Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti cambieranno politica verso l'Arabia Saudita nella guerra in Yemen. Ma le sue parole non aprono a una vera svolta strategica
Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti cambieranno politica verso l’Arabia Saudita nella guerra in Yemen. Ma le sue parole non aprono a una vera svolta strategica
Giovedì sera il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto un discorso al dipartimento di Stato nel quale ha annunciato alcune decisioni di politica estera e ha ribadito quella che sarà la linea generale della sua amministrazione: America is back, “l’America è tornata”. È una formula che Biden ha usato più volte sia per distanziarsi dal suo predecessore, Donald Trump, sia per indicare la volontà di rimettere Washington alla guida della comunità internazionale seguendo un approccio più diplomatico e focalizzato sulla promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo.
Si tratta quindi di un discorso che, pur nella sua importanza politica e retorica, non rivela indirizzi che non fossero già noti. Ma la mancanza di sorprese non lo rende irrilevante. La decisione più notevole presa da Biden – e infatti anche la più commentata – ha a che fare con l’interruzione di parte dell’appoggio americano all’Arabia Saudita nella guerra in Yemen.
La guerra in Yemen in breve
La guerra in Yemen è iniziata nel 2015 ed è complicata dalla presenza di numerosi attori, sia interni che internazionali, ciascuno con i propri interessi specifici. È innanzitutto una guerra civile tra il Governo del Presidente ‘Abd Rabbih Mansur Hadi e i ribelli houthi nel nord del Paese, e tra il Governo e i secessionisti nel sud. Ed è poi una guerra indiretta tra l’Arabia Saudita (che sostiene il governo yemenita) e l’Iran (che appoggia gli houthi, sciiti); a questi due si aggiungono, ormai in posizione defilata, gli Emirati Arabi Uniti, che fanno parte della coalizione saudita pur sponsorizzando i separatisti.
L’obiettivo dell’Arabia Saudita è stroncare la rivolta degli houthi per evitare che lo Yemen – con il quale confina – si trasformi in un alleato dell’Iran, suo nemico regionale. L’Iran non ha un controllo assoluto sugli houthi, ma li appoggia in ottica anti-saudita e per estendere la propria influenza sul Medio Oriente. Gli Emirati Arabi Uniti – ormai praticamente ritiratisi – hanno invece interesse a garantirsi una proiezione marittima e commerciale sul golfo di Aden. Gli Stati Uniti, infine, supportano l’Arabia Saudita dal 2015, in funzione anti-iraniana.
Cosa ha detto davvero Biden
Quella in Yemen è considerata la peggiore crisi umanitaria al mondo. È una guerra che deve finire, ha detto Biden nel suo discorso al dipartimento di Stato, annunciando la cessazione di “tutto il sostegno americano alle operazioni offensive nella guerra in Yemen, inclusa la relativa vendita di armi”.
È un annuncio perfettamente coerente con il programma generale della politica estera di Biden: centralità della diplomazia nella risoluzione delle dispute (Washington ha nominato un inviato speciale per negoziare la pace, Tim Lenderking) e rispetto dei diritti umani. A Riad non saranno stati troppo contenti di sentire quelle parole, ma non sono stati nemmeno colti alla sprovvista: in campagna elettorale Biden aveva già promesso il divieto di vendita delle armi.
La dichiarazione di Biden è importante e forte, ma non è estrema e soprattutto non apre ad alcuna svolta strategica. Il Presidente infatti non ha detto che l’America non sosterrà più i sauditi in Yemen: ha detto che non sosterrà più le loro “operazioni offensive”. E, subito dopo, ha aggiunto che l’Arabia Saudita è esposta ad attacchi missilistici e a minacce di vario tipo da parte dei gruppi affiliati all’Iran in vari Paesi. Gli Stati Uniti, pertanto, “continueranno a sostenere e ad aiutare l’Arabia Saudita a difendere la sua sovranità e la sua integrità territoriale e la sua popolazione”. Riassumendo: no alla cooperazione per l’offesa, sì a quella per la difesa.
Come ha scritto su Twitter l’esperto di geopolitica Samuel Ramani, non è tuttavia chiarissimo l’ambito di applicazione delle frasi di Biden. Di sicuro c’è l’America non ha intenzione di rompere l’alleanza con l’Arabia Saudita, che è utile al bilanciamento dell’influenza dell’Iran in Medio Oriente. Specialmente alla luce di un possibile riavvicinamento a Teheran dopo gli anni di “massima pressione” dell’amministrazione Trump. Sarebbe questa una mossa che, se non adeguatamente bilanciata, metterebbe a rischio i rapporti americani con l’Arabia Saudita e con gli altri Paesi del Golfo Persico.
Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti cambieranno politica verso l’Arabia Saudita nella guerra in Yemen. Ma le sue parole non aprono a una vera svolta strategica
Giovedì sera il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto un discorso al dipartimento di Stato nel quale ha annunciato alcune decisioni di politica estera e ha ribadito quella che sarà la linea generale della sua amministrazione: America is back, “l’America è tornata”. È una formula che Biden ha usato più volte sia per distanziarsi dal suo predecessore, Donald Trump, sia per indicare la volontà di rimettere Washington alla guida della comunità internazionale seguendo un approccio più diplomatico e focalizzato sulla promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo.
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