattutto tramite il Global Health Summit di Roma, per rafforzare la salute globale e l’architettura della sicurezza sanitaria esplorando fra l’altro il potenziale valore di un trattato globale sulla salute”.
La presidenza inglese del G7 ha anche preannunciato un piano che prevede uno sforzo collettivo per la riduzione a 100 giorni del tempo necessario a sviluppare gli aggiornamenti dei vaccini per contrastare in modo più specifico nei prossimi mesi anche le ultime, temute varianti del coronavirus. È previsto, poi, che siano rilanciati gli impegni sul finanziamento degli aiuti per le vaccinazioni nei Paesi poveri del mondo e più indietro nelle campagne vaccinali. Impegni già definiti nell’ambito del programma Covax, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità col patrocinio dell’Onu. Su questo fronte il Presidente Biden ha messo sul piatto 4 miliardi di dollari da parte degli Usa, cifra peraltro già promessa da Washington nel dicembre scorso per il Covax; mentre l’Ue ha formalizzato nel suo complesso un raddoppio del proprio contributo a un miliardo di euro, contro il mezzo milione messo a disposizione finora, inferiore inizialmente ai circa 600 milioni stanziati fin da subito dal solo Regno Unito.
Secondo la Cancelliera tedesca Angela Merkel, la lotta alla pandemia ha riproposto la necessità del multilateralismo; necessità che già si mostra nelle prime decisioni della presidenza Biden, come il rientro degli Stati Uniti agli accordi di Parigi sul clima, abbandonati da Donald Trump. La Germania poi contribuirà con 1,5 miliardi di euro aggiuntivi alla lotta contro la pandemia e alla campagna globale di vaccinazione Covax. Lo ha annunciato il Ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, a margine dei lavori del G7. La Germania ha già contribuito a questa campagna con 600 milioni di euro e ora metterà a disposizione dell’alleanza per il vaccino Gavi, l’organo che gestisce il programma Covax, 1 miliardo di euro per le vaccinazioni nei Paesi in via di sviluppo. Gli altri 500 milioni andranno a favore della ricerca sui vaccini.
Sarà il G20 presieduto da Mario Draghi a curare già nei prossimi giorni i seguiti del vertice G7 di venerdì pomeriggio che ha definito l’immunizzazione estesa contro la pandemia come “bene globale collettivo”. Sono in corso contatti per definire in telefonate o videoconferenze i dettagli della futura azione globale sui vaccini anti Covid con il segretario delle Nazioni Unite, António Guterres, e con il premier inglese, Boris Johnson, Presidente di turno del G7.
Più nel dettaglio, l’Italia – in quanto Presidente di turno del G20 e organizzatore del Global Health Summit del 21 maggio a Roma (oltre 40 i Paesi invitati) – avrà il compito di creare un gruppo di lavoro di alto livello per indentificare i problemi industriali e commerciali nel reperimento delle dosi e della loro distribuzione. C’è grande fiducia da parte di tutti i leader del G7 sul fatto che Draghi, per la sua storia personale e la sua autorevolezza, sia la persona giusta per un compito così gravoso.
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