L’incontro tra il Presidente Biden e il Primo Ministro al-Khadhimi chiude il cerchio alle operazioni avviate nel 2003 da Bush. Si apre un nuovo capitolo per l’Iraq…
Finisce una lunga epoca di forte presenza militare degli Stati Uniti in Iraq e si apre un nuovo capitolo per il Paese mediorientale. Con il termine della combat mission Usa, il ruolo dell’esercito statunitense verrà fortemente ridimensionato, in qualche modo andando a rispondere alle richieste della stesso Governo di Baghdad, critico nei confronti delle operazioni delle truppe di Washington nel Paese, utilizzato come terreno di scontro con i proxy dell’Iran sul campo.
L’incontro alla Casa Bianca tra il Presidente Joe Biden e il Primo Ministro Mustafa al-Khadhimi chiude il cerchio alle operazioni de facto avviate da George W. Bush nel 2003: rimarrà un contingente di supporto allo Stato iracheno. “Il nostro ruolo in Iraq continuerà attraverso le esercitazioni, l’assistenza, l’aiuto al combattimento dell’Isis, ma entro la fine dell’anno termina la combat mission”, ha dichiarato Biden alla stampa. Attualmente sono 2500 le truppe statunitensi nell’ex regno di Saddam Hussein.
Già nella giornata di lunedì, prima dell’ufficialità, alcuni media avevano annunciato che il Presidente avrebbe dichiarato il cambiamento della natura delle operazioni statunitensi nel Paese. Biden ha confermato le indiscrezioni, ponendo l’attenzione sul legame che si è creato tra Washington e Baghdad. “L’Iraq è un partner vitale in Medio Oriente per gli Stati Uniti — ha detto l’esponente democratico — e tutti i sacrifici compiuti sono serviti per rendere reale la partnership tra i nostri due Paesi”. Biden ha poi aggiunto che è intento della sua amministrazione rafforzare ulteriormente il rapporto con l’Iraq, al quale verranno inviate nelle prossime settimane mezzo milione di dosi di vaccino contro il Covid-19.
Il Primo Ministro al-Khadimi ha espresso gratitudine per l’annuncio relativo agli antidoti contro il coronavirus, notando l’aiuto dato da Washington nella lotta contro l’Isis. “Signor Presidente, la ringrazio per il sangue e le risorse date dall’America per un Iraq libero e democratico”, ha aggiunto al-Khadimi. Eppure, sembra esserci un sospiro di sollievo in Iraq per l’annuncio del termine delle operazioni da combattimento: lo stesso Governo ha più volte lamentato l’eccessivo interventismo statunitense sul territorio iracheno, così come è stato criticato quello iraniano.
Con la chiusura del capitolo iracheno, Biden supera le difficoltà di un movimentato e intenso periodo storico che né Donald Trump né Barack Obama riuscirono a mettere alle spalle. Prima l’Afghanistan, poi l’Iraq: una nuova era nelle relazioni dei Paesi mediorientali con gli Stati Uniti è davvero iniziata, con tutti i pericoli e le potenzialità del caso.
L’incontro tra il Presidente Biden e il Primo Ministro al-Khadhimi chiude il cerchio alle operazioni avviate nel 2003 da Bush. Si apre un nuovo capitolo per l’Iraq…