In Gran Bretagna si voterà il 4 luglio, per rinnovare il Parlamento e poi scegliere il nuovo Primo ministro. Ad un mese dal voto, la sconfitta dei conservatori sembra certa e i dibattiti si concentrano su cosa aspettarsi dal ritorno al potere dei laburisti.
Il Partito di Marine Le Pen ha annunciato che non siederà nello stesso gruppo di Alternative für Deutschland. La crisi del gruppo ID, che nelle proiezioni era dato in forte crescita, arriva a poco più di due settimane dal voto europeo
Alla convention dell’ultra destra europea in Spagna, Javier Milei alza i toni contro Pedro Sanchez e provoca l’ennesima rottura diplomatica per l’Argentina. La diplomazia dell’insulto ormai caratteristica del governo libertario potrebbe costar cara al paese
Per competere a livello mondiale con le potenze dell’Intelligenza Artificiale, l’Ue deve aumentare in modo significativo gli investimenti e sostenere l’implementazione operativa delle strategie nazionali sull’IA e la loro convergenza.
Il nuovo programma insiste molto sul concetto di sicurezza e sulla reintroduzione del servizio di militare obbligatorio, abolito dalla Merkel nel 2011. Propone anche una stretta delle politiche migratorie e di accoglienza, ispirandosi al modello Rwanda del Regno Unito.
Riforme, semplificazione, riunificazione, Europa a due (o più) velocità…sono tante le idee e proposte che tentano di rispondere alla inquietante domanda “Come pensiamo di far andare avanti a 33 o a 36 una Ue che già dimostra di non funzionare a 27?”
Il viaggio di Xi Jinping in Europa inizia a Parigi, dove torna dopo 5 anni. Ai colloqui francesi parteciperà anche Ursula von der Leyen, invitata da Macron per affermare l’unità europea sui temi più spinosi, come quello del commercio.
Erdogan ha annunciato che la Turchia bloccherà i commerci con Israele, in solidarietà con il popolo palestinese e per spingere lo stato ebraico ad accettare il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Un danno per l’economia turca che vale circa 7 miliardi di dollari
Oggi, l’Unione Europea si trova davanti a una nuova prospettiva di allargamento. Nei Balcani, ma anche ai confini con la Russia dove, per ragioni geopolitiche, la candidatura di Ucraina, Moldavia e Georgia è supportata da molti.
Il Rwanda riceverà notevoli finanziamenti in cambio della propria disponibilità: al governo di Kigali sono stati già stanziati 240 milioni di sterline, che coprono parte delle spese legate alle persone deportate ma che finanziano anche lo sviluppo del Paese.