La Polonia dei fratelli Kacinsky (anche se ne è sopravvissuto solo uno) rischia di trovarsi ai margini dell’Europa
Nel fine settimana, migliaia di cittadini polacchi sono scesi in piazza, nonostante il divieto di assembramenti imposto dalle misure anti-Covid, per manifestare contro l’ultima sentenza sull’aborto della Corte costituzionale del Paese.
La Corte ha stabilito che l’interruzione di gravidanza per gravi malformazione del feto viola la Costituzione polacca, che deve proteggere la vita di ogni individuo.
Impedendo alle donne di accedere alle interruzioni volontarie di gravidanza in caso di malformazioni, il numero degli aborti clandestini in patria e del turismo abortivo all’estero sono destinati ad aumentare.
I gruppi per i diritti delle donne stimano che tra 80mila e 120mila donne polacche ogni anno cerchino di abortire all’estero, in genere in Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania o Ucraina.
Un verdetto in linea con la cultura dominante oggi nel Paese e quindi con la posizione del partito del vicepremier e leader della destra populista di Diritto e giustizia (PiS) Jarosław Kaczyński, cui fanno capo sia il Capo dello Stato Andrzej Duda, sia il premier Mateusz Morawiecki. La legge entrerà in vigore solo dopo essere stata confermata dal Capo dello Stato, che ha già dichiarato il suo sostegno al progetto di legge.
Il Consiglio d’Europa ha protestato contro la decisione: “È un triste giorno per i diritti delle donne”, ha commentato Dunja Mijatovic, commissaria Ue ai diritti umani.
Quella contro l’autodeterminazione delle donne è solo l’ultima di una serie di limitazioni ai diritti umani imposte in Polonia. Le autorità polacche hanno anche sequestrato ovuli ed embrioni delle donne non sposate che si erano rivolte alle sue cliniche per la fertilità, dopo aver vietato loro l’accesso alla fecondazione medicalmente assistita.
Come in altri Paesi europei, anche qui il Covidnon ferma le proteste: i danni della cultura vetero-cattolica di Radio Marya rischiano di essere duraturi e incidere seriamente anche sulla prospettiva europea della Polonia, che da Paese euro-entusiasta degli anni della presidenza Kwasniewski potrebbe divenire retroguardia e addirittura imponente freno al processo di integrazione. Il superamento della crisi pandemica ci darà una risposta anche a questo interrogativo.
La Polonia dei fratelli Kacinsky (anche se ne è sopravvissuto solo uno) rischia di trovarsi ai margini dell’Europa
Nel fine settimana, migliaia di cittadini polacchi sono scesi in piazza, nonostante il divieto di assembramenti imposto dalle misure anti-Covid, per manifestare contro l’ultima sentenza sull’aborto della Corte costituzionale del Paese.
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