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Cina: tutti pazzi per AI, specialmente il governo


L'ascesa dell'AI in Cina è particolarmente controversa: la tecnologia va considerata uno strumento per migliorare la qualità della vita delle persone o un’arma in mano a un regime illiberale ossessionato dalla stabilità sociale?

Baidu non è l’unica azienda cinese ad aver fiutato l’affare: anche Alibaba, Meituan, SenseTime, e iFlyTek, hanno sviluppato software analoghi. Tutti pazzi per l’IA. Presentando Ernie, il Ceo di Baidu Robin Li ha ammesso che, nonostante la tecnologia fosse ancora immatura, il lancio del chatbot rispondeva alla necessità di giocare di anticipo sui competitor: “ È il mercato che lo chiede”, ha detto senza giri di parole. A dire il vero, non è solo il mercato a chiederlo. Come per altri settori, anche nel caso dell’IA, l’interesse della comunità imprenditoriale ha ricevuto una poderosa spinta dall’alto: politiche nazionali e generosi investimenti statali da anni puntano a rendere la Cina leader mondiale nella tecnologia. È quindi il governo a chiederlo, spesso anche più del mercato.

Tutto è cominciato nel 2017, quando il governo Xi Jinping ha lanciato il “Piano per lo sviluppo della nuova generazione di intelligenza artificiale” con l’obiettivo di trasformare il paese asiatico nel principale centro di innovazione dell’IA entro il 2030.

La corsa alla leadership globale

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