Le Filippine, alleate storiche degli Stati Uniti, ma avvicinatesi alla Cina, hanno deciso di ripristinare l’accordo che istituzionalizza la presenza dei soldati americani nel Paese. Un successo per Biden…
Gli Stati Uniti “non cercano lo scontro” con la Cina, ma “non ci tireremo indietro quando i nostri interessi sono minacciati”. È una delle frasi più significative pronunciate dal segretario alla Difesa americano Lloyd Austin durante il suo viaggio nel Sud-est asiatico, una regione cruciale per il successo della strategia di contenimento della Cina elaborata dall’amministrazione di Joe Biden.
Austin ha detto più volte che Washington non vuole il confronto militare con Pechino bensì “una relazione costruttiva, stabile” che consenta magari la collaborazione su alcuni dossier comuni. Ma non c’è dubbio che il piano di Biden per l’Asia-Pacifico punti molto sul rafforzamento delle partnership militari con i Paesi dell’area più preoccupati per l’ascesa cinese e per la sua assertività.
Perché le Filippine ripristinano l’accordo militare con gli Stati Uniti
Proprio per questo, è molto importante la decisione delle Filippine – alleate storiche degli Stati Uniti, ma avvicinatesi parecchio alla Cina sotto la presidenza di Rodrigo Duterte – di ripristinare il Visiting Forces Agreement, l’accordo che istituzionalizza la presenza dei soldati americani nel Paese. L’anno scorso Duterte aveva fatto sapere di volerlo cancellare, ma ha cambiato idea dopo l’incontro, con Austin, venerdì.
La svolta di Duterte non giunge inattesa. È piuttosto la conseguenza delle proteste levate nei mesi scorsi da Manila contro Pechino per la presenza di imbarcazioni cinesi nelle acque a sovranità filippina del Mar Cinese meridionale, che la Cina rivendica come proprie. L’aggressività cinese, insomma, allontana le Filippine e le riporta sotto l’ombrello degli Stati Uniti. Non significa però che Manila voglia tagliare i legami con Pechino, né che Duterte sia diventato di colpo un partner affidabile di Washington. Il ripristino del Visiting Forces Agreement è comunque una vittoria per l’America perché garantisce maggiore stabilità ai rapporti bilaterali sulla difesa: Manila è l’unico paese che costeggia il Mar Cinese meridionale ad avere un trattato di alleanza militare con Washington.
Crescono anche i legami tra Stati Uniti e Vietnam
Il viaggio nel Sud-est asiatico ha portato Lloyd Austin anche in Vietnam: è il Paese della regione che alza di più la voce contro Pechino in difesa dei propri territori nel Mar Cinese meridionale. Tra Hanoi e Washington è in corso un lento processo di avvicinamento sulla sicurezza, che l’amministrazione Biden non sembra aver intenzione di accelerare in maniera brusca.
Austin ha infatti specificato che gli Stati Uniti non obbligheranno il Vietnam a scegliere se schierarsi con o contro la Cina, per non ripetere l’errore commesso dalla precedente gestione di Donald Trump: il Sud-est asiatico è sì preoccupato per la crescita della Cina, ma preferisce non parteggiare per nessuno in modo da preservare i rapporti commerciali. E così, piuttosto che impostare una contrapposizione netta, Austin ha detto che l’amministrazione Biden vuole “che i nostri alleati e partner abbiano la libertà e lo spazio di tracciare i propri futuri”.
Gli Stati Uniti sostengono inoltre di non voler far progredire i legami con il Vietnam fino a che il Paese – guidato da un Partito comunista – non migliorerà la propria situazione dei diritti umani. D’altra parte, il ricordo degli anni di Trump, che nel 2017 si ritirò dall’accordo di libero scambio TPP, ha lasciato in Hanoi qualche dubbio sull’affidabilità di Washington.
Le esercitazioni militari tra Stati Uniti e Indonesia
Stando alle rivelazioni del giornale giapponese Nikkei, oggi gli Stati Uniti e l’Indonesia – la prima nazione del Sud-est asiatico per dimensioni dell’economia – terranno le loro più grandi esercitazioni militari: impegneranno oltre 4500 truppe per due settimane e si svolgeranno nelle isole di Sumatra, Sulawesi e Kalimantan (la porzione indonesiana del Borneo).
L’Indonesia incarna bene il bilanciamento asiatico tra America e Cina. Giacarta possiede dei grossi rapporti commerciali con Pechino e a maggio vi ha condotto delle esercitazioni navali; però ci sono anche delle tensioni territoriali relative alla zona economica delle isole Natuna. Nel contempo, il Paese sta costruendo un centro di addestramento militare con Washington a Batam, punto strategico perché vi si incontrano lo stretto di Malacca e il Mar Cinese meridionale.
Le esercitazioni militari con gli Stati Uniti sono, per l’Indonesia, uno strumento di deterrenza da usare con la Cina. Per l’America, invece, sono un tassello del grande piano che porterà – nelle intenzioni, almeno – alla nascita di un fronte unito per il contenimento cinese.
Le Filippine, alleate storiche degli Stati Uniti, ma avvicinatesi alla Cina, hanno deciso di ripristinare l’accordo che istituzionalizza la presenza dei soldati americani nel Paese. Un successo per Biden…