Sedici anni sono un’eternità per una democrazia occidentale. Forse troppi. La Cancelliera ci lascia una grande capacità di gestione delle crisi, ma anche la mancanza di coraggio nei momenti decisivi per spingere il progetto europeo
L’ 8 dicembre 2021 si è chiusa definitivamente l’era di Angela Merkel.
La Germania di Angela Merkel
Angela Kasner (questo il cognome da nubile) ha assunto la guida del Governo federale il 22 novembre del 2005 e lo ha portato avanti per 16 anni e 4 esecutivi. Merkel è stata la prima donna a diventare leader di partito e la prima donna a diventare Cancelliera in Germania.
Nei sui lunghi 4 mandati è passata attraverso la crisi dell’euro e quella dei migranti, ha dovuto confrontarsi con la presidenza Trump e con la crisi del multilateralismo, di cui è stata una convinta promotrice. Nella seconda parte del suo mandato, ha dovuto fronteggiare la pandemia, una delle sfide più difficili, che la Germania ancora non è riuscita a vincere. Certamente 16 anni complicati, in cui Merkel ha dato prova di una grande capacità di crisis management, tanto da guadagnarsi l’epiteto di Krisenkanzlerin, la Cancelliera della crisi.
Sorretta da un incrollabile europeismo, ha guidato la Ue durante il lungo tsunami finanziario. Negli anni della crisi dei debiti, Merkel ha delegato alla Bce di Mario Draghi il compito di salvare l’euro e l’Unione europea da una crisi economica che l’avrebbe spezzata. “Durante gli anni che ho trascorso alla guida della Banca centrale europea”, ha dichiarato l’attuale premier italiano, “Merkel ha sostenuto con grande convinzione l’indipendenza della Banca centrale, anche quando venivamo attaccati per le politiche espansive necessarie per difendere l’integrità della moneta unica, allontanare i rischi di deflazione e sostenere la ripresa”.
Rimarrà impresso nella nostra memoria quel “Ce la possiamo fare” con cui Angela Merkel ha aperto le porte della Germania ai profughi che fuggivano dalla guerra in Siria. Benché l’accoglienza dei profughi siriani sia rimasta un’assoluta eccezione nella sua politica, nessun Paese ha ospitato in una sola volta tanti richiedenti asilo come ha fatto la Germania in quei mesi.
Una scelta coraggiosa, che però non tutti hanno apprezzato, e che l’ha costretta a una pesante mediazione nel suo partito. Staccandosi con gradualità dalla tradizione conservatrice della Cdu, la Cancelliera è riuscita nel tempo ad allargare il raggio d’azione dei Cristiano-democratici e a fare breccia nell’elettorato socialdemocratico, verde e liberale. In sedici anni, la prudente Angela Merkel ha cambiato profondamente il modo di fare politica in Germania.
La Germania oggi
Oggi, la Cdu sembra voler tornare indietro rispetto alla strada tracciata dalla Cancelliera. A dicembre, gli iscritti all’Unione cristiano-democratica hanno scelto alla guida del partito Friedrich Merz, un leader su posizioni nettamente più conservatrici e intenzionato a marcare una netta discontinuità con la linea aperturista di Merkel.
Chi invece sembra voler procedere nella sua stessa direzione è Olaf Scholz, il Cancelliere del nuovo Governo tedesco. Scholz è un socialdemocratico un po’ di destra, Merkel è una cristianodemocratica un po’ di sinistra. Nei fatti sono due centristi che si somigliano parecchio.
Scholz, ex sindaco di Amburgo, è stato Ministro delle Finanze e vice Cancelliere nell’ultimo Governo Merkel. Negli ultimi due anni, ha visto crescere la sua popolarità anche grazie al modo in cui aveva gestito l’emergenza dovuta al coronavirus, cioè allargando i cordoni della borsa.
Il quarto Cancelliere socialista della Germania è oggi alla guida di una coalizione semaforo in cui coabitano Social-democratici, Verdi e Liberali.
