Altissima la partecipazione al voto: circa il 73% dei polacchi si è recato alle urne. Possibile stop al terzo mandato della formazione euroscettica. Il PiS di Kazcynski primo partito
Sono previsti per domani i risultati definitivi delle elezioni in Polonia, ma un dato è certo: la partecipazione al voto è stata altissima, col 73% dei cittadini del Paese che nella giornata di ieri si è recato alle urne per offrire un quadro ancor più preciso del sentimento politico nazionale. Dai seggi elettorati esce fuori, ancora una volta, un’idea di Polonia ben diversa a seconda degli schieramenti, che — secondo gli exit poll — darebbero la maggioranza all’opposizione di Coalizione Civica di Donald Tusk, già Presidente del Consiglio Europeo. Tuttavia, il primo partito sarebbe ancora il PiS di Jarosław Kaczyński.
Lo stesso leader della formazione euroscettica che domina la scena politica polacca dal 2015 ha affermato che non è chiaro se il suo movimento sarà in grado di formare un nuovo Governo: un primo arretramento dalle posizioni di sicurezza che hanno contraddistinto il PiS, capace di rivoluzionare le politiche della nazione, trascinata in numerosi faccia a faccia durissimi con l’Ue — dalla riforma della giustizia al diritto all’aborto ampiamente negato, passando per le posizioni sui migranti — che hanno portato Bruxelles al congelamento dei fondi per Varsavia.
Lo schieramento opposto esprime felicità per il risultato in divenire. “Questa è la fine dei tempi bui, la fine del Governo del PiS. La Polonia ha vinto, ha vinto la democrazia”, ha detto Tusk. Se riuscisse a formare un esecutivo, la piattaforma europeista metterebbe un freno alla crescita dei populismi in tutta Europa, con esempi tristemente lampanti l’Italia di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, la Slovacchia di Robert Fiko, l’Ungheria di Viktor Orban. Il blocco dei Paesi Višegrad si ritroverebbe una Polonia rigida rispetto alle tematiche diventate punto di forza delle destre dell’Europa centrale, che tanto hanno rallentato i lavori in sede Ue e annacquato numerose iniziative.
Per gli exit poll, il PiS avrebbe conquistato il 37% dei consensi, mentre la Coalizione Civica il 31,6%, Terza Via il 13%, La Sinistra l’8.6%: insieme, rappresenterebbero la nuova potenziale maggioranza del Parlamento polacco. Una sfida per Donald Tusk in prima persona, che dovrà mediare tra le varie posizioni e cercare di superare i potenziali veti del Presidente Andrej Duda, vicino al PiS. Quella dell’opposizione è stata una crescita lenta ma costante: già nel 2020 gli schieramenti contrari al Governo si unirono sotto la guida del Sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, portando al ballottaggio per le presidenziali proprio Duda che, al secondo turno, vinse con percentuali certamente non irresistibili: il 51,21% contro il 48,79% dell’avversario. Una chiara rappresentazione di quanto la Polonia fosse già pesantemente spaccata nel suo elettorato, specie tra grandi città e interno del Paese.