La nuova health diplomacy è una gara di solidarietà tra vecchia Guerra Fredda e nuove alleanze
Il milione di contagi da Covid-19 nel mondo sta ridisegnando non solo i rapporti di forza tra giganti economici e istituzioni finanziarie per quando tutto sarà finito ma la mappa stessa della geopolitica globale. La nuova diplomazia delle mascherine e dei ventilatori, dietro la parvenza di un’innocente collaborazione sanitaria contro il comune nemico invisibile, nasconde spesso il tentativo di aprire inedite relazioni tra Paesi o gruppi di Paesi che non si parlavano da tempo. Ma non mancano incidenti di percorso che ci hanno fatto ripiombare in un clima da piena Guerra Fredda come nel caso delle polemiche seguite all’invio dei medici russi a Bergamo.
Dietro la gara di solidarietà ad aiutare in questi giorni l’Italia per l’emergenza coronavirus c’è stato infatti chi ha intravisto il tentativo di usucapire nuove posture egemoniche sul nostro Paese per il ruolo di partner di peso che ha dell’Unione europea. Così se la Cina, attraverso il rapporto molto stretto con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, risollevatasi dall’epidemia, rilancia il suo progetto di espansione a ovest con la Belt and Road Initiative puntando proprio sul nostro Paese, la Russia, dopo una telefonata del premier Giuseppe Conte con Vladimir Putin guarda a un possibile aiuto italiano per togliere le sanzioni Ue a Mosca. Il Ministero della Difesa russo ha fatto atterrare gli Ilyushin IL-76 delle Forze Aerospaziali di Mosca attrezzature, medici e infermieri per affiancare il lavoro all’ospedale militare di Bergamo.
C’è stato chi ha visto in questi aiuti (secondo un’inchiesta de La Stampa) il tentativo di raccogliere informazioni da parte dei servizi di informazione russi sul nostro territorio. In una dichiarazione il rappresentante del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha usato termini che non si ricordavano da tempo prendendo di petto direttamente i “referenti” dell’inchiesta giornalistica. “Nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e del pluralismo di opinioni” – dice il generale – “nei suoi articoli La Stampa manipola i fake russofobi della peggior specie dell’epoca della guerra fredda, citando non meglio definiti “pareri” di anonime “fonti altolocate”. Nel farlo, La Stampa non disdegna di far ricorso a qualunque invenzione dei propri autori, seguendo le linee guida dei manuali di propaganda antisovietica.”
“Nonostante le sensazionali rivelazioni de La Stampa”- aggiunge Konashenkov – “gli epidemiologi russi stanno eliminando dalla mattina alla sera il Covid-19 nelle residenze per anziani di Bergamo, insieme ai loro colleghi italiani. E i medici militari russi ogni giorno, spalla a spalla con i militari italiani, creano non “reti di agenti”, ma reparti di terapia intensiva per salvare i cittadini italiani colpiti dal virus nella nuova struttura da campo di Bergamo. Tutto questo viene fatto con l’aiuto delle attrezzature e tecnologie russe, giudicate inutili dalle fonti della testata.”
Il Governo italiano ha affidato la risposta a una lunga nota congiunta Difesa-Farnesina che, eludendo la questione politica di fondo, si perde in una lunga e dettagliata elencazione tecnica degli aiuti russi che collaborano con “il personale militare Italiano del 7° Reggimento NBC dell’Esercito Italiano” per l’attività di sanificazione in alcune strutture e aree di Bergamo definite dalla Protezione Civile, in coordinamento anche con la Regione e ASL Lombardia”. Unica osservazione sui toni usati da Mosca che vengono “biasimati” perché “la libertà di espressione e il diritto di critica sono valori fondamentali del nostro Paese, così come il diritto di replica, mantenendosi entrambi dentro canoni di correttezza formali e sostanziali. In questo momento di emergenza globale il compito di controllo e di analisi della libera stampa rimane più che mai essenziale”.
A rendere un po’ più agitate le acque della nuova Health Diplomacy(anche in casa nostra) ci si mette anche l’Ucraina che è ancora in guerra con la Russia per il Donbass. Sabato 4 aprile è previsto l’arrivo in Italia di un volo umanitario dall’Ucraina con a bordo 20 medici e paramedici ucraini specializzati in terapia intensiva e rianimazione. Il Ministro Luigi Di Maio, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba, che gli ha confermato che il personale medico – composto da 13 medici e 7 infermieri – andrà a operare negli ospedali della regione Marche. Mentre gli aiuti russi sarebbero nati dalla telefonata Conte-Putin, quelli ucraini sono frutto della Farnesina dove il Ministro Luigi Di Maio si è finora mostrato molto attivo per gli aiuti cinesi. Allo Spiegel che ha gli ha chiesto se con gli aiuti si possono prefigurare nuove alleanze geopolitiche dell’Italia, Di Maio ha risposto: “La Cina ci ha aiutato molto nella prima fase” ma “anche molti altri Paesi ci hanno sostenuto, oltre ai russi, per esempio Albania, Cuba e Polonia. Dispositivi di protezione sono arrivati dalla Francia, la Germania sta accogliendo pazienti italiani e il Presidente americano Trump vuole sostenerci con 100 milioni di dollari. L’Italia è sempre stata un ponte tra Oriente e Occidente, ma noi restiamo nell’alleanza euro-atlantica”.
Vecchie porte chiuse che si possono anche riaprire come nel caso delle relazioni con la Turchia che ha inviato anch’essa aiuti per il coronavirus. “La Turchia” – scrive il presidente Recep Tayyip Erdogan a Giuseppe Conte – “ha mostrato la sua amicizia all’Italia in un momento buio, ma purtroppo sulla stampa italiana il nostro Paese è stato accusato ingiustamente e abbiamo visto notizie infondate di sequestri di materiale sanitario. A questo riguardo, voglio esprimere soddisfazione per il buon senso mostrato nelle dichiarazioni delle autorità italiane.”
Che si stia entrando in una nuova fase della storia lo dimostra la nuova alleanza antivirus tra Trump e Xi Jinping dopo l’ultimo G20 in videoconferenza. Come se non bastasse, la Russia ha inviato in queste ore negli Usa per trattare i malati di Covid-19, ventilatori prodotti da una società russa. Si tratta di ventilatori del tipo ‘Aventa-M’ prodotti a Celiabinsk dalla Upz, controllata dalla società Kret, sotto sanzioni Usa dal 2014.
La nuova health diplomacy è una gara di solidarietà tra vecchia Guerra Fredda e nuove alleanze
Il milione di contagi da Covid-19 nel mondo sta ridisegnando non solo i rapporti di forza tra giganti economici e istituzioni finanziarie per quando tutto sarà finito ma la mappa stessa della geopolitica globale. La nuova diplomazia delle mascherine e dei ventilatori, dietro la parvenza di un’innocente collaborazione sanitaria contro il comune nemico invisibile, nasconde spesso il tentativo di aprire inedite relazioni tra Paesi o gruppi di Paesi che non si parlavano da tempo. Ma non mancano incidenti di percorso che ci hanno fatto ripiombare in un clima da piena Guerra Fredda come nel caso delle polemiche seguite all’invio dei medici russi a Bergamo.
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