Il dibattito sulle regole è feroce e molto politico e la comunicazione sui vaccini è stata finora un disastro, ha spaventato molti e favorito i complottisti
Nell’anno di grazia 2000 l’assemblea legislativa della Florida passava una legge che eliminava l’obbligo di portare il casco per i motociclisti. L’allora governatore Jeb Bush, lo stesso che di fronte a Donald Trump appariva come un ragionevole e moderato candidato alla presidenza, firmava la legge sulla base dell’idea che gli individui, lasciati liberi di scegliere, agiscano nel loro interesse e che la politica non abbia come compito quello di regolare la vita delle persone. La Florida arrivava dopo altri Stati, tornati indietro rispetto alla legislazione che imponeva il casco obbligatorio. Uno studio pubblicato dall’American Journal of Medicine nel 2009 raccoglieva i dati relativi alla relazione tra l’abolizione del casco obbligatorio e il numero di motociclisti morti in strada, un grafico mostra la correlazione tra meno regole e più morti in maniera così efficace che la capirebbe persino il più ottuso dei complottisti no vax dalla cantina dove passa il tempo a pubblicare meme improbabili e notizie false sui vaccini e i microchip di Bill Gates.
Capire il dibattito anti vax negli Stati Uniti dovrebbe partire da qui per una ragione semplice: quel Paese ha un’idea delle istituzioni e delle regole diversa dalla nostra. Per quello, ad esempio, i repubblicani possono fare propaganda contro un’assicurazione sanitaria pubblica come qualcosa di “sovietico”. È un’esagerazione insensata ma pesca in una certa idea di America. E così, i repubblicani, divenuti i paladini della responsabilità individuale come contrapposta a quella collettiva e alle regole imposte dal centro, sono i campioni della libertà di scelta in materia di vaccini e di tutte le altre regole relative al coronavirus – dalla chiusura dei locali, al divieto di raduno, fino all’uso delle mascherine. Il dibattito sulle regole è feroce e molto politico. Gli Stati che più si battono contro l’idea di regolare la vita delle persone per limitare la circolazione del virus sono la Florida e il Texas, i governatori hanno vergato di loro pugno ordini esecutivi che vietano l’obbligo di mascherina emanato da contee, città e distretti scolastici. Diverse assemblee statali a maggioranza repubblicana hanno votato la limitazione dei poteri dei governatori per impedire che questi impongano obblighi.
Il dibattito no vax negli Stati Uniti
Un paradosso: i governatori si oppongono a qualsiasi obbligo imposto dall’alto, ma impongono dall’alto alle contee di non imporre obblighi. Il potere della comunità di autoregolarsi, opposto a quello regolatore dello Stato centrale vale solo se conviene. Che Dick Farrel, radio host conservatore della Florida che aveva descritto Anthony Fauci come un “bugiardo affamato di potere” ed esortato la gente a non farsi vaccinare, o Scott Apley, un eletto del Texas anti vaccino, siano morti di Covid non sembra fare gran differenza.
Tra i no vax ci sono estremisti e dubbiosi. Gli estremisti sono spesso militanti della teoria del complotto come ne abbiamo visti tanti negli ultimi anni. Sono loro che diffondono notizie false, amplificano e distorcono quelle vere e rendono virali sui social media materiali discutibili ma presentati come scientifici. Questi sono spesso militanti attivi del MAGA (Make America Great Again), quella marea minoritaria e rumorosa che si getterebbe nel fuoco per l’ex Presidente Trump. Lo stesso tipo di gente che ha dato l’assalto al Campidoglio il 6 gennaio. Gli stessi che a fine agosto hanno fischiato per un attimo Trump quando a un comizio in Alabama ha detto “siete liberi di fare quel che volete, ma io consiglio il vaccino”. Tra costoro ci sono quelli che hanno aggredito e chiamato “bastardo marrone” il direttore del Dipartimento per la Salute della contea di Saint Louis dopo che questi aveva dato il suo parere favorevole all’uso delle mascherine (il dottor Faisal Khan è di origine indiana).
I dubbi e le leggende sui vaccini non sono nuovi, i movimenti anti vax online si coordinano da anni. Le storie di medici minacciati o stalkerati in maniera organizzata non sono solo del 2020. Due date sono alla radice profonda delle teorie anti vaccini. Nel 1982 la Tv USA trasmise un documentario dal titolo “The vaccine roulette” che chiamava il vaccino DTP, obbligatorio, una roulette. All’epoca il numero di vaccinati calò vertiginosamente. Quel di cui sentiamo ancora parlare spesso è invece lo studio pubblicato da The Lancet nel 1998 nel quale il dottor Jeremy Wakefield metteva in connessione il vaccino MPR con l’autismo. Lo studio si rivelò falso, The Lancet fece ammenda e a Wakefield venne impedito di esercitare la professione. Ma l’onda lunga ebbe i suoi effetti e Google viene lanciata nello stesso anno dello studio di Wakefield, contribuendo al successo delle sue posizioni.
