Ma all’incontro al Consiglio Europeo con i leader che rappresentano le tre grandi famiglie politiche europee ci escludono
BRUXELLES – Nel grande gioco per dare il calcio d’inizio alla nuova Commissione Europea l’Italia non sarebbe stata coinvolta in alcun modo. E questo, nonostante il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da Bruxelles, abbia ricordato che il ruolo dell’Italia (con grillini e Pd) sia stato determinante per il voto a favore della Ursula von der Leyen, poi adeguatamente ricompensato con un incarico di prestigio nella Commissione (Gentiloni agli Affari economici) e un italiano (Fabio Panetta) nel board della Bce.
Il voto dell’Europarlamento sull’intero collegio dei commissari era previsto per il 23 ottobre ma la bocciatura dei commissari di Francia, Romania e Ungheria ha rimesso tutto in discussione. In particolare la bocciatura della francese Sylvie Goulard, liberale (quindi appartenente alla maggioranza dell’Europarlamento) sarebbe dovuta alla ritorsione del Ppe contro la scelta del Presidente francese Emmanuel Macron di far saltare il meccanismo degli spitzenkanditaten penalizzando il tedesco Ppe Weber.
Ora il voto è rimandato e resta in carica almeno fino a tutto novembre la vecchia Commissione Juncker. Per cercare di affrettare i tempi della composizione del collegio dei commissari e del successivo voto, venerdì 18 ottobre si è tenuta, a margine del Consiglio Europeo, una colazione di lavoro tra i leader Ue che rappresentano le tre grandi famiglie politiche europee: popolari, socialisti e liberali. Presenti, oltre alla von der Leyen, i premier di Francia (Emmanuel Macron), Paesi Bassi (Mark Rutte), Belgio (Charles Michel), Spagna (Pedro Sánchez), Portogallo (António Costa), Germania (Angela Merkel), Croazia (Andrej Plenkovic) e Lettonia (Arturs Krisjanis Karinis).
“Cosa è successo al Parlamento? C’è stato un regolamento di conti fra le famiglie politiche”, ha ammesso senza tanti giri di parole il Presidente francese Emmanuel Macron. “Bisogna calmare gli animi” – ha aggiunto – “questo tema è stato strumentalizzato e utilizzato politicamente.”
Secondo Macron quanto accaduto alla Goulard “non è un problema di persone ma un problema politico e istituzionale, la risposta non è cambiare un nome. La procedura del Parlamento è buona e dà forza al Parlamento ma quello che è successo è che c’è stata una politicizzazione delle audizioni.”
Giuseppe Conte, non facendo parte di alcuna famiglia politica, non è stato invitato al breakfast con la von der Leyen e, del resto, anche gli europarlamentari grillini, pur essendo stati determinanti per l’elezione della nuova Presidente della Commissione, si ritrovano nel gruppo dei “non iscritti”. Ma Conte non sembra preoccupato. “Noi siamo un pilastro della nuova Commissione” ha detto il premier italiano nella conferenza stampa alla fine del vertice Ue.
Ma a Bruxelles sono in molti a ricordare quando lo stesso Conte, al G20 di Osaka a fine giugno, diede il suo via libera al socialista olandese Frans Timmermans come Presidente della Commissione salvo poi (dopo il veto di Salvini in lotta contro le navi delle Ong olandesi) ritirare il suo appoggio o quando, alla conferenza stampa dopo l’accordo sulle nomine, pochi giorni dopo, esordì dicendo che “L’Italia per la prima volta era riuscita a sconfiggere il monopolio franco-tedesco.”
Ma forse non si era accorto che, nel frattempo, l’intesa prevedeva una tedesca alla Commissione e una francese alla Bce…
@pelosigerardo
Ma all’incontro al Consiglio Europeo con i leader che rappresentano le tre grandi famiglie politiche europee ci escludono