Teheran e La Paz firmano un memorandum che aiuterebbe il Paese sudamericano alla lotta al traffico di droga. Buenos Aires invia una nota all’Ambasciata boliviana per chiarimenti
Il memorandum d’intesa tra l’Iran e la Bolivia, che che prevede il rafforzamento della cooperazione in ambito difensivo e di sicurezza, ha creato scalpore in Sud America, con l’Argentina, Paese confinante, che chiede al Governo di La Paz spiegazioni sul reale contenuto dell’accordo. La questione nasce dalla visita del ministro della Difesa Edmundo Novillo presso la Repubblica Islamica avvenuta la scorsa settimana, accolto dal ministro iraniano Mohammad-Reza Ashtiani.
Una missione diplomatica particolare ma non insolita, dato che l’Iran intrattiene relazioni di lungo corso con La Paz e con altri Paesi sudamericani, su tutti il Venezuela, ma che stavolta obbliga all’intervento un importante vicino, l’Argentina, che con la Bolivia condivide un lungo confine di 770 km. Il Governo di Buenos Aires ha inviato una nota all’Ambasciata boliviana nella capitale argentina, “chiedendo informazioni sullo scopo delle discussioni e di possibili accordi raggiunti durante la visita del Ministro Novillo nella Repubblica Islamica dell’Iran”.
Una nota arrivata congiuntamente, il giorno 20 luglio, alle richieste delle opposizioni. “Il Ministero della Difesa — ha detto Gustavo Aliaga, deputato e Segretario del Comitato per le Forze Armate — deve spiegare l’agreement e perché è stato siglato con una nazione che ha problemi a livello internazionale, specie quando la Bolivia dovrebbe essere un Paese pacifista secondo la Costituzione”. Ma non tutto l’arco parlamentare concorda sullo scetticismo di Aliaga: per il Senatore Leonardo Loza, Segretario del Comitato per la Sicurezza del Senato, “la nazione ha il diritto a firmare questi accordi. Sono gli Stati Uniti la nazione più pericolosa”.
Da quanto si apprende, l’Iran supporterebbe la Bolivia al contrasto del traffico di droga lungo il confine con Teheran pronta a fornire equipaggiamento a tale scopo. Parole non esattamente precise su quello che sarebbe il ruolo iraniano in territorio boliviano, con il Ministro Novillo sfuggente sui dettagli del memorandum of understanding. Aliaga, Segretario del Comitato per le Forze Armate, ha parlato di voci relative a quelle che sarebbero le promesse iraniane. “Alcuni dicono che ci daranno droni, altri missili. Tutto ciò è strano, ancor di più perché è coinvolto l’Iran. Non capisco perché la Bolivia voglia farsi coinvolgere in una relazione così complicata”.
Le polemiche sull’accordo si legano anche alle pressioni della delegazione delle associazioni ebraiche argentine, la DAIA, in riferimento al terribile attentato che nel 1994 ha ucciso 85 persone di fede ebraica in un centro culturale di Buenos Aires. Per lungo tempo i procuratori argentini hanno seguito la pista iraniana, accusando le autorità di Teheran — su tutti Ahmad Vahidi, ex ministro della Difesa — di essere mandanti del tragico evento. La Repubblica Islamica ha sempre negato ogni coinvolgimento. Tuttavia, le proteste della DAIA hanno spinto il Governo argentino ad approfondire con la Bolivia sulla natura dell’accordo firmato dal Ministro boliviano in Iran. DAIA ha chiesto all’esecutivo di “condannare l’accordo e di spingere La Paz a riconsiderare questa decisione”.