La dichiarazione di Biden è in linea con l’indirizzo tattico verso la Russia e ha una doppia valenza: una politica, l’altra geopolitica
Mercoledì la Russia ha richiamato a Mosca il proprio ambasciatore negli Stati Uniti per discutere del futuro dei rapporti bilaterali, dopo un paio di frasi forti pronunciate dal Presidente americano Joe Biden nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.
Cosa ha detto Biden, e cosa ha risposto Putin
In un’intervista sul canale televisivo ABC News Biden ha prima detto che Putin “pagherà” per aver interferito anche nelle ultime elezioni presidenziali americane, con l’obiettivo di favorire la rielezione di Donald Trump (così sostiene l’intelligence statunitense). Dopodiché ha detto di pensare che Putin sia “un assassino”. La seconda dichiarazione è stata – ovviamente – quella giudicata più controversa e anche più ripresa. Putin ha risposto in maniera leggera, rievocando l’infanzia e un detto che in italiano suona all’incirca come “chi lo dice lo è”.
Perché non dobbiamo sorprenderci troppo
Al di là dello scambio di commenti, le frasi di Biden sono meno sorprendenti di quello che si potrebbe pensare e sono anche coerenti con l’indirizzo tattico degli Stati Uniti verso la Russia.
Innanzitutto, è risaputo che Biden ha un’opinione molto negativa di Putin. Nel 2011 per esempio, quando era vicepresidente e Putin Primo Ministro, gli disse in faccia di non credere che avesse un’anima (la replica di Putin fu peraltro simile a quella di ieri). Di Biden, poi, si dice spesso che tenda a parlare molto e a controllarsi poco, finendo per dire cose che sarebbe meglio evitare. Ma il suo “Mh-mh, lo penso”, in risposta all’intervistatore che gli chiedeva se ritenesse Putin un assassino, non è una gaffe. È piuttosto la conseguenza quasi scontata della linea dura che la sua amministrazione sta finora tenendo nei confronti di Mosca.
Il secondo motivo, quello geopolitico, è che l’amministrazione Biden ha interesse a presentare Mosca come un attore maligno, omicida, con il quale non si possono e non si devono fare accordi. Le sanzioni imposte a inizio marzo contro una serie di funzionari governativi russi per l’avvelenamento e la carcerazione dell’oppositore Alexei Navalny muovevano già in questa direzione.
Il destinatario ultimo del messaggio è l’Europa. Più nello specifico, la Francia – il Presidente Emmanuel Macron vorrebbe tentare un riavvicinamento alla Russia, in nome dell’autonomia strategica – e soprattutto la Germania.
Gli Stati Uniti sono infatti molto contrari e si oppongono da anni alla costruzione del Nord Stream 2, il raddoppio del gasdotto che collegherà direttamente la Russia alla Germania. Per Washington non si tratta di un progetto commerciale bensì di uno strumento geopolitico, che aumenterà l’influenza energetica russa sull’Europa e che potrebbe favorire lo sviluppo di legami tra Berlino e Mosca.
Perché non ci sarà una guerra tra Stati Uniti e Russia
È presto per dire quali saranno le conseguenze concrete della dichiarazione di Biden sulle relazioni tra America e Russia, al di là del richiamo dell’ambasciatore. Si può dire però con ragionevole certezza che non ci sarà una guerra, sia perché le dinamiche che portano a un conflitto sono più complesse di così, sia perché nessuna delle due parti ha intenzione di combattere. Mosca non è nelle condizioni economiche di sostenere uno scontro con gli americani. Gli Stati Uniti non hanno interesse a sprecare risorse, visto che il loro vero rivale, quello che ne insidia il primato globale, non è la Russia ma la Cina.
La dichiarazione di Biden è in linea con l’indirizzo tattico verso la Russia e ha una doppia valenza: una politica, l’altra geopolitica
Mercoledì la Russia ha richiamato a Mosca il proprio ambasciatore negli Stati Uniti per discutere del futuro dei rapporti bilaterali, dopo un paio di frasi forti pronunciate dal Presidente americano Joe Biden nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.
Cosa ha detto Biden, e cosa ha risposto Putin
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