La conduttura trasporterà il gas egiziano nel Paese dei cedri tramite Giordania e Siria. Ok degli Stati Uniti, nessuna conseguenza per Beirut
Finalmente raggiunto un accordo tra Libano, Siria e Giordania per l’arrivo nel Paese dei cedri di energia prodotta nelle centrali elettriche di Amman. L’accordo, siglato nella giornata di ieri, dovrebbe assicurare maggiore efficienza energetica a Beirut, che negli ultimi mesi, nel mezzo di una crisi economica, politica e istituzionale senza precedenti, ha patito blackout costanti e poche ore giornaliere di elettricità. Il passaggio è significativo perché all’interno di un più grande progetto, quello dell’Arab Gas Pipeline.
L’Arab Gas Pipeline
Grazie all’agreement, il Libano dovrebbe riuscire a garantire alla sua popolazione tra le 8 e le 10 ore di energia elettrica. In questo modo, i numerosi generatori privati, altamente inquinanti, saranno meno utilizzati, con un impatto inferiore nell’atmosfera. La firma dell’accordo arriva dopo mesi di trattative, che hanno visto sullo sfondo lo scontro geopolitico in atto tra Iran e Stati Uniti. Ma la firma riporta agli onori della cronaca internazionale la Siria, tramite la quale passa una parte dell’Arab Gas Pipeline e delle infrastrutture che portano in Libano l’energia dalla Giordania.
Tra Hezbollah e l’Iran
La mossa apre nuovi scenari per l’area. Nel momento topico di crisi energetica, Hezbollah, il movimento sciita libanese, chiese aiuto all’Iran, che inviò navi cariche di gasolio utile per generare energia. In quel particolare frangente, intervennero gli Stati Uniti, che si esposero nel dichiarare supporto a Beirut pur di scongiurare un diretto intervento di Teheran sull’economia del Paese. Ma l’accordo per l’arrivo del gas tramite l’Arab Gas Pipeline rischiava potenziali ricadute negative per via della Siria, sulla quale pesano le sanzioni degli Usa che, a loro volta, potevano riversarsi sul Libano.
Le sanzioni alla Siria e la posizione degli Stati Uniti
Si apprende che lo stesso Egitto ha atteso le rassicurazioni di Washington sull’esenzione delle sanzioni. La Casa Bianca ha dato il via libera all’accordo, che pur di scongiurare un ulteriore avvicinamento libanese verso la Repubblica islamica ha preferito evitare uno scontro sulla questione siriana. D’altro canto, il ruolo di Damasco è stato decisivo nella trattativa, riportando Bashar al-Assad sul palcoscenico internazionale, con ruolo regionale.
Le reazioni
“Contiamo su questa azione congiunta araba per espandere ulteriormente la cooperazione tra le nostre nazioni”, ha commentato il Ministro dell’Acqua e dell’Energia libanese Walid Fayad. “Questo accordo sarebbe dovuto arrivare nell’arco di 6 mesi, ma abbiamo chiuso le trattative in 60 giorni. Siamo ancora in attesa — ha ricordato il Ministro — del finanziamento della Banca mondiale, ma presto renderemo effettivi i termini dell’accordo. Stiamo, inoltre, finalizzando il contratto sul gas con l’Egitto”.
Soddisfazione anche dalla Siria e dalla Giordania. Ghassan Al-Zamel, esponente dell’esecutivo di Damasco, ha dichiarato che “il Governo siriano ha cercato di tramutare in successo questo accordo. Certamente si tratta di una fase iniziale, ma speriamo sia l’inizio della cooperazione tra Paesi arabi, l’inizio di maggiore cooperazione su tutti i fronti”.
In questa fase, il Libano potrà contare fino a 250 megawatt di elettricità durante il giorno, 150 megawatt di notte. Secondo il Ministro Fayad, ciò si tramuta in due ore in più di accesso all’energia per i cittadini. In prospettiva, quando arriverà anche il gas egiziano tramite l’Arab Gas Pipeline, il Paese dei cedri potrà aggiungere tra le tre e le quattro ore di energia giornaliera grazie ai 650 milioni di metri cubi che passeranno dalla stazione di Deir Ammar, nel nord della nazione.
La conduttura trasporterà il gas egiziano nel Paese dei cedri tramite Giordania e Siria. Ok degli Stati Uniti, nessuna conseguenza per Beirut