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Usa: caccia all’informatore – L’inchiesta [Parte 3]


La libertà degli organi di stampa Usa è tutelata dalla Costituzione, mentre gli informatori delle grandi inchieste, gli insostituibili whistleblower, sono perseguiti con accanimento

La libertà degli organi di stampa Usa è tutelata dalla Costituzione, mentre gli informatori delle grandi inchieste, gli insostituibili whistleblower, sono perseguiti con accanimento

Negli Stati Uniti vige il culto della libertà di espressione. Il primo emendamento alla Costituzione, adottato nel 1791 come parte della Bill of Rights recita: “Il popolo non sarà privato o limitato nel suo diritto di parlare, scrivere o pubblicare i suoi sentimenti; e la libertà di stampa, come uno dei grandi baluardi della libertà, sarà inviolabile”. Nei decenni, la Corte Suprema ha posto dei vincoli relativi, ad esempio alla pedo-pornografia o a quello che chiamiamo discorso d’odio (hate speech), ma difficilmente in altre democrazie avanzate sentirete fare, specie ascoltando le talk radio, discorsi estremi quali ne ascoltate negli Usa senza che ci siano conseguenze legali. In questo senso la libertà di stampa e di informazione non corre pericoli in America, al panorama mediatico vario, ricco e spesso di qualità, si affianca una galassia di radio, canali Tv, siti ultra conservatori e veicolo di tonnellate di fake news e/o di una retorica potenzialmente dannosa per la democrazia. Ma non, appunto, per la libertà d’espressione.

I limiti alla libertà di parola

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