Il Regno di Sua Maestà comincia a ricevere i primi effetti spiacevoli di Brexit…
Benzinai chiusi e lunghe code alle stazioni di rifornimento aperte. In Gran Bretagna la carenza di camionisti, che da settimane ha messo in crisi la catena di approvvigionamento di supermercati e ristoranti, ora ha colpito anche i distributori di benzina. Il Governo di Boris Johnson ha rassicurato la popolazione che non ci sarebbe penuria di carburante nelle raffinerie e invitato gli automobilisti a non precipitarsi in massa ai distributori per non creare ingorghi.
Secondo l’Associazione degli autotrasportatori britannici (Road Haulage Association, che ha accusato il Governo di inerzia), a causa della Brexit, delle nuove regole sull’immigrazione e della pandemia, mancherebbero nel Paese circa 100mila conducenti di mezzi pesanti rispetto al fabbisogno del Regno Unito.
Lo stessa richiesta di aiuto arriva anche dagli importatori, che avvertono che il problema degli scaffali vuoti potrebbe aggravarsi, mettendo a rischio gli acquisti di Natale, e che in questo stato di cose una consegna su cinque potrebbe non raggiungere le principali catene di supermercati.
Il programma di visti provvisori
Il Governo, che ha invitato le imprese a formare personale britannico e a non continuare ad affidarsi a camionisti stranieri (dimostrando una volta di più quanto lontane dalla realtà siano queste politiche neo-nazionaliste che hanno ispirato Brexit e post-Brexit), sta cercando di correre ai ripari attraverso un programma di visti temporanei. Downing Street sabato sera ha confermato che, fino a Natale, per aiutare le industrie alimentari e di carburante, verranno emessi visti provvisori per 5.000 autisti di mezzi pesanti.
Marco Digioia, a capo dell’Associazione europea degli autotrasportatori, che rappresenta più di 200.000 aziende di autotrasporti in tutto il continente, ha dichiarato all’Observer: “Non sono sicuro di quanti vorrebbero andare nel Regno Unito”, e ha affermato che gli stipendi dei conducenti europei sono generalmente più alti che in Gran Bretagna e che le nuove norme dell’Ue sulle condizioni di lavoro sono migliori di quelle britanniche.
“Invitare i conducenti europei a tornare nel Regno Unito quando devono anche affrontare la realtà dei controlli doganali e alle frontiere, tutte le incertezze della Brexit… Dobbiamo essere realistici”. Intanto, Londra ha iniziato a mandare lettere ai camionisti in pensione e ha coinvolto l’esercito nella formazione di camionisti britannici.
Brexit mostra e continuerà a evidenziare i suoi limiti strutturali: il Regno Unito non ha alcuna capacità per sopperire alle infrastrutture europee. Quindi, come evidenzia il divertente video “Made in UK” che unisco qui sotto, la leadership inglese ha realizzato uno scambio: più sovranità su un piccolo Paese in cambio di continue difficoltà organizzative e di approvvigionamento, destinate ad aggravarsi con la spaccatura del Regno, che vedrà anno dopo anno alcuno suoi pezzi (la Scozia innanzitutto) mollare Londra e rientrare nell’Unione europea…
Dobbiamo solo aspettare…