Usa-Corea del Sud: Moon incontra Biden alla Casa Bianca
La Corea del Sud rappresenta un possibile "anello debole" della strategia asiatica di Biden. Ma se l'America vuole competere con la Cina, deve puntare sulla tecnologia, settore in cui Seul è leader
La Corea del Sud rappresenta un possibile “anello debole” della strategia asiatica di Biden. Ma se l’America vuole competere con la Cina, deve puntare sulla tecnologia, settore in cui Seul è leader
L’incontro alla Casa Bianca tra il Presidente americano Joe Biden e quello sudcoreano Moon Jae-in è stato preceduto da un accordo che dice tanto sul valore strategico di Seul per Washington.
La società automobilistica Ford e il produttore di batterie SK Innovationinvestiranno infatti 5,3 miliardi di dollari nella costruzione di una nuova fabbrica di batterie negli Stati Uniti, che dovrebbe raggiungere una capacità di 60 gigawatt all’anno: quanto basta, cioè, per alimentare 600mila pick-up elettrici. Non si tratta nemmeno dell’unico accordo di questo tipo: di recente General Motors ha lanciato una partnership con l’azienda chimica LG Chem, e la stessa SK Innovation realizzerà da sola altri due stabilimenti di batterie in Georgia.
Un alleato riluttante
Il Financial Times aveva scritto – un giorno prima dell’incontro – che Biden avrebbe fatto pressioni su Moon per convincerlo a sottoscrivere un comunicato duro nei confronti della Cina, il principale rivale degli Stati Uniti che la nuova amministrazione ha intenzione di contenere attraverso uno stretto coordinamento con gli alleati in Asia e nel Pacifico.
Tra tutti i partner della regione, Seul è però quello più riluttante a schierarsi con Washington e anche quello più attento a non far alterare Pechino con dichiarazioni dirette: non a caso, si parla della Corea del Sud come del possibile “anello debole” della strategia asiatica di Biden. Oltre alla volontà di preservare i rapporti commerciali, c’entra soprattutto la consapevolezza che la Cina è un attore fondamentale per il progresso del dialogo con la Corea del Nord, sul quale Moon ha investito parecchio capitale politico. E infatti il Financial Times opponeva, all’insistenza di Biden, proprio la riluttanza di Moon a proferire parole anticinesi.
A proposito di parole: gli Stati Uniti utilizzano spesso – lo ha fatto anche Biden ieri – l’espressione “a prova di bomba” (ironclad) per indicare la solidità del legame con la Corea del Sud e allontanare i ragionamenti sulla debolezza dell’alleanza.
Batterie, semiconduttori e nucleare
Quando si parla dell’importanza della Corea del Sud per gli Stati Uniti ci si sofferma spesso sulle truppe americane presenti sul suo territorio e sull’accordo per la condivisione delle spese per la difesa. La competizione con la Cina non si esaurisce però nell’aspetto militare, ma riguarda anche quello tecnologico e manifatturiero. Nel suo primo discorso al Congresso Biden aveva appunto spiegato che, per “vincere il XXI secolo”, l’America dovrà “sviluppare e dominare i prodotti e le tecnologie del futuro”, cioè “batterie avanzate, biotecnologie, chip per i computer”.
Gli Stati Uniti vogliono cioè il primato nelle nuove industrie della sostenibilità – come i veicoli elettrici e le energie a basse emissioni di carbonio – e vogliono costruire filiere sicure, il più possibile “corte” e indipendenti dalla Cina per quanto riguarda le materie prime e i componenti di base. La Corea del Sud è leader tanto nelle batterie, tanto nei semiconduttori (i microchip: si utilizzano nelle auto elettriche, nei dispositivi elettronici, nei pannelli solari).
Attraverso la collaborazione sulle catene del valore e sulla tecnologia, Seul può contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici di Washington senza manifestare opposizione aperta alla Cina. Oltre ai progetti sulle batterie già visti, nel terzo trimestre dell’anno Samsung Electronics dovrebbe iniziare la costruzione di una fabbrica di chip da 17 miliardi in Texas dotata di tecnologie di litografia ultravioletta estrema per realizzare circuiti da 5 nanometri.
E poi c’è l’energia. Da anni gli Stati Uniti cercano di opporsi alle tecnologie cinesi per il nucleare, una fonte utile alla decarbonizzazione dei sistemi elettrici. L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap aveva anticipato un dialogo tra Biden e Moon per la realizzazione di centrali nucleari in Medio Oriente e in Europa.
L’incontro alla Casa Bianca tra il Presidente americano Joe Biden e quello sudcoreano Moon Jae-in è stato preceduto da un accordo che dice tanto sul valore strategico di Seul per Washington.
La società automobilistica Ford e il produttore di batterie SK Innovationinvestiranno infatti 5,3 miliardi di dollari nella costruzione di una nuova fabbrica di batterie negli Stati Uniti, che dovrebbe raggiungere una capacità di 60 gigawatt all’anno: quanto basta, cioè, per alimentare 600mila pick-up elettrici. Non si tratta nemmeno dell’unico accordo di questo tipo: di recente General Motors ha lanciato una partnership con l’azienda chimica LG Chem, e la stessa SK Innovation realizzerà da sola altri due stabilimenti di batterie in Georgia.
Un alleato riluttante
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