Nelle 177 pagine dell’accordo di coalizione sono fissate nero su bianco tutte le misure del nuovo Governo, vincolanti per l’intera legislatura. La tenuta del nuovo Governo sembra legata alla capacità di Scholz di appianare le differenze, ideologiche e di programma, dei tre partiti. Per ora, Spd, Fdp e Grünen hanno concordato di non introdurre nuove tasse. La Germania però avrà l’esigenza di fare grandi investimenti interni, soprattutto per la transizione verde, il che porrà la questione dell’aumento della spesa e della revisione del Patto di Stabilità, un terreno su cui Verdi e Liberali sono molto distanti. Qui si misurerà la capacità di Scholz di mediazione e dialogo, qualità che hanno contraddistinto l’azione di Merkel. La grande lezione che la politica tedesca ha imparato da lei è che per andare avanti è necessario cooperare.
Cosa aspettarsi in politica estera?
Assoluta continuità ci si aspetta sul fronte europeo. Il documento programmatico del Governo riporta che la Germania dovrà rimanere “l’ancora di stabilità dell’Europa”. Nel solco della linea già delineata dai precedenti Governi, il primo viaggio di Scholz è stato a Parigi.
Il Presidente francese Emmanuel Macron – che in un tweet ha ringraziato Merkel per “non aver mai dimenticato le lezioni della Storia, per aver fatto tanto per noi, con noi, per fare avanzare l’Europa” – ha invitato subito Scholz a “scrivere insieme” il seguito della costruzione europea “per i francesi, per i tedeschi, per gli europei”. L’asse franco-tedesco continuerà, tutto come prima.
Una buona notizia per gli europei è la scelta di Jorg Kukies come capo del dipartimento delle finanze e di politica economica nella cancelleria. Profondo conoscitore dei meccanismi europei, è stato uno degli architetti del Recovery Fund. Il rapporto con il più ostico Ministro delle Finanze Christian Lindner, grande sostenitore del rigore nei conti e dell’austerità di bilancio, sarà un elemento chiave per la direzione del Governo in Europa.
Il grande interrogativo rispetto alla politica estera è fino a che punto Scholz sarà disposto a seguire il suo nuovo Ministro degli Esteri Annalena Baerbock sui dossier russo e cinese, abbandonando la linea merkeliana. Baerbock ha più volte sottolineato gli aspetti problematici dei rapporti sino-tedeschi, denunciando a più riprese violazioni dei diritti umani da parte di Pechino. La Germania è stato il primo trading partner negli ultimi 5 anni di Pechino e, da quanto si apprende dalla prima telefonata tra Xi Jinping e il neo Cancelliere Olaf Scholz, per ora non ci saranno scossoni. Il Cancelliere ha detto di sperare che il trattato economico con la Cina possa concretizzarsi il prima possibile, con buona pace della battagliera Baerbock.
Serve una integrazione europea
C’è un punto oscuro però nell’eredità di Angela, che noi europei ed europeisti auspichiamo possa essere superato ed avere un’evoluzione diversa. La Cancelliera ha avuto a più riprese la possibilità e il potere per imporre accelerazioni al processo di integrazione europea, che non ha mai utilizzato, proprio in virtù di quella prudenza che tutti le hanno riconosciuto, ma che nei momenti decisivi non serve, anzi è stata di ostacolo. E non mi riferisco solo alla titubante gestione della crisi greca, ma anche alla sua stessa scelta di non mettersi alla guida dell’Europa, preferendo invece un comodo quarto mandato casalingo. Certo, ci sono stati alcuni passaggi, in piena crisi finanziaria 2008-2018, nei quali siamo stati sull’orlo del baratro, perché l’opzione “wait and see” – tanto cara alla Merkel – non era contemplata, avrebbe significato l’implosione del progetto europeo.
La Ue c’è ancora, ma non possiamo più correre questi rischi. Abbiamo bisogno di un’accelerazione forte verso una dimensione federale (Unione di Difesa, accentramento a Bruxelles di parti di politica economica, fiscale ed estera) per la quale c’è bisogno di una Berlino convinta sostenitrice di questa linea. Il Governo tedesco si è spesso trincerato dietro la necessità di una partnership convincente e autorevole per poter operare svolte storiche, intimorito dal peso di un passato ancora ingombrante. Ebbene, oggi abbiamo Macron a Parigi e Draghi a Roma. Occasione imperdibile, Herr Scholz!
Giuseppe Scognamiglio
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di gennaio/febbraio di eastwest.
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Angela Kasner (questo il cognome da nubile) ha assunto la guida del Governo federale il 22 novembre del 2005 e lo ha portato avanti per 16 anni e 4 esecutivi. Merkel è stata la prima donna a diventare leader di partito e la prima donna a diventare Cancelliera in Germania.