Tra successi (pubblicizzati) e insuccessi (nascosti), la roadmap spaziale di Pechino è ambiziosa. La costruzione della Stazione Lunare Internazionale in tre tappe da qui al 2050, e già nel 2030 la Cina mira a portare i suoi astronauti sulla Luna, e a lanciare una ricerca di altri pianeti abitabili tra i vicini sistemi solari
Si chiama Gui Haichao ed è il primo astronauta civile cinese a essere inviato nello spazio. 36 anni, specialista di carico utile dell’Università di Aeronautica e Astronautica di Pechino, fa parte dell’equipaggio che martedì 30 maggio si imbarca nella navicella Shenzhou 16, diretta verso la stazione spaziale Tiangong.
Si tratta solo dell’ultimo episodio rivelatorio delle sempre crescenti ambizioni della Cina nello spazio. Il professor Gui sarà responsabile della gestione e della manutenzione del carico utile, del funzionamento delle apparecchiature e delle condizioni di controllo degli esperimenti, nonché della raccolta, dell’organizzazione e dell’analisi dei dati. Lo specialista ha alle spalle un dottorato in ingegneria aerospaziale conseguito presso la Beihang University nel 2014.
Si tratta di un arruolamento storico, visto che prima di questa missione tutti gli astronauti cinesi selezionati per i voli spaziali erano membri delle forze armate di Pechino. Non un caso che arrivi in un momento nel quale Xi Jinping sta spingendo tantissimo sul fronte dell’ingegneria aerospaziale. Al XX Congresso del Partito comunista dello scorso ottobre, sono stati moltissimi i promossi al Comitato centrale e al Politburo con competenze del settore. Gui diventa così uno degli esponenti di spicco di quella classe di tecnocrati che sta rapidamente guadagnando spazio all’interno delle istituzioni partitiche e statali cinesi.
L’equipaggio di cui fa parte Gui rimarrà a bordo della stazione spaziale fino a novembre, quando gli astronauti saranno sostituiti da un nuovo equipaggio nella missione Shenzhou 17, mentre la Tiangong prosegue il suo lavoro di ricerca spaziale da ormai diverso tempo.
Da quando la stazione spaziale è stata completata in ottobre, la Cina è stata avara di dettagli sulle attività dei suoi astronauti. Quando il 30 marzo due di loro hanno fatto una passeggiata spaziale, è stato annunciato dopo che il fatto era già accaduto. Non sono stati forniti dettagli. La Stazione Spaziale Internazionale, invece, segnala in anticipo tutte le passeggiate spaziali e le trasmette in diretta streaming.
D’altronde, la Cina sta insistendo da tempo sulle ambizioni spaziali come specchio della propria pretesa di potenza. Anche nel cinema e nella letteratura, il sostegno alle opere in grado di costruire una retorica spaziale e fantascientifica con caratteristiche cinesi viene molto apprezzata dal Partito. Visto il prestigio in gioco, i funzionari potrebbero essere inclini a nascondere i fallimenti. Qualche silenzio o comunque cautela nella comunicazione potrebbe derivare dalla volontà di evitare di comunicare eventuali insuccessi. È accaduto così, per esempio, sulla vicenda del rover Zhurong. Atterrato su Marte nel 2021, nel maggio dello scorso anno è entrato in un’ibernazione programmata per l’inverno marziano. Zhurong avrebbe dovuto svegliarsi a dicembre, ma ad aprile gli scienziati hanno spiegato che un accumulo di polvere aveva impedito ai raggi solari di riavviare il rover.
Ci sono però diversi altri episodi di grande successo, che dimostrano come il programma spaziale cinese stia procedendo rapidamente. A fine aprile, la Cina ha rilasciato le prime immagini globali di Marte ottenute dalla sua prima missione di esplorazione, fornendo una mappa di base di migliore qualità per le attività scientifiche e di esplorazione del Pianeta Rosso. Le immagini a colori comprendono proiezioni ortografiche, Robinson, Mercatore e azimutali degli emisferi orientale e occidentale di Marte con una risoluzione spaziale di 76 metri. Le immagini forniranno una mappa di base di migliore qualità per i progetti di esplorazione di Marte e per la ricerca scientifica.
La roadmap degli obiettivi di Pechino è ambiziosa. La Cina ha presentato il suo piano di costruzione della Stazione Lunare Internazionale (ILRS) con i suoi partner internazionali, un progetto a lungo termine in tre fasi da qui al 2050. Una “versione di base” della stazione di ricerca dovrebbe essere completata entro il 2028 nel corso di sette lanci, ovvero le missioni cinesi Chang’e 4, 6, 7 e 8 e tre lanci internazionali. Queste missioni si concentreranno sull’esplorazione dell’ambiente lunare e delle sue risorse, oltre che sulla sperimentazione di applicazioni tecnologiche. Altre sei missioni, tra cui ILRS 1-5, saranno realizzate tra il 2030 e il 2040 per costruire una “versione completa” della stazione. Entro il 2050, l’ILRS dovrebbe diventare una base di ricerca lunare a grandezza naturale e multifunzionale, con la speranza di poter eventualmente supportare missioni con equipaggio su Marte. Già nel 2030, invece, la Cina mira a portare i suoi astronauti sulla Luna.
Non è tutto. La Cina prevede di lanciare la sonda Tianwen-2 intorno al 2025 tramite il vettore Long March-3B; la missione eseguirà un fly-by e la restituzione di un campione con un asteroide vicino alla Terra denominato 2016HO3 e poi, intorno al 2034, un altro fly-by con una cometa della fascia principale denominata 311P. Zhang Rongqiao, capo progettista del progetto interplanetario cinese, ha dichiarato ai media che il lancio di Tianwen-2 è previsto intorno al maggio 2025, con la fase di ricerca del prototipo quasi completata.
La Cina sta inoltre pianificando una ricerca oltre il sistema solare per trovare pianeti abitabili, e la prima ricerca sarà effettuata nel 2030 dopo il completamento di un tipo di telescopio di base, hanno rivelato i ricercatori cinesi durante l’evento China Space Day. Il piano, chiamato programma Miyin, mira a individuare “un’altra Terra” tra i vicini del sistema solare attraverso il lancio di un array di telescopi. Il programma prevede anche l’esecuzione di immagini ad alta risoluzione e osservazioni spettroscopiche di vari tipi di oggetti per mappare la composizione dell’acqua del sistema solare, aprendo una nuova era di osservazioni astronomiche ad alta risoluzione. La realtà come la finzione, visto che la ricerca di un altro pianeta per salvare l’umanità era il centro de Il problema dei tre corpi, celebre romanzo di fantascienza di Liu Cixin, tradotto poi nel più grande blockbuster della storia del cinema cinese, The Wandering Earth.
Si tratta solo dell’ultimo episodio rivelatorio delle sempre crescenti ambizioni della Cina nello spazio. Il professor Gui sarà responsabile della gestione e della manutenzione del carico utile, del funzionamento delle apparecchiature e delle condizioni di controllo degli esperimenti, nonché della raccolta, dell’organizzazione e dell’analisi dei dati. Lo specialista ha alle spalle un dottorato in ingegneria aerospaziale conseguito presso la Beihang University nel 2014.