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La cooperazione militare tra Francia e Turchia rischia di creare tensioni con la Grecia


Ankara sarebbe interessata all’acquisto dei jet Rafale, prodotti in Francia, gli stessi già in possesso di Atene. La mossa turca è preventiva di un possibile no del Congresso degli Stati Uniti alla vendita di F-16

Lo scenario commerciale della vendita di jet miliari acquisisce sempre più valore in una fase storica delicata come quella in atto, con le nazioni che si muovono in diverse direzioni, dovendo al contempo tenere conto di fragili equilibri politici e strategici. Il caso dell’interessamento della Turchia all’acquisto dei Dassault Rafale, prodotti in Francia, ha del sensazionale visto che Parigi ha un contratto con la Grecia, Paese con il quale Ankara — e Atene viceversa — manda avanti storiche frizioni.

A gennaio 2021 il Governo di Kyriakos Mitsotakis ha ordinato 18 jet Rafale, richiedendone altri 6 l’anno successivo. Una spesa di circa 2 miliardi di euro, con un chiaro obiettivo: possedere una forza di dissuasione, come detto dal Primo Ministro. “Con i primi Rafale arrivati nel 2022 abbiamo ora un vantaggio competitivo rispetto al nostro vicino” affermò Mitsotakis, riferendosi alla Turchia. Il Pm si affrettò ad aggiungere che, però, “l’accordo per la difesa non è realizzato pensando a nessuna nazione in particolare”.

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