Mosca prosegue nel rafforzamento delle relazioni con i Paesi del grande continente: Putin promette la consegna gratuita di cereali
“Siamo pronti a consegnare tra le 25 e le 50 mila tonnellate di cereali gratuitamente nei prossimi 3-4 mesi a Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea”, ha annunciato il Presidente della Russia Vladimir Putin ai capi di Stato e di Governo presenti a San Pietroburgo per il secondo Summit Russia-Africa. Un applauso è seguito alle dichiarazioni del leader della Federazione, alla ricerca di maggiori legami proprio con le nazioni del grande continente, tirato negli ultimi mesi sempre più per la giacchetta dalle principali potenze mondiali, Russia compresa. Che, dall’invasione dell’Ucraina, si è impegnata più volte, attraverso il suo ministro degli Esteri Sergej Lavrov, in missioni sul territorio africano, dove la Federazione opera in diversi contesti sia sul piano militare che economico.
I legami tra la Russia e l’Africa
Proprio lo scorso anno Lavrov partì per un tour in Egitto, Etiopia, Uganda e Congo alla ricerca di una sponda diplomatica, ampiamente trovata data la dipendenza dei Paesi dalla Russia. Ma è l’Africa intera ad essersi trovata in seria difficoltà dall’avvio dell’operazione militare della Federazione, con il continente combattuto tra la necessità di sopravvivere — vedi i problemi alla catena di approvvigionamento alimentare — in un mondo globalizzato e ora sempre più frammentato in ambiti multipolari, e le pressioni per la condanna dell’occupazione dell’Ucraina in arrivo dalle nazioni occidentali che, d’altro canto, hanno un’evidente presa inferiore su popoli e governanti africani.
La proposta di pace africana per l’Ucraina
Non è un caso che nel mese di giugno i leader di Senegal, Zambia, Comore e Sud Africa abbiano avanzato una proposta tutta africana per la pace nel Paese est europeo. Una prima volta, appoggiata dall’Unione Africana, che non ha sortito gli effetti sperati ma che ha quantomeno permesso al continente di presentarsi in forma unitaria nel proporre il ritiro delle truppe russe, la rimozione delle armi tattiche nucleari dalla Bielorussia e la sospensione del mandato d’arresto per Putin voluto dalla Corte Penale Internazionale. “Tali misure potrebbero facilitare la creazione di una situazione capace di condurre a un cessate-il-fuoco, permettendo alle parti la costruzione della fiducia reciproca per considerare la formulazione delle strategie per il ritorno alla pace”, spiegavano i Paesi in un documento portato all’attenzione sia di Volodymyr Zelensky che di Putin.
Le polemiche prima del summit Russia-Africa
È in questo contesto — e prendendo in considerazione i vari temi menzionati — che il Presidente della Federazione ha aperto i lavori del secondo Summit Russia-Africa, il primo organizzato nel 2019. L’evento è stato preceduto dalle polemiche, con il Cremlino che ha accusato gli Stati Uniti e altre nazioni europee di aver cercato di sabotare i lavori. “Tutti gli Stati africani sono stati oggetto di pressioni senza precedenti da parte delle ambasciate di Usa e Francia che, insieme ad altre missioni, hanno fatto di tutto affinché il summit non si svolgesse”, ha detto il Portavoce Dmitry Peskov. “Sostanzialmente, non accettano il diritto alla sovranità degli Stati africani a scegliere in forma indipendente i loro partner per la cooperazione e l’interazione reciproca in vari campi”.
L’Africa al centro dell’interesse delle potenze globali
Tuttavia, quella russa è solo l’ultima delle numerose iniziative già in essere verso l’Africa, d’interesse per la Cina — tramite il FOCAC, Forum on China-Africa Cooperation —, e gli Usa che, recentemente, hanno tenuto il primo summit dal 2014. Il continente africano diventa sempre più terreno di scontro e di proxy war (non solo reali ma anche commerciali) tra più attori. Turchia compresa, che ha incrementato inesorabilmente il numero delle sue missioni diplomatiche in pochissimi anni, sfidando direttamente gli attori geopolitici più importanti attraverso un altro forum dall’alto valore aggiunto, il Turkey-Africa Partnership Summit.
L’accordo sul debito della Somalia
Nel corso del summit, terminato nella giornata di ieri, la Russia ha finalizzato accordi di fondamentale importanza con Egitto, Algeria, Marocco, Senegal, Sud Africa, Nigeria, Tunisia, Uganda, Costa d’Avorio e Kenya, Paesi con i quali Mosca intratteneva già stretti legami commerciali, promettendo inoltre un decisivo debt relief per la Somalia, pari a 684 milioni di dollari. “Questo passaggio giocherà un ruolo straordinario nel completamento del processo di cancellazione del debito del Paese”, ha detto il Ministro delle Finanze somalo Bihi Egeh. L’accordo è stato sottoscritto da Egeh e dal Vice Ministro Timur Maksimov e riguarda principalmente l’esposizione verso il cosiddetto Paris Club, il gruppo — di cui fa parte anche la Russia — che lavora per la rinegoziazione dei debiti delle nazioni in difficoltà.