Gallup, che sonda l’opinione in materia da decenni, ci ricorda che nel 2001 il 94% degli adulti riteneva che fosse importante vaccinare i bambini, mentre nel 2019, prima del virus, la percentuale era calata di 10 punti (84%). Interessante anche questo numero: i più anziani e quelli senza figli sotto i 18 anni sono i meno dubbiosi. Sempre per parlare di politica, i repubblicani (77%) e i democratici (92%), c’è uno scarto di 15 punti. Come nota la sociologa Jennifer Reich nel suo “Calling the Shots: Why Parents Reject Vaccines” (NYUP, 2019) anche l’età delle madri conta. Più cresce e più crescono i dubbi: genitori giovani fanno con più frequenza quel che il medico prescrive loro, genitori over 30 e laureati hanno meno fiducia cieca nell’autorità e magari loro idee sulla salute e le medicine. Un’altra parte dei dubbiosi, in America, sono gli appartenenti alle minoranze. Non c’è da stupirsi, gli afroamericani sono stati oggetto di sperimentazione medica senza saperlo, dai tempi della schiavitù fino agli studi sulla sifilide durati per 40 anni nella contea di Macon, Georgia. Quando si venne a sapere dell’esperimento noto come Tuskegee study, la fiducia dei neri nel sistema medico calò per non tornare più.
La comunicazione sui vaccini
Nella vicenda Covid, possiamo dirlo, la comunicazione sui vaccini è stata un disastro e ha incoraggiato e favorito le teorie del complotto o più semplicemente i dubbi. Far partire la vaccinazione e poi frenare, aprire e chiudere a fasce d’età, l’epopea AstraZeneca, non hanno aiutato a rassicurare chi aveva dubbi o vede nell’obbligo vaccinale un modo per regalare soldi a Big Pharma.
Ed è proprio chi ha dubbi a dover essere rassicurato con informazioni chiare e coerenti e non dettate dall’urgenza di ottenere risultati e percentuali di vaccinati da sciorinare in conferenza stampa. I no vax ideologici o quelli complottisti non si convinceranno, ma gli altri forse sì. Una lunga intervista a un piccolo gruppo di dubbiosi tedeschi pubblicata da Deutsche Welle racconta questo tipo di perplessità: “Prendi tutto quel vai e vieni su AstraZeneca o sul mix di vaccini… Gli esperti e le agenzie erano contrari a mescolare e ora dicono il contrario. Sulla base di cosa? La scienza?”. Gli intervistati da Deustche Welle ci tengono a non essere descritti come lunatici fuori di testa.
Diverse sono le persone che chi scrive ha visto sfilare a fine agosto a Montpellier contro il Green Pass e i vaccini. I francesi hanno anche loro un culto religioso della libertà e alcuni tra loro vedono l’obbligo del pass come una violazione dei loro diritti costituzionali. Altri se la prendono con Big Pharma e altri ancora sono convinti di essere parte di un progetto pericoloso. C’è chi vuole “difendere i bambini” dalla vaccinazione obbligatoria, una signora nega che sia in corso una crisi sanitaria e un’altra parla di lotta contro “un sistema mafioso”. Nel complesso hanno l’aria di essere la somma di quelli che qui chiamavamo grillini e di persone di destra – diversi portano il tricolore francese. Anime diverse, idee diverse, complotti diversi. Loro sarà difficile convincerli, ma Macron, che con i Jilet Jaunes tentennò parecchio, contro i no vax ci è andato duro. Si vede che i sondaggi che ha in mano indicano una forza relativa di queste idee.
Il problema, negli Usa come in Europa, è che sono rumorose e che la loro presa relativa rende più complicato uscire dalla pandemia. La libertà di non portare il casco, fumare all’aperto, curare una malattia grave con infusi di lucertola riguarda gli individui, i virus e i vaccini riguardano tutto il gregge.
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di settembre/ottobre di eastwest.
Puoi acquistare la rivista in edicola o abbonarti.
Il dibattito sulle regole è feroce e molto politico e la comunicazione sui vaccini è stata finora un disastro, ha spaventato molti e favorito i complottisti