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Nagorno Karabakh, ancora sangue tra Armenia e Azerbaijan: morti circa 100 soldati


Nuova escalation al confine tra i due Paesi: si sarebbe raggiunto un nuovo cessate-il-fuoco, Yerevan chiede aiuto alla Russia. Il ruolo della Turchia

Si riaccende il focolare di guerra al confine tra Armenia e Azerbaijan, dove nella notte tra lunedì e martedì sono stati uccisi 49 soldati armeni, in quella che Yerevan ha definito “provocazione su larga scala”. La nuova escalation arriverebbe, secondo gli armeni, a causa della posizione azera di non voler discutere sullo status del Nagorno Karabakh, la regione martoriata e risalita tristemente agli onori della cronaca due anni fa per la sconfitta dell’Armenia sull’Azerbaijan e l’intervento di due potenze regionali come Russia e Turchia, entrambe interessate nella gestione degli affari locali, la prima in appoggio a Yerevan, l’altra a Baku.

L’Azerbaijan, al contrario, sostiene sia stata l’Armenia ad aver iniziato la nuova escalation, accusandola di aver portato avanti attività d’intelligence e di aver spostato mezzi militari e armi lungo il confine. “L’Armenia deve smettere immediatamente di provocare e focalizzarsi sulla negoziazione della pace e nella cooperazione con l’Azerbaijan”, ha commentato il Ministro degli Esteri Turco Mevlüt Çavuşoğlu, dopo aver parlato telefonicamente col collega azero Jeyhun Bayramov.

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