Stati generali: uno scarico di responsabilità o l’impegno solenne a fare le riforme post Covid?
La falciatrice che in queste ore sta ripulendo tutte le erbacce intorno alla Palazzina Algardi di Villa Pamphili per ospitare sabato 13 giugno gli Stati generali dell’Economia può essere eletta a emblema della nuova fase del Governo Conte. Superato il momento più critico dell’emergenza sanitaria, il Governo giallo-rosso vuole fare piazza pulita di tutti gli errori e le storture del sistema italiano soprattutto nei rapporti tra Governo centrale e Regioni emersi durante gli ultimi mesi (con code giudiziarie non ancora risolte come le mancate zone rosse della Lombardia) e concentrarsi sulla ripresa economica del Paese. Stati generali che sono stati bollati da alcuni commentatori come il frutto di “una politica senza idee che cerca l’alibi dei tavoli”. Una “grande operazione di scarico di responsabilità”.
Oppure, secondo altri osservatori, un tentativo volto ad acquisire credibilità nei confronti delle istituzioni europee che, nonostante tutto, continuano a trattare l’Italia da “osservato speciale” con una certa dose di diffidenza anche se non è più così incombente il “rischio Salvini” ma è in carica pur sempre un Parlamento controllato da una forza politica come i 5 Stelle che ha fatto dell’antipolitica e del conflitto con l’Europa la sua nota distintiva.
Tutte critiche che Palazzo Chigi respinge soprattutto per quanto riguarda i rapporti con Bruxelles e con le istituzioni finanziarie internazionali. Se sul fronte interno – dicono fonti vicine al premier Conte – è comprensibile la necessità di una certa visibilità dopo la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, nella dimensione esterna quello che Conte si prepara a fare a Villa Pamphili è un grande atto di responsabilità e di impegno a realizzare le riforme per rilanciare il Paese piegato dal Covid. Tutti i grandi organismi internazionali ed europei stanno ripetendo da settimane che nulla sarà come prima e che la crisi durerà a lungo con effetti dirompenti su Pil e deficit.
Tutte le ricette concordano sulla necessità di mettere un freno alla spesa corrente investendo sulla crescita e quindi capitale umano, infrastrutture immateriali, formazione, digitalizzazione, banda larga, sburocratizzazione. Senza dimenticare la progressiva riduzione delle emissioni con un aggancio al Green new deal del programma europeo della Presidente Ursula von der Leyen. Tutte cose, dirà Conte, che il Governo vuole fare “non perché ce lo chiede l’Europa ma perché ce lo chiedono gli italiani”. Una piena “assunzione di responsabilità” davanti ai vertici europei e internazionali che quindi, tra qualche mese, potranno misurare nei fatti la capacità dell’Italia nell’agganciare la ripresa.
Il programma degli Stati generali (che vedrà la presenza fisica solo di un gruppo di Ministri e del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco) è stato pensato tutto in questa chiave. Dopo l’intervento introduttivo di Conte sabato mattina alle 10.20 è previsto il collegamento con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Sarà poi la volta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e del commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Seguirà poi alle 12 da Francoforte il collegamento con la Presidente della Bce, Christine Lagarde. Alle 12.30 da Bruxelles sarà la volta del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Dopo una pausa alle 14,30 interverrà fisicamente il governatore Ignazio Visco seguito alle 15.00 da Angel Gurría, Segretario Generale dell’Ocse in collegamento da Parigi e alle 15.30 da Washington Kristalina Georgieva, direttrice operativa del Fondo monetario. Seguirà il Panel ‘Policy in the Post-Covid world: challenges and opportunities’ con la presenza di Raffaella Sadun (Professor of Business Administration at Harvard Business School), Olivier Blanchard già chief economist del Fondo monetario e John Van Reenen, professore al Mit di Boston.
La sede del Governo di Villa Pamphili non apriva i suoi battenti dall’11 novembre del 2019 quando ospitò una cena di lavoro tra Conte e la Cancelliera tedesca Angela Merkel dedicata in gran parte al dossier migranti e allacrisi libica. Ma quello era un altro mondo, eravamo nel pre-Covid. E, da allora, molte erbacce sono cresciute lì intorno…
La falciatrice che in queste ore sta ripulendo tutte le erbacce intorno alla Palazzina Algardi di Villa Pamphili per ospitare sabato 13 giugno gli Stati generali dell’Economia può essere eletta a emblema della nuova fase del Governo Conte. Superato il momento più critico dell’emergenza sanitaria, il Governo giallo-rosso vuole fare piazza pulita di tutti gli errori e le storture del sistema italiano soprattutto nei rapporti tra Governo centrale e Regioni emersi durante gli ultimi mesi (con code giudiziarie non ancora risolte come le mancate zone rosse della Lombardia) e concentrarsi sulla ripresa economica del Paese. Stati generali che sono stati bollati da alcuni commentatori come il frutto di “una politica senza idee che cerca l’alibi dei tavoli”. Una “grande operazione di scarico di responsabilità”.
Oppure, secondo altri osservatori, un tentativo volto ad acquisire credibilità nei confronti delle istituzioni europee che, nonostante tutto, continuano a trattare l’Italia da “osservato speciale” con una certa dose di diffidenza anche se non è più così incombente il “rischio Salvini” ma è in carica pur sempre un Parlamento controllato da una forza politica come i 5 Stelle che ha fatto dell’antipolitica e del conflitto con l’Europa la sua nota distintiva.
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