Il Regno Unito offre cyber protezione in chiave anti-cinese
Il Regno Unito rafforzerà le capacità di cyber security nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa e nell'Indo-Pacifico. Raab: "L'obiettivo è creare un cyber spazio libero e aperto", opposto a quello della Cina
Il Regno Unito rafforzerà le capacità di cyber security nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa e nell’Indo-Pacifico. Raab: “L’obiettivo è creare un cyber spazio libero e aperto”, opposto a quello della Cina
Il Regno Unitoinvestirà 22 milioni di sterline (circa 25,5 miliardi di euro) per il rafforzamento delle capacità di cybersicurezza nei Paesi in via di sviluppo, con un’attenzione particolare all’Africa e all’Indo-Pacifico.
Un cyberspazio libero e aperto
Durante il suo intervento, mercoledì, alla conferenza CYBERUK, il segretario degli Esteri britannico Dominic Raab ha detto che Londra sta “lavorando con i partner affini per assicurarsi che l’ordine internazionale che governa il cyberspazio sia adatto allo scopo” di tutelare i cittadini. “Il nostro obiettivo”, ha aggiunto, “dovrebbe essere quello di creare un cyberspazio che sia libero, aperto, pacifico e sicuro, a beneficio di tutti i Paesi e di tutte le persone”.
L’uso degli aggettivi “libero” e “aperto” richiama subito alla mente la definizione utilizzata dagli Stati Uniti per esprimere la loro visione per l’Indo-Pacifico, opposta a quella della Cina: è in questa regione che si concentra infatti la competizione geopolitica tra Washington e Pechino, alla quale Londra partecipa come alleata degli americani. È una competizione che tocca tantissimi ambiti diversi, dai vaccini allo spazio alle energie pulite, e che si estende anche al dominio cibernetico.
Nel suo discorso Raab traccia appunto una contrapposizione morale tra i Governi democratici che usano le proprie capacità informatiche “a fin di bene” e i “regimi autoritari come la Corea del Nord, l’Iran, la Russia e la Cina che usano la tecnologia digitale per sabotare e rubare, oppure per controllare e censurare”.
Raab ha inoltre annunciato che il Regno Unito collaborerà con l’Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia criminale, per la creazione di un nuovo hub dedicato alle operazioni cyber in Africa che avrà lo scopo di migliorare la collaborazione sulle indagini per i crimini informatici. Il centro riguarderà il Ghana, il Kenya, la Nigeria e il Ruanda e l’Etiopia: ad eccezione dell’ultimo, gli altri Paesi fanno parte del Commonwealth, associazione di (quasi tutti) ex-territori dell’impero britannico.
Respingere gli standard cinesi
“Dobbiamo conquistare i cuori e le menti in tutto il mondo con la nostra visione positiva per il cyberspazio come spazio libero, aperto a tutti gli utenti responsabili e lì a beneficio del mondo intero. E, francamente, dobbiamo impedire alla Cina, alla Russia e agli altri di riempire il vuoto multilaterale”. È forse la frase più rilevante pronunciata da Raab, quella che meglio esprime la portata strategica della mossa del Regno Unito.
Sia l’Europa che l’America e la Cina sanno bene che la definizione di regole di respiro internazionale sulle nuove tecnologie e su Internet è uno strumento utile all’affermazione geopolitica sul mondo. In questo senso, la nuova amministrazione statunitense di Joe Biden sta puntando molto sul coordinamento con gli alleati per la definizione di standard condivisi – ma quanto più vicini ai valori americani – per respingere l’espansione cinese.
Sul tema c’è allineamento tra Washington e Londra. Il mese scorso Jeremy Fleming, direttore dell’agenzia di spionaggio britannica GCHQ, aveva appunto invitato l’Occidente a muoversi per impedire che Pechino domini le tecnologie emergenti – intelligenza artificiale, biotecnologie, computing quantistico – e controlli il “sistema operativo globale”. Fleming ha detto chiaramente che la Russia, con le sue capacità di effettuare attacchi hacker, è una minaccia; ma il pericolo più serio è rappresentato dalla possibilità che la Cina plasmi il cyberspazio a sua immagine. Con una figura retorica molto azzeccata, ha spiegato che “la Russia sta condizionando il meteo, mentre la Cina sta modellando il clima”.
L’influenza digitale cinese è forte in particolare nelle regioni individuate dal Regno Unito. In Africa, per esempio, Pechino è in prima linea nella costruzione di infrastrutture per Internet.
Il Regno Unito rafforzerà le capacità di cyber security nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa e nell’Indo-Pacifico. Raab: “L’obiettivo è creare un cyber spazio libero e aperto”, opposto a quello della Cina
Il Regno Unitoinvestirà 22 milioni di sterline (circa 25,5 miliardi di euro) per il rafforzamento delle capacità di cybersicurezza nei Paesi in via di sviluppo, con un’attenzione particolare all’Africa e all’Indo-Pacifico.
Un cyberspazio libero e aperto
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