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Regno Unito: fuori gli europei!


In attesa di rimontare a player globale, il Regno Unito gioca delle mini partite commerciali e prende di mira i cittadini Ue, detenuti come “irregolari senza visto”

Quel che resta della Brexit è un gioco di specchi. Sono passati cinque anni dal referendum con cui il 23 giugno 2016 il Regno Unito decise di lasciare l’Unione europea, sul filo del 52% a 48% e con importanti differenze geografiche al suo interno, e sei mesi dall’effettiva uscita di Londra dal mercato unico europeo.

L’impressione è che – fra “guerra delle salsicce” nell’Irlanda del Nord, Royal Navy schierata contro i pescherecci francesi al largo dell’isola di Jersey e chiusura dei confini ai lavoratori stranieri – “Little England” si trovi adesso a recitare a soggetto la parte di “Global Britain” che s’era cucita addosso già durante la campagna referendaria; una visione che nei mesi scorsi ha approfondito in un documento strategico che guarda alla proiezione esterna del Paese fino al 2030. Londra prova a salpare verso nuovi orizzonti senza esser riuscita, tuttavia, a togliere gli ormeggi che la tengono ancora legata al mai troppo amato approdo continentale.

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