L’agenda dell’incontro è quasi tutta dettata dall’attualità dei dossier europei, dal Patto di stabilità alla lotta alla pandemia, dal clima alla Bielorussia. Sono forse maturi i tempi per firmare un nuovo Trattato del Campidoglio?
Parigi e Bruxelles sono state le prime tappe obbligate dei viaggi all’estero del neo Cancelliere tedesco Olaf Scholz subito dopo il suo insediamento. Il successore di Angela Merkel vedrà anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi a testimonianza dell’importanza che Berlino annette al nostro Paese nella costruzione del futuro dell’Europa. Già giovedì prossimo i due si incontreranno per un primo contatto a margine del Consiglio europeo a Bruxelles. Ma si sta lavorando a un colloquio più strutturato durante un viaggio di Scholz a Roma prima di Natale.
L’agenda dell’incontro Draghi-Scholz è quasi tutta dettata dall’attualità dei dossier europei. Dalla riforma del Patto di stabilità alla lotta alla pandemia e al Pnrr, dal pacchetto climatico Fit for 55 al patto per l’immigrazione; dalle relazioni transatlantiche alle vicende della Bielorussia, della Russia e dell’Ucraina.
Rispetto alla Merkel, Draghi troverà dunque un’interlocuzione molto diversa con Scholz. È il frutto delle nuove dinamiche esistenti nella coalizione che vede Verdi e Liberali condizionare molto di più rispetto al passato il partito (Spd) del Cancelliere.
I dossier in agenda
Sulla lotta alla pandemia, Scholz chiederà probabilmente chiarimenti a Draghi sulle buone pratiche messe in atto con successo in Italia negli ultimi mesi. Non è tuttavia un mistero che sui vaccini i Verdi siano spaccati al loro interno e non da oggi. Ma la decisione del Bundestag di venerdì per la vaccinazione obbligatoria agli operatori sanitari entro la metà di marzo apre nuove prospettive sugli obblighi vaccinali anche in Germania. Il Parlamento tedesco ha inoltre chiesto ai 16 stati federali di imporre restrizioni che variano dalla chiusura di bar e ristoranti al divieto di grandi eventi a causa degli alti tassi di infezione in Germania.
Altra questione al centro del confronto Draghi-Scholz la riforma del Patto di stabilità. Se ne è parlato già venerdì 10 dicembre nell’incontro tra Scholz e il Presidente francese Emmanuel Macron. “Crescita e solidità delle finanze” non sono incompatibili, ha detto il Cancelliere tedesco. Una visione analoga a quella di Draghi secondo il quale se prima della pandemia la riforma del Patto era già necessaria ora è diventata un’esigenza inevitabile.
Un primo contatto con il nuovo esecutivo tedesco sarà quello che avrà il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella giornata di oggi, sabato 11 dicembre, a Liverpol per il G7 Esteri a presidenza inglese. È infatti previsto in questa occasione il primo faccia a faccia tra Di Maio e la nuova responsabile della diplomazia tedesca, Annalena Baerbock. In un’audizione in Parlamento, Di Maio ha tenuto a chiarire che il Trattato del Quirinale non può essere certo interpretato come teso a escludere qualcuno. Lo sviluppo del rapporto con la Francia, ha chiarito il Ministro, “non toglie nulla ai rapporti con altri partner europei”. L’Italia è da tempo “impegnata a rafforzare la cooperazione anche con altri importanti Paesi europei, come la Germania”.
Il rapporto tra Italia e Francia, rinsaldato con l’ultimo Trattato del Quirinale, non potrà mai soppiantare la relazione del tutto particolare tra Parigi e Berlino. Ma Germania e Italia restano comunque centrali nella costruzione di un’Unione non solo economica ma politica e di sicurezza comune. “Occorrerebbe davvero – spiega il germanista Angelo Bolaffi già direttore dell’Istituto di cultura a Berlino – chiudere il cerchio e, dopo il Trattato del Quirinale con i francesi, lavorare per chiudere un Trattato del Campidoglio tra Italia e Germania da celebrare nel luogo simbolo che vide nel ’57 la firma dei Trattati istitutivi della Comunità europea su spinta proprio di De Gasperi e Adenauer”.
Quanto al rapporto privilegiato tra Parigi e Berlino dopo il Trattato di Aquisgrana, che ha ridato nuova linfa al vagone di testa franco- tedesco, l’incontro di venerdì tra Macron e Scholz ha gettato le basi per il lavoro dei prossimi mesi che vedranno la Francia impegnata sia per il semestre di presidenza europea sia per le elezioni presidenziali. Il colloquio di ieri con il Cancelliere, ha spiegato Macron, “mostra chiaramente la solida convergenza delle nostre vedute. Abbiamo espresso il desiderio condiviso di lavorare insieme. Abbiamo parlato di Bielorussia, Ucraina e sottolineato l’importanza della cooperazione per supportare i partner a est”. Sul tavolo, ha specificato il Presidente francese, anche la cooperazione all’interno dell’Ue su temi quali migrazione, transizione verde e digitale, clima e investimenti.
E da parte sua, Scholz, dopo un incontro avuto anche con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha detto di “vedere con grande preoccupazione le truppe russe che si ammassano alla frontiera con l’Ucraina. La Germania, l’Unione europea e molti altri reagirebbero certamente se ci fosse una violazione del confine ucraino da parte della Russia. Ma è chiaro che il nostro compito è prevenirla. Dobbiamo lavorare insieme in Europa e concordiamo sul fatto che i confini in Europa non devono essere violati”.
Parigi e Bruxelles sono state le prime tappe obbligate dei viaggi all’estero del neo Cancelliere tedesco Olaf Scholz subito dopo il suo insediamento. Il successore di Angela Merkel vedrà anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi a testimonianza dell’importanza che Berlino annette al nostro Paese nella costruzione del futuro dell’Europa. Già giovedì prossimo i due si incontreranno per un primo contatto a margine del Consiglio europeo a Bruxelles. Ma si sta lavorando a un colloquio più strutturato durante un viaggio di Scholz a Roma prima di Natale.
L’agenda dell’incontro Draghi-Scholz è quasi tutta dettata dall’attualità dei dossier europei. Dalla riforma del Patto di stabilità alla lotta alla pandemia e al Pnrr, dal pacchetto climatico Fit for 55 al patto per l’immigrazione; dalle relazioni transatlantiche alle vicende della Bielorussia, della Russia e dell’Ucraina.