Il problema dell'acqua in Cile non è solo collegato al cambiamento climatico, ma al mercato: si può comprare, vendere o affittare. Per questo motivo è causa di disuguaglianza
Il problema dell’acqua in Cile non è solo collegato al cambiamento climatico, ma al mercato: si può comprare, vendere o affittare. Per questo motivo è causa di disuguaglianza
Nella Regione Metropolitana di Santiago, 7 milioni di abitanti, da giorni è a rischio la fornitura idrica, a causa di fattori atmosferici e istituzionali. La crisi ha riaperto il dibattito sul modello privato di gestione dell’acqua, che ha garantito giganteschi guadagni a una ristretta élite e si mostra sempre meno efficiente. Il tema è in cima all’agenda per la nuova Costituzione.
Nei giorni scorsi, l’azienda Aguas Andinas ha annunciato l’allerta gialla nella fornitura idrica per 37 dei 38 comuni della regione metropolitana di Santiago. I fiumi si erano riempiti di terra, non si è riusciti a filtrare l’acqua e solo grazie alle cisterne il servizio non si è interrotto. L’unica interruzione è stata registrata nel comune Lo Barnachea, zona ponente di Santiago, uno dei comuni più ricchi del Paese, uno dei pochissimi in tutto il Paese dove ha trionfato il ‘No’ al cambio di Costituzione, nel referendum dello scorso 25 ottobre, per superare la Magna Charta adottata durante la dittatura militare.
Le autorità hanno chiesto di moderare il consumo e raccogliere l’acqua. Ma i rubinetti a secco nelle capitale, e in particolare nelle case delle élite del Paese, hanno riacceso il dibattito sulla gestione delle risorse idriche e rinnovato l’attenzione verso le tematiche ambientali, in vista della scrittura della nuova Costituzione, che comincerà ad aprile con le elezioni dei membri dell’Assemblea costituente.
Il Cile ha un problema profondo di siccità: il 40% dei comuni soffre difficoltà di accesso all’acqua, 400mila famiglie rurali non hanno acceso all’acqua potabile, 1 milione e mezzo di persone accede all’acqua tramite i camion cisterna.
Perché manca l’acqua
Il problema dell’acqua ha almeno due cause. Da una parte il cambiamento climatico: l’aumento delle temperature fa sì che nevicando meno, l’acqua scorra direttamente in forma di pioggia dalle montagne ai fiumi, trascinando una maggiore quantità di rocce e terra di come farebbe se avesse il tempo di trasformarsi da neve ad acqua. “Con fenomeni di isotermia 0°C su grandi altezze, le acque del fiume Maipo diventano estremamente torbide, ben più di quello che i siti di filtraggio possano gestire”, scrive Cristian Donoso sul sito ambientalista Ladera Sur.
Ma questa è solo una delle ragioni; la seconda ha a che fare con il modello di gestione dell’acqua. L’acqua in Cile è un affare di mercato: si può comprare, vendere o affittare. E rappresenta una delle più feroci facce della disuguaglianza. L’affare dell’acqua è una delle vene aperte del Paese: la gran parte del consumo idrico è destinato alle attività estrattive delle miniere e alle coltivazioni intensive, organizzate in forme di oligopolio e spesso di proprietà straniera (Aguas Andinas è controllata in prevalenza dall’impresa catalana Sociedad General de Aguas de Barcelona). C’è un settore privato che si è arricchito silenziosamente commerciando acqua, beneficiando di una legge promulgata durante il regime militare, che assicura alti margini di profitto e costi minimi, grazie ai diritti di sfruttamento delle fonti idriche ottenuti ai tempi di Pinochet per pochi pesos. E come ogni prodotto di mercato, come se fosse una tv o un’automobile, c’è chi lo può comprare e chi resta senza. Anche perché a Santiago l’acqua è una delle più care della regione: “Per gli abitanti di Santiago, il metro cubo d’acqua potabile è più caro che a Lima, San Paulo, Caracas e Roma”, afferma uno studio della Red Internacional de Comparaciones para Empresas de Agua y Saneamiento.
Di alti prezzi e scarsità ne sanno qualcosa nella provincia di Petorca, a nord di Valparaiso: terra di coltivazione dell’avocado. L’oro verde è un frutto tropicale, originario del Centro America, ma il Cile ha iniziato a produrlo già dagli anni ‘80 e oggi è diventato il terzo esportatore mondiale, soprattutto verso Cina ed Europa. I terreni coltivati ad avocado sono triplicati dal 1993 a oggi. Il costo di questo progresso è a carico di chi vive nella valle di Petorca, dove l’acqua è priorità per irrigare i campi di avocado e le famiglie devono aspettare i rifornimenti delle autobotti. In questo angolo del Cile è nato il Modatima Movimiento de Defensa del Agua la Tierra y la Protección del Medio Ambiente, che oggi, tramite il suo Presidente Rodrigo Mundaca Cabrera, rinnova la richiesta di un cambio di modello nella gestione dell’acqua: “Vogliamo che nella nuova Costituzione sia riconosciuto il diritto all’acqua potabile per tutti gli abitanti del Paese; l’accesso all’acqua è un diritto umano”, afferma Mundaca, oggi candidato a governatore della regione di Valparaiso.
Gli ambientalisti hanno colto la crisi idrica di Santiago come un simbolo per rinnovare le loro richieste di un cambio green e di risorse naturali come beni comuni, e sono determinati a portare le loro istanze nella nuova Costituzione. “Il Cile deve firmare l’accordo di Escazù – accordo per la difesa dell’ambiente tra i Paesi dell’America Latina – e definire come prioritario il consumo di acqua per l’uomo”, dice Nancy Duman, candidata indipendente alla Convenzione Costituente.
Ma le resistenze sono profonde, soprattutto da parte di chi ha guadagnato molto grazie a questo sistema e non vuole cedere nulla. Anche se dal suo rubinetto esce acqua color terra.
Il problema dell’acqua in Cile non è solo collegato al cambiamento climatico, ma al mercato: si può comprare, vendere o affittare. Per questo motivo è causa di disuguaglianza
Nella Regione Metropolitana di Santiago, 7 milioni di abitanti, da giorni è a rischio la fornitura idrica, a causa di fattori atmosferici e istituzionali. La crisi ha riaperto il dibattito sul modello privato di gestione dell’acqua, che ha garantito giganteschi guadagni a una ristretta élite e si mostra sempre meno efficiente. Il tema è in cima all’agenda per la nuova Costituzione.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica