Il Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre a Bruxelles dovrà cercare una posizione comune per affrontare l’impennata dei prezzi delle bollette energetiche. Resta forte la dipendenza dal gas russo
Sarà il Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre a Bruxelles a cercare una posizione comune per affrontare l’impennata dei prezzi delle bollette energetiche proprio mentre si è alla viglia del G20 a presidenza italiana del 30 e 31 ottobre a Roma e della Cop26 a Glasgow, dove il tema della green economy e della transizione energetica sarà tra le priorità dei leader mondiali.
La Commissione Ue presenterà ai 27 una sorta di “tool box”, cassetta degli attrezzi per misure di breve e lungo termine in grado di calmierare i prezzi e ha invitato la Banca europea per gli investimenti (Bei) a velocizzare gli investimenti nella transizione verde per ridurre i rischi di interruzioni di energia e per venire incontro alle ambizioni di una connettività globale europea. I capi di Stato e di Governo europei ne discuteranno a Bruxelles da giovedì prossimo per passare poi il dossier a un Consiglio straordinario sull’energia che si terrà il 26 ottobre, al quale parteciperà per l’Italia il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
L’Ue alla ricerca di un’intesa
Ma, come già emerso al vertice straordinario di Brdoin Slovenia, le posizioni restano molto distanti tra Paesi europei. Da un lato, Paesi come la Francia puntano alla riduzione dei costi in bolletta attraverso il nucleare di terza e quarta generazione, mentre la Germania si sta già muovendo tanto che il Governo tedesco abbasserà una tassa sul consumo di elettricità dal prossimo anno per ridurre le bollette delle famiglie. La tariffa sulle energie rinnovabili (EEG) scenderà a 3,723 cent/kWh nel 2022 contro i 6,5 cent/kWh attuali, hanno annunciato in un comunicato i quattro gestori della rete tedesca, 50Herz Transmission, Amprion, TenneT TSO e TransnetBW.
La Camera dei deputati spagnola ha intanto convalidato il decreto legge con cui il Governo di Pedro Sánchez ha applicato misure straordinarie per contenere l’impatto del caro-prezzi delle bollette. Il decreto contiene un meccanismo che dovrebbe portare a ridurre i benefici extra che le aziende del settore elettrico ottengono per l’energia che producono a basso costo ma che riescono a vendere a prezzi molto più vantaggiosi grazie all’attuale conformazione del mercato. La Spagna, come Grecia e Italia, puntano a un meccanismo europeo che consenta alla Commissione Ue di agire come camera di compensazione utilizzando gli stoccaggi di gas dei singoli Stati membri seguendo l’esempio già messo in atto per l’approvvigionamento dei vaccini.
La dipendenza dal gas russo
Dietro gli alti costi in bolletta si nascondono però strategie geopolitiche non ancora del tutto chiare. La dipendenza europea dal gas russo è ancora alta e viene usata come strumento di pressione anche su dossier di natura politica, dall’Afghanistan all’Ucraina agli attacchi cyber. Una conferma della postura russa al riguardo l’ha data lo stesso Presidente Vladimir Putin ieri, venerdì 15 ottobre, nel corso della settimana russa dell’energia. Rispondendo alla giornalista della CNBC Hadley Gamble, Putin ha usato termini anche pesanti definendo la reporter “bella” e “graziosa” ma di scarso comprendonio. “Lei è una bella donna, davvero graziosa – ha detto Putin – ma le dico una cosa e lei mi dice immediatamente il contrario, come se non avesse sentito quello che ho detto. Stiamo aumentando le forniture all’Europa, solo Gazprom del 10%. La Russia ha aumentato le forniture del 15%. Stiamo aumentando, non diminuendo, le forniture. Ho davvero detto qualcosa di così difficile da capire?”.
Un’egemonia quella del gas russo che Putin intende sfruttare al meglio. Il 25 novembre incontrerà ad esempio il Primo Ministro serbo Aleksander Vucic che è preoccupato per l’aumento dei prezzi energetici. Vucic ha sottolineato l’enorme differenza che esiste tra il prezzo di mercato del gas (1.200 dollari per mille metricubi) e quello ottenuto da Mosca, fermo a 270 dollari per mille metri cubi, ma il contratto per le forniture di gas russo a questo prezzo è valido fino alla fine dell’anno.
L’Italia verso la carbon neutrality
In Italia la questione è arrivata all’attenzione del Copasir, il comitato per la sicurezza dello Stato il cui Presidente Adolfo Urso ha chiamato giovedì scorso a riferire il Ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani, avviando così un’indagine sulla sicurezza energetica nel nostro Paese. Nel corso dell’audizione durata oltre due ore, secondo Urso “si è posta l’attenzione sui principali attori nello scenario internazionale dell’approvvigionamento energetico, alcuni dei quali fornitori del nostro Paese che, a differenza di altri, dipende sempre più dall’estero ma con una significativa diversità di fonti. Si è poi delineato il percorso che il nostro Paese dovrà intraprendere per raggiungere l’obiettivo della carbon neutrality, anche in riferimento alla evoluzione della tecnologia e delle ricadute sul sistema sociale ed economico. Si è analizzato in modo approfondito il ruolo attualmente rivestito dal gas naturale quale risorsa energetica strategica per i prossimi dieci anni, i diversi canali di approvvigionamento, il suo utilizzo nel sistema industriale, il grado di indipendenza e la capacità di stoccaggio del nostro Paese, elemento rassicurante nell’attuale contesto europeo e internazionale, così come le potenzialità dei nuovi progetti nel Mediterraneo orientale”.
Affrontato anche il tema delle fonti da considerare green e quindi compatibili con la transizione ecologica, anche alla luce di quanto richiesto dalla Francia e da altri Paesi europei sul nucleare di nuova generazione. Il Comitato ha poi discusso il tema della neutralità tecnologica e della digitalizzazione delle infrastrutture di produzione e distribuzione con attenzione alla loro sicurezza. Esaminata anche “la possibilità di introdurre modifiche al quadro normativo di riferimento al fine di agevolare l’ambizioso e necessario processo di transizione ecologica intrapreso dal nostro Paese anche grazie al Pnrr, la cui attuazione dipende dalla capacità di realizzare in tempo utile i progetti in campo”.
Cingolani ha spiegato che ci saranno ulteriori aumenti del gas “perché la curva non cala per il momento ma se entra il Nord Stream il prezzo calerà a marzo”. Secondo il Ministro “non è vero che la transizione fa aumentare il costo delle bollette; quello che impatta sono gli aumenti delle materie prime e un certo nervosismo del mercato, anche perché la CO2 vale per un 20%. “Ma – ha aggiunto – se potessimo avere una percentuale di gas estratta in Italia, da giacimenti che già ci sono, noi stabilizzeremmo il mercato e pagheremmo di meno”.
La Commissione Ue presenterà ai 27 una sorta di “tool box”, cassetta degli attrezzi per misure di breve e lungo termine in grado di calmierare i prezzi e ha invitato la Banca europea per gli investimenti (Bei) a velocizzare gli investimenti nella transizione verde per ridurre i rischi di interruzioni di energia e per venire incontro alle ambizioni di una connettività globale europea. I capi di Stato e di Governo europei ne discuteranno a Bruxelles da giovedì prossimo per passare poi il dossier a un Consiglio straordinario sull’energia che si terrà il 26 ottobre, al quale parteciperà per l’Italia il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.