Coronavirus, fase 2: dai danni all’economia ai danni alla conoscenza
In Italia è stato applicato il protocollo più rigido che prevede la riapertura delle scuole solo a settembre ed esami di maturità con prova orale. Ma non è così in molti Paesi del nord Europa, che pure hanno sofferto l’emergenza coronavirus.
In Germania, ad esempio, il Ministero della Pubblica Istruzione ha ripetuto come un mantra che si impegnerà a tenere almeno un giorno in classe gli studenti delle elementari e delle medie prima della pausa estiva. Senza contare che in molti Paesi europei l’allarme lanciato dai virologiper cui le scuole materne ed elementari avrebbero moltiplicato esponenzialmente i contagi sarebbe stato smentito dai dati. Secondo l’Economist per di più le scuole dovrebbero essere tra i primi posti a riaprire al termine del lockdown per coronavirus. Chiudere le scuole e isolare i ragazzi, secondo l’Economist, avrebbe un prezzo molto alto sotto ogni punto di vista: nessuna video lezione a distanza potrà mai sostituire la didattica in classe, il rapporto con gli insegnanti e naturalmente anche quello con i compagni, tutto ciò che la scuola insegna anche lontano dai banchi durante le lezioni. Uno studio condotto negli Usa su bambini di otto anni sostiene inoltre che la chiusura delle scuole fino alla ripresa in autunno costerebbe la perdita delle conoscenze di un anno in matematica.
In Sveziail problema è stato in parte risolto perché non c’è mai stato un vero e proprio lockdown. Pur avendo avuto 27mila contagiati e poco più di 3mila morti, un decimo rispetto al nostro Paese, in quel Paese le elementari non sono mai state chiuse. La Danimarca è stato il primo Paese a riaprire le elementari il 15 aprile e il 18 maggio riapriranno le superiori ma solo per chi dovrà sostenere la maturità mentre le altre classi superiori seguiranno corsi on line. Attualmente la Danimarca è nella fase 2. Oltre alla riapertura di negozi e bar sono previste regole precise per le classi che non devono contenere più di 8 alunni. Molte lezioni sono all’aperto ed è previsto il lavaggio delle mani ogni ora e mezza. Con la fase 3, da giugno saranno possibili anche assembramenti oltre 30 persone mentre con la fase 4 si prevede la riapertura a fine agosto anche delle Università. Eppure nonostante le riaperture la progressione del contagio è in calo. Il 4 maggio erano stati individuati 9670 casi con 493 decessi con un incremento di circa 8-10 morti al giorno. Alla data del 14 maggio i contagi erano di poco superiori ai 10mila e solo 4 morti rispetto al giorno precedente.
In Olanda dall’11 maggio sono state riaperti a tempo parziale asili e scuole primarie mentre dal 1° giugno si prevede la riapertura delle secondarie. I figli dei lavoratori dei servizi essenziali, ospedali e forze dell’ordine, hanno sempre potuto accedere alle materne e agli asili. Anche in Olanda il trend dell’infezione è in netto calo con 43mila contagi e un numero di nuovi positivi che non supera i 300 al giorno.
In Germania la decisione di riaprire è frutto di un accordo tra Governo centrale e Laender siglato il 6 maggio scorso. La ripresa in scuole e asili è già iniziata con gradualità il 27 aprile per i maturandi e il 4 maggio per gli alunni che si accingono a concludere un ciclo scolastico, ma tutto secondo modalità definite dai singoli Laender. Si prevedono lezioni a frequenza parziale in modo che ogni alunno possa frequentare la scuola o l’asilo almeno per un giorno prima delle vacanze estive. Nel contempo verrà potenziato l’insegnamento digitale e ampliata la capacità delle Notbetreuung ossia i servizi di assistenza all’infanzia a favore dei figli di persone che svolgono impieghi rilevanti per il Paese (sanità e forze dell’ordine). Anche in Germania il trend dei contagi è in calo nonostante alcuni dati allarmanti resi noti una settimana fa quando il coefficiente R è salito a 1,1. Ma si è trattato di un fatto episodico legato a lavoratori rumeni e bulgari di alcuni macelli del Baden Wuttenberg e del nord Reno Westfalia. Attualmente il coefficiente è di nuovo sceso a 0,8 e l’incidenza dei casi su 100mila abitanti è di 207 casi e la progressione è rallentata (circa 900 casi al giorno).
In Austria dal 4 maggio sono tornati sui banchi gli studenti dell’ultimo anno delle superiori che dovranno sostenere gli esami di maturità. Per loro ci sarà una prova scritta obbligatoria e una orale ma facoltativa. Il 18 maggio è prevista la riapertura delle elementari e medie mentre a giugno le superiori. Anche in Austria il trend dei contagi è in netto calo: il numero complessivo è di 15mila (600 i morti) ma dagli oltre 1000 casi al giorno di fine marzo ora si è scesi ai circa 50.
Trend in calo anche in Norvegiache già pensa alla fase 3. Dal 20 aprile Oslo ha riaperto gli asili nido e a seguire materne, elementari e medie. Rinviata invece la riapertura di istituti superiori e Università. La riapertura in Francia è stata decisa in un primo momento dall’11 maggio ma per prudenza verrà riesaminata ogni tre settimane. Le medie verranno riaperte solo nei dipartimenti in cui la circolazione del virus sarà debole, a partire dal 18 maggio. Sui licei si deciderà a fine maggio a cominciare da quelli professionali ma con esami di maturità fatti in presenza. La presenza fisica in classe sarà di massimo 15 alunni, nel rispetto delle distanze di sicurezza, e gli studenti potranno comunque continuare a seguire le lezioni online.
In Italia è stato applicato il protocollo più rigido che prevede la riapertura delle scuole solo a settembre ed esami di maturità con prova orale. Ma non è così in molti Paesi del nord Europa, che pure hanno sofferto l’emergenza coronavirus.
In Germania, ad esempio, il Ministero della Pubblica Istruzione ha ripetuto come un mantra che si impegnerà a tenere almeno un giorno in classe gli studenti delle elementari e delle medie prima della pausa estiva. Senza contare che in molti Paesi europei l’allarme lanciato dai virologiper cui le scuole materne ed elementari avrebbero moltiplicato esponenzialmente i contagi sarebbe stato smentito dai dati. Secondo l’Economist per di più le scuole dovrebbero essere tra i primi posti a riaprire al termine del lockdown per coronavirus. Chiudere le scuole e isolare i ragazzi, secondo l’Economist, avrebbe un prezzo molto alto sotto ogni punto di vista: nessuna video lezione a distanza potrà mai sostituire la didattica in classe, il rapporto con gli insegnanti e naturalmente anche quello con i compagni, tutto ciò che la scuola insegna anche lontano dai banchi durante le lezioni. Uno studio condotto negli Usa su bambini di otto anni sostiene inoltre che la chiusura delle scuole fino alla ripresa in autunno costerebbe la perdita delle conoscenze di un anno in matematica.
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