Il G7 all’insegna della ripartenza e della cooperazione
Regole sanitarie il più possibili globali e condivise, tassazione globale sulle Big Tech, decarbonizzazione: questi gli obiettivi del G7 dell'11 giugno a Oxford
Regole sanitarie il più possibili globali e condivise, tassazione globale sulle Big Tech, decarbonizzazione: questi gli obiettivi del G7 dell’11 giugno a Oxford
Coraggio, flemma e resilienza. Il popolo inglese sa soffrire in silenzio e in silenzio (e con grande forza d’animo) risollevarsi. Come le bombe tedesche nella Seconda guerra mondiale non riuscirono a scalfire minimamente la determinazione degli inglesi, la Brexit prima e una pandemia devastante poi non hanno piegato in alcun modo la volontà della Regina Elisabetta (da poco vedova del Principe Filippo) e del Governo guidato da Boris Jonhson di sottrarsi a quella nefasta narrazione che voleva ormai il Regno Unito sempre più lontano dall’integrazione europea, solo prigioniero delle anacronistiche logiche di una remota monarchia del nord.
E invece, come tante altre volte nel passato, gli inglesi hanno saputo stupirci. Boris Johnson sta preparando per venerdì prossimo in Cornovaglia un summit del G7 tutto nel segno della ripartenza e della cooperazione internazionale. Accoglierà il nuovo Presidente americano Joe Biden al suo primo viaggio europeo offrendosi agli altri 3 membri europei del G7 (Italia, Francia e Germania) come il vero traghettatore dall’era conflittuale di Trump al nuovo multilateralismo di Biden, dal gelo delle relazioni transatlantiche alla ripresa del dialogo tra Washington e Bruxelles. Un compito che richiede l’aiuto degli altri formati a cominciare dal G20 a presidenza italiana. Due giorni fa una lunga telefonata tra Mario Draghi e Boris Johnson ha suggellato l’alleanza tra G7 e G20 che produrrà degli effetti concreti anche per la copresidenza italo-inglese della Cop26 sul clima a novembre.
Johnson disegna il mondo come vorremmo che uscisse dalla pandemia: regole sanitarie il più possibili globali e condivise, tassazione globale sui giganti del web, uscita definitiva dal carbone guardando alle nuove fonti e all’idrogeno. In questo fine settimana il G7 dei Ministri finanziari presieduto dal Cancelliere allo Scacchiere Sunak Rishi ha messo le basi per la tassazione dei giganti del web mentre i Ministri della Sanità (per l’Italia Roberto Speranza) cercavano di condividere le linee guida del nuovo passaporto vaccinale. Impegni sintetizzati così dal commissario Ue per gli Affari economici e finanziari Paolo Gentiloni: “Abbiamo diversi temi da affrontare: primo, come coordinare la nostra ripresa, secondo come possiamo contribuire alla vaccinazione globale, che sta andando molto bene nei Paesi avanzati ma non in quelli a basso reddito e poi la discussione sulla tassazione globale. Ci aspettiamo di avere una buona discussione in questi giorni e di fare passi avanti”. Sulla tassazione, Gentiloni ha spiegato che si sta lavorando a livello di Ocse per avere riallocazione dei diritti fiscali per le multinazionali giganti, comprese le aziende digitali. “L’idea è molto forte; – aggiunge l’ex premier italiano – in questa pandemia abbiamo dei chiari vincitori e quando discutiamo del futuro dopo la pandemia è giusto parlare di questa proposta sulla tassazione dei giganti”.
