I partiti sono ormai da settimane in piena corsa verso il voto, consapevoli di dover sfruttare ogni giorno di quella che sarà una campagna elettorale cortissima, ancor più per uno stato che non è abituato a tornare a votare prima della fine naturale della legislatura.
A Roma il presidente argentino ha riaffermato l’importanza della relazione con l’Italia. Un vincolo arrugginito negli ultimi anni, che viene rilanciato per le esigenze geopolitiche di entrambi i governi.
Nel giro di poche ore, il Ciad ha chiesto alla Francia di ritirare i propri soldati dal Paese e il Senegal ha detto a Parigi che farà altrettanto. La Francia paga l’incapacità di adattarsi ad un contesto cambiato e sarà obbligata a modificare i propri piani strategici.
Dopo l’annuncio a Montevideo restano molte questioni irrisolte. Forte l’opposizione in Europa e in America Latina, ma le condizioni geopolitiche non sono mai state migliori.
Oltre che dai partiti del Nuovo Fronte Popolare di Jean Luc Mélenchon, la sfiducia al governo è stata votata in blocco dal Rassemblement National, dal partito di destra UDR di Eric Ciotti e da alcuni deputati indipendenti.
Tra il 5 e il 7 dicembre, in Uruguay, si riuniranno i presidenti del Mercosur per tentare di rilanciare un blocco in crisi da oltre un decennio. L’accordo con l’Unione Europea potrebbe essere lo strumento per riattivare sinergie che sembrano perdute.
Il primo turno delle presidenziali ha visto un’affermazione a sorpresa dell’estrema destra: uno shock per la politica rumena, significativo anche per l’Unione europea. Nei prossimi mesi la Romania aderirà interamente a Schengen e diventerà la nuova frontiera esterna verso est.
Il governo guidato da Olaf Scholz ha vissuto soltanto alcuni mesi di tranquillità. Poi si è dimostrato sempre più litigioso e in profondo disaccordo su quali debbano essere gli obiettivi dell’esecutivo e le idee condivise dai tre partiti.
Due appuntamenti elettorali cruciali: elezione del Presidente e referendum sull’entrata nell’Unione europea. La Moldavia spaccata a metà, anche territorialmente, tra due fazioni che hanno visioni e interessi opposti. Il fronte pro-UE ha vinto grazie a chi vive all’estero.
L’economia tedesca è stata fortemente danneggiata dagli sconvolgimenti geopolitici degli ultimi anni e affronta una recessione per il secondo anno consecutivo. Una crisi che preoccupa gli altri Paesi europei e che ha radici profonde.