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Haiti nel baratro, in mano alle gang


Dopo le dimissioni del primo ministro Ariel Henry le forze politiche haitiane negoziano la creazione di un governo di transizione con il sostegno internazionale. Intanto il paese è in mano ad un inedito sodalizio tra le bande criminali.

Continua la spirale di violenza in cui è immersa Haiti da settimane, Paese oggi acefalo, e al centro di intense negoziazioni tanto a livello internazionale come a livello domestico. Il tour internazionale del primo ministro Ariel Henry, che tra la fine febbraio e inizio marzo ha visitato Guayana, Kenya e Stati Uniti in cerca di sostegno politico al proprio governo, ha rafforzato l’alleanza tra le diverse gang che gestiscono praticamente la totalità del territorio della capitale Port-au-Prince.

I clan riuniti sotto il comando di Jimmy Chérizier, detto Barbecue, hanno preso d’assalto i principali centri nevralgici del paese, partendo dalle prigioni della capitale, da dove sono stati liberati quasi 4.000 detenuti, per poi bloccare l’aeroporto internazionale e il porto, principale porta d’ingresso degli aiuti umanitari diretti agli 11 milioni di haitiani impoveriti da una crisi senza fine.

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