Almeno quattro Paesi europei, ossia Francia, Germania, Italia e Spagna, si presentano compatti sul tema. Da più di 4 anni questi Paesi lavorano insieme per creare un sistema di tassazione internazionale “più equo ed efficiente”: ma dopo anni di alti e bassi, ora dicono “è il momento di arrivare a un accordo perché se era già una priorità prima dell’attuale crisi economica, sarà ancor più necessario quando ne verremo fuori”. La crisi è stata infatti una manna per le società tech, che hanno incassato profitti record: “Ma il fatto che il loro business sia online – osservano – non significa che non debbano pagare le tasse nei Paesi in cui operano e dai quali derivano i loro profitti”. Quindi i quattro Paesi Ue “si impegnano a definire una posizione comune su un nuovo sistema di tassazione internazionale al G7 finanziario di oggi a Londra”. “Siamo fiduciosi che questo creerà lo slancio necessario per raggiungere un accordo globale al G20 di Venezia a luglio”, spiegano al Guardian i Ministri dell’Economia dei quattro Paesi, il francese Bruno Le Maire, il tedesco Olaf Scholz, l’italiano Daniele Franco e la spagnola Nadia Calviño.
Per il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, Presidente del G7 finanziario, “quest’anno è stata una priorità fondamentale garantire un accordo globale sulla tassazione digitale: vogliamo che le aziende paghino la giusta quantità di tasse nel posto giusto e spero che possiamo raggiungere un accordo equo con i nostri partner”. A favorire un accordo anche il fatto che “con la nuova amministrazione Biden, non c’è più la minaccia di un veto su questo nuovo sistema”: la nuova proposta Usa per una tassazione minima, infatti, “è un passo importante nella direzione della proposta presentata inizialmente dai nostri Paesi e adottata dall’Ocse”. Anche il Ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz si è detto fiducioso sul fatto che si possa raggiungere un accordo sulla tassazione globale all’interno del G7.
Allo steso tempo, i Ministri della Salute dei Paesi del G7 hanno stabilito di lavorare “sul mutuo riconoscimento dei test e dei certificati di vaccinazione nei diversi Paesi”. L’obiettivo è lo sviluppo di standard internazionali e pratiche raccomandate “per la creazione, l’uso e il mutuo riconoscimento dei certificati di test e vaccinazioni che si basino su vaccini sicuri, efficaci e rigorosamente esaminati”. Così hanno deciso i Ministri al termine di un vertice di 2 giorni a Oxford. I Ministri della Salute di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno anche convenuto su una carta comune per stabilire uno standard su dati e test, in modo da accelerare l’accesso a trattamenti e vaccini. Previsto anche uno standard minimo comune sui dati della salute per facilitare lo scambio internazionale d’informazioni.
Una società, quella che vorrebbe la presidenza inglese del G7, con meno squilibri, con l’accesso garantito ai vaccini per tutti e soprattutto ecosostenibile. Il 20 e 21 maggio si sono già riuniti i Ministri responsabili dell’Ambiente per siglare un documento congiunto che prevede l’impegno alla decarbonizzazione di tutti i settori energetici entro il 2030, oltre che a interrompere ogni investimento diretto nel carbone già dalla fine del 2021. Si conferma quindi l’intenzione di perseguire gli obiettivi energetici previsti dall’Accordo di Parigi, mirando a contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Nonostante il documento contenga una clausola che autorizzerebbe i Governi a finanziare il carbone in “circostanze limitate a discrezione di ogni Paese”, si tratta comunque di un importante passaggio del percorso verso la piena decarbonizzazione. L’addio al carbone apre la porta a fonti di energia alternative e rinnovabili: tra queste, sicuramente, anche l’idrogeno. Ora, da venerdì 11 giugno, la parola passerà ai capi di Stato e di Governo dei Sette Grandi.
Regole sanitarie il più possibili globali e condivise, tassazione globale sulle Big Tech, decarbonizzazione: questi gli obiettivi del G7 dell’11 giugno a Oxford
Coraggio, flemma e resilienza. Il popolo inglese sa soffrire in silenzio e in silenzio (e con grande forza d’animo) risollevarsi. Come le bombe tedesche nella Seconda guerra mondiale non riuscirono a scalfire minimamente la determinazione degli inglesi, la Brexit prima e una pandemia devastante poi non hanno piegato in alcun modo la volontà della Regina Elisabetta (da poco vedova del Principe Filippo) e del Governo guidato da Boris Jonhson di sottrarsi a quella nefasta narrazione che voleva ormai il Regno Unito sempre più lontano dall’integrazione europea, solo prigioniero delle anacronistiche logiche di una remota monarchia del nord.
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